Il birichino di papà
(#01 della serie Birichino di papà)
di Henny Koch
Dati tecnici:
Titolo originale: Papas Junge
Traduzione: Maria Campanari
Casa Editrice: A. Solmi - Milano
Collana: Nessuna
Pagine: 399
Anno: 1904 (in Italia dal 1904 – la mia edizione è del 1912)
Genere: romanzo di formazione per giovinette
Trama: Inizio Novecento. Germania.
Friedel Polten ha sedici anni e vive in una casa di campagna assieme alla sorella maggiore Lisa, il padre e la di lui sorella Lena (la madre è morta da tanti anni). Il padre, desideroso di un maschio, l’ha fatta crescere come un giovane fanciullo scavezzacollo. Ma ora che Lisa si è sposata ed è andata a vivere con il marito in Inghilterra, la zia Lena decide che Frida (così lei la chiama) debba diventare una retta signorina, ma non è facile come ella sperava.
Un’educatrice di lingua inglese (scelta da Lisa), un collegio, una scuola di cucito e di danza… nulla riesce a far cambiare la giovane ribelle.
Fino a quando una vacanza nelle Alpi svizzere non colpisce la giovane fino a confonderla nel profondo del cuore…
L'immagine ritrae Friedel nella prima scena del romanzo.
Commento: Il birichino di papà, romanzo oggi quasi sconosciuto, ai suoi tempi ottenne un tale successo in patria (e non solo) da spingere l’autrice, Henny Koch (oggi quasi dimenticata), a scrivere una trilogia con Friedel come protagonista (gli altri volumi sono Il birichino di papà – I rampolli e Il birichino di papà – Piccola nonna).
Per me non era affatto sconosciuto, invece, perché una mia cara compianta amica, mi aveva detto che questo era stato il libro preferito della sua infanzia e, appena l’ho visto ad un mercatino dell’antiquariato (la copia è del 1912 e vanta una splendida prefazione di Grazia Deledda), l’ho subito acquistato.
Romanzo di formazione
Le aspettative era notevoli e devo dire che il libro non mi ha deluso. Si tratta di un tradizionale libro di formazione, in cui la protagonista, dopo varie avventure e disavventure, torna a casa e trova un suo equilibrio, grazie all’amore di un uomo forte e solitario.
I personaggi sono descritti in maniera meravigliosa, così come gli ambienti e i luoghi. Nella sua prefazione Grazia Deledda scrive: “Friedel Polten è una delle figure romantiche più simpatiche della letteratura giovanile moderna. Forse nella prima parte è alquanto esagerata. Fa troppe birichinate; si direbbe quasi che l’autrice l’abbia un po’ calunniata: non è soltanto un birichino, è un monello di strada. Ma a misura che il birichino cresce e il suo carattere fiero e squisito vince la sua natura quasi selvaggia, quando Friedel comincia ad aver coscienza di se stessa e del suo valore, e, lentamente, trasformata dall’amore e – diciamolo pure – dall’età, diventa una creatura fine e superiore”.
Personalmente aggiungo che la bellezza del romanzo e la varietà dei luoghi e delle situazioni avrebbero reso Il birichino di papà perfetto per il programma World Masterpiece Theater della Nippon Animation (serie di anime ispirati a romanzi della letteratura per ragazzi mondiale di cui fanno parte, tra gli altri, Heidi, Anna dai capelli rossi e Sui monti con Annette).
Henny Koch
Henny Koch nacque ad Alsfeld, Granducato d’Assia, il 22 settembre 1854 e morì a Jugenheim an der Bergstraße il 13 giugno 1925. Realizzò la prima traduzione tedesca di Le avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain nel 1890 e scrisse 29 libri, rivolti principalmente a un pubblico femminile giovane, i cui più celebri sono proprio quelli legati alla serie del Birichino di papà.
