Fidanzati per finta
#02 della serie Waite
di Mary Balogh
Dati tecnici:
Titolo originale: A Counterfeit Betrothal
Traduttrice: Maria Gabriella Podestà
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oro Super n.4
(è un Omnibus con tre romanzi dal titolo Le sorprese dell’amore)
Pagine: 217
Anno: 1992 (2006 in Italia, la mia versione è del 2012)
Genere: romance, regency
Sophia
Bryant ha diciannove anni. Ha appena debuttato a Londra ed ha molto successo,
tuttavia non ha alcun desiderio di sposarsi. Anzi, crede che il matrimonio sia
solo luogo di dolore e separazione, malintesi e solitudine. I suoi genitori,
infatti, si sono lasciati quando lei aveva appena cinque anni. Sua madre vive
sola nella villa di campagna, suo padre ha un’amante a Londra. Eppure è
convinta che tra di loro ci sia ancora del sentimento.
Persuasa
da un gruppo goliardico di amici, accetta un finto fidanzamento con il compagno
d’infanzia Lord Francis Sutton, quarto figlio (libertino) di un caro amico del
padre. Il piano è costringere i genitori a rincontrarsi dopo 14 anni perché
entrambi sarebbero sicuramente contrari a questo matrimonio così azzardato e
cercare di far scattare ancora la scintilla tra di loro. Solo così Sophia
potrebbe tornare a credere nell’amore e forse decidere di sposarsi realmente in
un futuro.
Non
tutto, però, è come si aspetta. Perché un finto fidanzamento non è poi così
facile da mandare a monte…
Commento: Fidanzati per finta è il secondo volume
della trilogia Waite (iniziata con Un
posto per l’amore – leggi qui la recensione – e da concludersi con Il celebre libertino). Per tre quarti
del romanzo ho atteso il fantomatico arrivo di Lord Edmond Waite (il libertino
che adesca la protagonista di Un posto
per l’amore) e solo verso la fine mi sono resa conto che Waite non sarebbe
apparso mai e che il legame con l’ultimo libro della trilogia è rappresentato
da Lady Mornington, l’amante (ma lo è davvero?) del padre di Sophia Bryant, che
nel terzo non solo incontrerà Waite ma lo farà innamorare…
La cover americana con 'Fidanzati per finta' a 'Il celebre libertino' insieme
Complessivamente
il romanzo è carino, anche se i veri protagonisti sono i genitori di Sophia e
non i fidanzati per finta. Sembra
quasi che la storia di Marc e Olivia, i conti di Clifton, abbia preso il
sopravvento durante la stesura e che la Balogh abbia lasciato andare la penna,
facendo scorrere la narrazione. Con l’unico problema che in questo modo ha
tralasciato pesantemente Sophia e Lord Francis, non facendo capire al lettore
come il loro amore sia nato, cresciuto, avvampato… Questo a mio avviso il lato
più negativo della storia: Sophia e lord Francis sono davvero troppo deboli
come personaggi e troppo poco approfonditi, il che rende quasi stucchevoli le
scene in loro presenza.
Per
il resto i sentimenti d’amore tra Marc e Olivia sono forti e Mary Balogh cerca di
forzare l’assurdo tradimento di Marc ad Olivia (motivo che portò alla
separazione). In pratica crea una letteraria situazione di rottura, senza però voler
svilire il personaggio maschile (che deve rimanere un eroe), rendendolo,
viceversa ancora più debole (perché tradire l’amatissima moglie senza alcun
motivo, non lo giustifica, al contrario lo rende assolutamente dissonante e
questo comporta una difficoltà a entrare in sintonia con lui e con l’amore nei
suoi confronti).
Bedlam:
Oh
note, oh amate note! Perché vi hanno dimenticate?
Varie
volte nei dialoghi tra Sophia e Lord Francis si parla di Bedlam, che, se si
continua così, avrebbe aperto le sue porte per l’una o per l’altro (a seconda
del battibecco). Ma cos’è Bedlam? Perché dovrebbe aprire le porte? Perché ci
scherzano sopra?
Io
non lo sapevo e quei dialoghi mi lasciavano perplessa.
Ho
quindi fatto una ricerca su Internet ed ho scoperto che all’epoca era così
chiamato il Bethlem Royal Hospital di Londra, riconosciuto come la prima e più
antica istituzione specializzata nella cura delle malattie mentali.
