venerdì 11 ottobre 2024

#Libri 'Le avventure del giovane Lupin' di Marta Palazzesi, furti e amicizia all'ombra della Tour Eiffel, tra incongruenze storiche e mirabolanti inseguimenti...

Le avventure del giovane Lupin
di Marta Palazzesi

Dati tecnici:
Casa Editrice: Salani Editore
Pagine: 188
Anno: 2019 (la mia è una ristampa del 2023)
Genere: romanzo giallo per ragazzi


Trama: Parigi. 1886-1889.
Arsenio Lupin ha poco più di 10 anni. Vive in un orfanotrofio in cui i gestori non hanno cura dei bambini, ma pensano solo al guadagno che possono trarre dalle giovani vite a loro affidate. Tutti gli ospiti si rivolgono al piccolo Lupin, che già allora è capace di rubare in maniera lesta e invisibile, per racimolare un po’ di cibo.
Tutto cambia la notte in cui Léon, il più caro amico di Lupin, viene venduto a un losco individuo facendo perdere le sue tracce. Lupin decide, infatti, di scappare dall’orfanotrofio per ritrovare l’amico. Ma la caccia è lunga e difficoltosa. Passano gli anni, arriva la Grande Esposizione Universale, si susseguono colpi che sembrano non avere nulla in comune. E Lupin, ormai riconosciuto come il miglior giovane ladro di Parigi, ha ancora l’anima in pena per Léon fino a quando…

Commento: Le avventure del giovane Lupin – Caccia al dottor Moustache è il primo di una duologia dedicata al ladro più famoso del mondo creato da Maurice Leblanc nel 1905 ed ora fatto rivivere da Marta Palazzesi. L’ho conosciuto perché l’incipit era presente in uno dei libri di testo di mio figlio e devo dire che mi aveva colpito per la sua capacità di creare suspense e far provare empatia verso il futuro ladro gentiluomo. 
Le aspettative erano quindi abbastanza alte e complessivamente posso dire che il libro non mi ha deluso, anche se ho trovato un paio di pecche.


Marta Palazzesi

Esaltazione della Rivoluzione Francese
L’autrice Marta Palazzesi, nata a Milano nel 1984, mi lascia l’impressione di essere una sorta di vittima, forse inconsapevole, di una visione distorta e unilaterale sulla Rivoluzione Francese e sulle sue conseguenze, come ormai accade ovunque (al riguardo vorrei ricordare l’orribile La bambinaia francese della più nota Bianca Pitzorno). Nella fattispecie mi ha estremamente colpito il fatto che la Palazzesi derubricasse a una manciata di pochi nostalgici realisti il movimento che nel 1889 (durante l’Esposizione Universale di Parigi) ancora si batteva per il ripristino della monarchia in Francia.
Nella realtà la questione in Francia era ancora molto viva. Dopo la morte di Enrico V nel 1883, ultimo erede diretto di Luigi XV, era continuata l’accesa disputa tra legittimisti e orleanisti viva ancora ai giorni nostri (figuriamoci quanto potesse esserlo nel 1889!).

