Pedro e il Guercio
di Silvia Faini
di Silvia Faini
Dati tecnici:
Casa Editrice: Arnoldo Mondadori Editore
Pagine: 82
Anno: 2008
Genere: romanzo per bambini
Trama: Italia. Inizio Anni Duemila.
Pedro è un bambino guatemalteco adottato da una coppia italiana. Il suo arrivo nella nuova casa, però, non è dei migliori. Soffre di malinconia per la terra dei suoi avi e i bambini della scuola lo prendono in giro per il colore della palle.
Tra l’indifferenza dei genitori e delle maestre, Pedro si isola e resta quasi sempre da solo a riflettere, giocando pochissimo.
Un giorno viene avvicinato da un uomo grande e grosso, di nome Bepi, ma che tutti chiamano il Guercio. Nonostante tutta la comunità lo ostracizzi e venga consigliato ai bambini di non avvicinarvisi perché pericoloso, Pedro, giorno dopo giorno, gli diviene amico e scopre, così, di non essere più solo. Fino a quando…
Commento: Pedro e il Guercio è stato inserito nel progetto lettura della classe di mio figlio (ogni bambino ha portato un romanzo per lui significativo e poi è iniziata la libera circolazione dei testi tra i bambini – questo è il primo ad essere stato scelto da mio figlio). La lettura è stata rapida e piacevole (il testo è ricco di illustrazioni). Il lessico è semplice e facilmente comprensibile dai più piccoli.
Rimango sorpresa dal constatare che non esiste (o almeno io non l’ho trovata) una recensione del libro on-line (nonostante sia stato pubblicato da Mondadori) e che non ha neppure una pagina su GoodReads (ho cercato varie volte di inserirlo, ma al momento ancora non sono riuscita).
Un libro decisamente Politically correct
Si tratta di un romanzo su cui avevo poche aspettative, ritenendolo l’ennesimo frutto di questa letteratura politically correct indirizzata ai bambini. E su questo non mi sbagliavo.
Molte situazioni vengono estremizzate (l’esclusione di Pedro da parte dei compagni è possibile che avvenga nel silenzio generale, senza l’intervento neppure dei genitori?) ed altre dipinte come delle macchiette (il modo in cui Pedro viene deriso dai bambini è evidentemente esagerato – non conosco nessuno che si comporterebbe così, in una scuola tra l’altro) per mettere in evidenza il problema dell’esclusione del diverso.
E queste sono le parti che meno ho apprezzato, perché un problema non deve essere estremizzato, altrimenti non lo si comprende nelle sue sottigliezze quotidiane.
Il libro parte nel momento in cui vira verso i romanzi d’avventura più tradizionali, con la grotta misteriosa, il tesoro custodito da uno scheletro, la corsa contro il tempo dentro al bosco…
Un libro contro i pregiudizi. Ma…
Vorrei anche sottolineare un tema che mi sta a cuore.
L’obiettivo del libro è senz’altro il travalicare i pregiudizi e prendere coscienza dell’altro come ricchezza e non come pericolo.
Tuttavia viene trattato in maniera non del tutto corretta, a mio avviso.
Pedro, infatti, si avvicina al Guercio, nonostante tutti (genitori, scuola, città) lo dichiarino pericoloso.
Noi come lettori capiamo che in realtà il Guercio viene discriminato perché brutto e perché dopo la morte della figlia si è isolato. Ma Pedro questo non lo sa. Ed è un bambino.
Un bambino dovrebbe affidarsi ai consigli dei genitori.
In questo caso tutto finisce bene e il Guercio viene reintrodotto nella società.
Ma se fosse stato veramente un uomo violento e cattivo? Se fosse stato un pedofilo? O un serial killer?
Se un bambino, leggendo questo libro, si identificasse in qualche modo in Pedro e contro il volere dei genitori si avvicinasse di nascosto ad un uomo ‘pericoloso’ e poi gli venisse fatto del male?
Da scrittrice dico sempre: bisogna stare attenti su quello che si scrive perché i nostri libri in mano ai bambini sono delle armi.
Personalmente, se avessi scritto una storia del genere, avrei fatto che il Guercio era magari un amico del padre di Pedro e che il padre di Pedro lo rassicura dicendogli che è un uomo buono, di cui fidarsi. O magari che viene proprio coinvolto dal padre adottivo di Pedro per fargli da guida… Allora sì, che avrebbe un senso.
Così diviene un libro pericoloso.
Illustrazioni bellissime
La parte più bella in assoluto sono le splendide illustrazioni di Simone Massoni.
Dopo aver fatto le illustrazioni per Pedro e il Guercio, la sua carriera è decisamente decollata ed ora si occupa di arte visiva a tutto tondo, facendo anche mostre in giro per il mondo.
Ha lavorato anche, tra gli altri, per The New York Times, Boston Globe, Oxford University Press e Vogue.
Complessivamente si tratta di un romanzo carino, specialmente nella seconda parte. Ma a mio avviso i bambini meritano di più (e più attenzione).
Il pensiero di mio figlio:
“Il libro è molto carino però ha un difetto, ti vorrebbe insegnare che non ti devi fidare dei più grandi. Però ha una bella cosa, perché ti insegna a pensare con la tua testa e il tuo cuore. Questo libro è molto bello anche perché c’è un collegamento tra Pedro e il Guercio come si è visto nel capitolo della grotta e quando lui va in ospedale e Pedro e i suoi genitori mettono a posto la sua casa e questo per me è un atto che dimostra che Pedro ha un cuore grande come l’universo verso le persone e soprattutto il Guercio”.
Letto: 12-18 settembre 2024
Voto: 6- al libro; 4 a Silvia Faini, 9 alle illustrazioni.
Stelle mozzafiato: ** ½
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