Perché
non scriverlo in una nota? Non è poi così difficile.
Aiuterebbe
a capire di più il contesto e le persone…
NB
Ho notato che spesso la Balogh inserisce nei suoi romanzi uno o due riferimenti
dell’epoca (una gelateria, una ricetta, un nodo della cravatta, etc.) e lo
ripete varie volte nel corso del romanzo per poi dimenticarlo completamente nei
romanzi successivi.
Giardino
segreto:
Uno
degli elementi che più mi è piaciuto è stato quello legato ad un giardino
segreto presente nella residenza del Conte Clifton. Si tratta di un chiaro
omaggio a Il giardino segreto di
Frances H. Burnett (il giardino dimenticato dopo l’andata via di Olivia, la
porta senza chiave, etc.), ma altresì la sottolineatura di una moda molto in
voga all’epoca.
Mi
ha ricordato un altro romanzo che mi era piaciuto molto: Lo smemorato di Colonia di Patricia Wentworth. Anche lì (il libro
si svolge nel 1920 – leggere qui la mia recensione) vi è un romantico giardino
segreto dove vi sono le più emozionanti scene d’amore (qui vi è il primo
rapporto amoroso tra Olivia e Marc… scenografia bellissima, non c’è che dire, ma
scena irreale per come si sviluppa! Marc quasi violenta Olivia! Senza parole o
giustificazioni… Vabbeh…).
In
conclusione rimane la curiosità di vedere come Lady Mornington passerà da
rivale (anche se discreta e gentile) a protagonista di un’avventura amorosa. E
la delusione per quello che questo romanzo sarebbe potuto essere se fosse stato
scritto da Georgette Heyer (che avrebbe magnificamente diretto i battibecchi
tra Sophia e Lord Francis) o Claire Darcy (che di sicuro avrebbe chiamato il
romanzo Olivia e non Sophia), senza avventurarci in sperare
in Jane Austen. Ma così è. E ci dobbiamo accontentare. O meglio, vogliono che
ci si accontenti. Mary Balogh è il meglio del romance contemporaneo, ma è davvero più di trenta lunghezze dietro
alle regine del regency di un tempo (peggio
di Sham dietro a Secretariat nella Belmont Stakes del 1973…).
Letto: 18-29
gennaio 2019
Voto: 6
al libro, 4 alla casa editrice per la mancanza di note, 5 a noi pubblico
leggente che ci accontentiamo della mediocrità pur di leggere un romance…
Stelle mozzafiato: ***
:-) Bellissima recensione Diletta !!
RispondiEliminaLa trama in effetti mi aveva già conquistata, peccato che poi i protagonisti reali non siano quelli che dovevano essere...Facendo parte di una trilogia poi...La cosa mi sembra ancora più ingarbugliata..
Hai ragione, come Georgette Heyer e le autrici del passato non ce ne sono tante nell'epoca odierna, solo molte imitazioni che spesso non sono all'altezza degli originali.
CONCORDO PIENAMENTE SULLA QUESTIONE "NOTE" ...Ma come si fa??? Io ho trovato le note esplicative persino in gialli moderni da pochi soldi, a maggior ragione dovrebbero inserirle in certi romanzi dalla copertina pretenziosa, che aspirano ad essere dei best-sellers... UFFAAAAAAAAAAAA !!
Grazie carissima Tiziana <3 <3 <3
Eliminasì, la questione delle note io davvero non riesco a capirla!
Sono così interessanti ed aiutano a comprendere il contesto di un romanzo... perché non farle?
Io non lo capirò mai...
E per Georgette Heyer... Ho letto praticamente tutto... E' stupenda... quasi quasi ora rileggo qualcosa per recensirlo :) <3
Bella recensione!
RispondiEliminaAnche se non è il mio genere, mi è piaciuto molto il modo in cui hai parlato del libro scovando persino gli omaggi, sei stata bravissima!
Ho visto che nello scorso post hai parlato di Star Wars: segnalo il tuo blog a una mia amica che adora la saga (ci ha persino scritto un saggio sopra), così avrai sicuramente una nuova follower :-)
Baci!
Grazie di cuore! Sono molto felice che ti abbia interessato! <3
EliminaSì, ho parlato di Star Wars nell'articolo precedente! Mi farebbe piacere conoscere la tua amica. Grazie! Mi farebbe molto piacere conoscere un'altra appassionata della saga di George Lucas...