SPOILER – Maria Teresa Carlotta di Borbone e i controsensi storici
Tra le poche informazioni che vengono rilasciate su Marta Palazzesi, vi è il fatto che prima di scrivere un’avventura faccia approfondite ricerche storiche sul tempo in cui ambienta i suoi romanzi. Però c’è qualcosa che non mi convince molto nella ricostruzione qui presentata nel suo snodo cruciale.
A pag. 158, infatti, il Dottor Moustache dichiara che “Nessuno ha mai saputo che mia nonna (Maria Teresa Carlotta di Borbone, figlia di Luigi XVI e Maria Antonietta, ndr), l’unica superstite di una famiglia un tempo grandiosa, spazzata via dalla follia di un popolo avido di crudeltà, ebbe un figlio in tarda età. Perché avrebbe dovuto renderlo noto al mondo, quando il mondo non faceva che infierire su di lei?...”.
Questa ricostruzione, Storia alla mano, è assurda.
La monarchia francese, infatti, si trasmetteva tramite la linea maschile (non è la monarchia britannica, ma borbonica), quindi il fatto che fosse la figlia di Luigi XVI non avrebbe comportato rischi per i repubblicani (altrimenti, mi duole dirlo, l’avrebbero uccisa come fecero con il Delfino).
Tuttavia c’è un ma. Nel 1799 la figlia di Luigi XVI sposò, infatti, il cugino Luigi Antonio di Borbone (figlio del fratello minore di Luigi XVI divenuto re con il nome di Carlo X). Luigi Antonio di Borbone fu Re per circa 20 minuti il 2 agosto 1830 con il nome di Luigi XIX e di conseguenza la moglie fu Regina. Senza entrare nello scontro politico tra i vari eredi al trono è ovvio che se Luigi XIX e Madame Royale (come Carlotta era chiamata negli ambienti) avessero avuto un figlio tutti lo avrebbero saputo! E, soprattutto, sarebbe valsa la discendenza da Luigi XIX (e Carlo X) e non da Luigi XVI e Maria Antonietta.
Detto questo, sarebbe stato più affascinante se la Palazzesi avesse fatto il Dottor Moustache erede del Delfino di Francia, dimostrando come in realtà non fosse morto nel Tempio, ma fosse riuscito a mettersi in salvo grazie ai realisti (come immaginato, per esempio, nei meravigliosi La grande impresa della Primula Rossa e Un principe errante della Baronessa Orczy). Lì sì, che il discendente, con i dovuti documenti alla mano, avrebbe potuto rivendicare il trono di Francia ed avere dalla sua parte sia i legittimisti che gli orleanisti.
E il dottor Moustache, proprio per l’esistenza di questi movimenti, avrebbe potuto rivendicare il trono in maniera legittima e sarebbe stato sostenuto sicuramente da almeno una delle due ali dei realisti. Il problema è che per la Palazzesi questo movimento fortissimo nella Francia dell’epoca non esiste…


Meta game – La Tour Eiffel
E questo concetto è ancora più evidente quando si parla della Tour Eiffel. Il monumento iconico di Parigi, infatti, viene scelto dal Dottor Moustache come obiettivo da abbattere perché costruito nel centenario della Rivoluzione Francese (e questo è vero) e per questo ammirato, visitato e applaudito.
L’autrice fa in questo caso un errore che nei giochi di ruolo si chiama meta game. La visione che il Dottor Moustache, infatti, ha della Tour Eiffel è quella che abbiamo noi oggi. All’epoca la sua costruzione fu vista con molto distacco e la sua modernità non piaceva, tanto che si era arrivati all’accordo che circa 20 anni dopo la sua costruzione sarebbe dovuta essere abbattuta.  Quindi questo è quello che avrebbe dovuto dire il Dottor Moustache, perché lui non poteva sapere quello che in seguito la Torre sarebbe diventata per Parigi e per il mondo.


Passando oltre a queste incongruenze storiche (che sarebbe stato meglio evitare), il libro è carino, costruito bene e ricco di personaggi interessanti. Spinge altresì a leggere i libri originali di Leblanc, per scoprire chi di questi rimane al fianco di Lupin anche da adulto e chi invece è stato ideato dalla Palazzesi.

Il pensiero di mio figlio:
“Questo libro mi è piaciuto perché è un’avventura che insegna tante cose, perché ci sono Lupin e Ganimard che erano nemici e poi diventano amici per catturare il Dottor Moustache e ritrovare Léon. Mi sono appassionato tanto perché questa scrittura ti faceva entrare nel libro. La scena che mi è piaciuta di più è stata quando Léon e Lupin mangiano insieme il gelato davanti alla Torre Eiffel perché dà un segno profondo di amicizia. Il mio voto è 10!”.

Letto: 4 luglio – 24 settembre 2024

Voto: 7 al libro; 7 a Marta Palazzesi per l’idea e la scrittura, 5 a Marta Palazzesi per le incongruenze storiche (siano esse volute o subite), 7 alla copertina.

Stelle mozzafiato: ***

Recensioni in arrivo: 
La banda della Primula Rossa della Baronessa Emma Orczy
I serpenti della Cornovaglia di Georgette Heyer
Penny di Isobel St. Vincent
Hank Zipzer e i calzini portafortuna di Henry Winkler e Lin Oliver

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