venerdì 20 maggio 2022

#AddioVangelis - Quando lo sport diventa 'Momenti di gloria'

 * Questo articolo è un estratto dalla tesi 'Gianluca Vialli, un eroe moderno veicolato dai mass media' nella parte dedicata all'eroe sportivo e la società nel corso dei secoli e qui pubblicato come omaggio a Vangelis, scomparso il 19 maggio 2022

Quando lo sport diventa ‘Momenti di Gloria'

“Esaltiamo gli uomini famosi e i nostri padri che ci generarono. Tutti questi uomini furono onorati nella loro generazione e furono gloria nel loro tempo. Siamo qui per rendere grazie per la vita di Harold Abrahams e onorarne il mito. Ora siamo rimasti in due soli, il giovane Aubbry Montangue ed io, che possiamo, chiudendo gli occhi, ricordare quei pochi giovani che vissero con la speranza nei cuori e le ali ai piedi.” (Cfr. H. Hudson, Momenti di gloria, 1981)


Con queste parole si apre il film Momenti di gloria, l’omaggio più sentito che il cinema abbia mai reso al mondo dello sport. Si narrano qui le vite di due campioni britannici che alle Olimpiadi di Parigi vinsero le medaglie d’oro nei 100 e nei 400 metri piani. Con delicata poesia ancora oggi si possono vivere le imprese che questi due giovani hanno compiuto per la loro patria e per se stessi.
La Gran Bretagna degli anni Venti si ripresenta intatta ai nostri occhi, con la sua voglia di ripresa dopo la guerra, con il suo rispetto per lo sport dilettantistico, con i giornali in attesa di notizie, con le sfide di ogni tempo contro se stessi e gli avversari.
Questi campioni sembrano correre ancora davanti ai nostri occhi, e anche noi proviamo un’indescrivibile emozione quando i due atleti tagliano il traguardo e vengono portati in trionfo dai loro compagni di squadra. 


Ancora oggi, grazie a Momenti di Gloria, celebriamo il loro mito: Abrahams e Liddell appartengono anche a noi e non solo ai britannici del primo dopoguerra. E con aria stupita ci chiediamo perché mai sui libri scritti prima del 1981 i loro nomi vengano appena ricordati dai testi che ci raccontano le storie dello sport nei secoli. Poi ci rendiamo conto che ‘quei pochi giovani che vissero con la speranza nei cuori e le ali ai piedi’ sono stati eroi come tanti altri, hanno scritto storie simili a tante altre, sono stati portati in trionfo come altri atleti in altri stadi. Sono stati unici e indimenticabili per i loro tifosi, come i campioni di ogni parte del mondo. Noi oggi, di queste leggende conosciamo i record, i successi, i nomi. Ma non i loro volti, non la paura e la speranza dei loro risultati. Li ammiriamo, li ricordiamo, li celebriamo. Per noi sono solo immagini sfocate di tempi e luoghi lontani. 


Il vero Harold Abrahams nel 1924

La nostra memoria non può accogliere i miti di ogni generazione e di ogni dove, e l’entusiasmo della gente col tempo si trasforma in affettuoso ricordo, in omaggio sincero, in nomi che hanno il sapore di leggenda ma che ormai hanno perso il colore del presente. Sono i nostri miti lontani, e non sempre li ricordiamo tutti.
Ora con Momenti di Gloria i volti di Abrahams e Liddell sono tornati a noi, come le loro storie. Il loro passato è divenuto il nostro presente. E la musica di Vangelis, scritta in loro memoria, il simbolo di ogni vittoria.


L'intensa e commovente scena iniziale di 'Momenti di gloria'.

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