Di lei Grazia Deledda, che sembra conoscere molto bene sia la scrittrice che le sue opere sebbene Il Birichino di papà sia il primo romanzo ad essere arrivato in Italia, scrive: “La signorina Koch, la squisita scrittrice alla quale dobbiamo tanti graziosi capolavori del genere, sa tutto il segreto del potere artistico di farci amare e parer vive creature mai vissute altrove che nelle pagine di un libro. E questo potere artistico è tanto più ammirevole quando, come nel Birichino, viene adoperato per tessere la trama di un racconto ove le passioni umane hanno una sfumatura ideale”.
Spiccioli di cultura – Hans Sachs
Il libro è immerso nella cultura del tempo, con tanti piccoli richiami e citazioni disseminati un po’ ovunque.
Quello che mi ha colpito di più è a pagina 232, durante il ballo a cui partecipa tutta la comunità. Tra un ballo e l’altro, i giovani si sfidano con sonetti improvvisati, e l’allegro Max, dopo la sua declamazione, viene interrotto dal padre con queste parole: “Frena la tua vena, o Max. Tu daresti dei punti anche a Hans Sax!”.
Non conoscevo Hans Sax, e quindi, incuriosita, sono andata ad indagare.
Hans Sachs (Norimberga, 5 novembre 1494 – Norimberga, 19 gennaio 1576) è stato un poeta, drammaturgo e maestro cantore tedesco. Alla sua epoca riscosse un notevole successo grazie ai suoi spettacoli teatrali per il carnevale (Fastnachtsspiele), oltre che per le sue farse e i suoi drammi. Fu un sostenitore della Riforma luterana e la sua poesia sulla Riforma Wach auf (Svegliati) fu musicato da Wagner nell’opera I maestri cantori di Norimberga.
#UnescoBook – Il maestoso Jungfrau
Il libro è diviso in 5 parti. La più bella è senza dubbio la quarta, ambientata quasi interamente in Svizzera all’ombra del maestoso Jungfrau, dove Friedel troverà l’amore e crescerà, senza tuttavia rinunciare a se stessa.
In questi capitoli le Alpi vengono descritte con dovizie di particolari e quasi diventano antropomorfe, con un senso di fastidio provato dai monti per l’arrivo del turismo umano (chissà cosa penserebbero oggigiorno le verdi montagne!). Bellissime anche la passeggiata tra i boschi al chiaro di luna (durante la quale Friedel rischierà la vita).
La zona descritta è entrata nel Patrimonio dell’Umanità nel 2001, con un’importante estensione nel 2007. Il che rende Il birichino di papà anche un prezioso #UnescoBook che permette di conoscere la zona come appariva più di cento anni fa…
Nella motivazione dell’Unesco sul motivo per cui il sito è entrato in Lista si legge anche: “Il suo paesaggio impressionante ha svolto un ruolo importante nell’arte, nella letteratura, nell’alpinismo e nel turismo alpino europei”. In questa letteratura io metterei anche Il birichino di papà…
Complessivamente di un libro molto ben scritto, divertente e gentile. Un vero piacere averlo sul comodino e scoprire capitolo dopo capitolo le avventure di questa giovane ragazza (notevoli anche i capitoli ambientati nel collegio). Consigliato a tutti coloro che cercano ancora una buona letteratura.
Una nota alla bella e delicata traduzione di Maria Campanari, che ha tradotto anche i due seguiti. Nella sua introduzione Grazia Deledda, che la conosceva personalmente molto bene, scrive: “Maria Campanari è una graziosa, elegante ed aristocratica fanciulla piena di ingegno, di gusto e soprattutto di buona volontà, la quale ha trovato da sé, nel campo immenso della vita ove tante fanciulle ricche si smarriscono, una via luminosa di lavoro e di gloria”.
Letto: 10-29 agosto 2024
Voto: 8 al libro; 8 a Henny Koch, 8 alla prefazione di Grazia Deledda, 8 alla traduzione di Maria Campanari, 0 alle moderne case editrici che hanno dimenticato la Koch, e che anzi l’hanno ‘cancellata’ accusandola di ‘razzismo’ senza tener conto del periodo storico in cui è vissuta.
Stelle mozzafiato: ****½
Recensione in arrivo:
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