mercoledì 16 ottobre 2024

#Libri - 'I serpenti della Cornovaglia', giallo morboso e angosciante della regina del regency Georgette Heyer

I serpenti della Cornovaglia
di Georgette Heyer

Dati tecnici:
Titolo originale: Penhallow
Traduzione: Diana Fonticoli
Casa Editrice: Arnoldo Mondadori Editore
Collana: Il Giallo Mondadori n. 2934
Pagine: 318
Anno: 1942 (in Italia dal 2007)
Genere: romanzo giallo


Trama: Anni Trenta. Cornovaglia.
Adam Penhallow è un capofamiglia dispotico e arrogante. Sembra provare piacere a vessare con le sue decisioni i suoi 8 figli legittimi (sette avuti dalla prima moglie e l’ultimo avuto dalla seconda moglie Faith), la stessa Faith, la servitù e anche i figli illegittimi. Senza contare che sta dilapidando il patrimonio, creando una forte tensione con il primogenito Raymond, che amministra la tenuta e l’allevamento di cavalli.
Liti costanti, volgarità, intrighi, bugie, pasti smodati.
Fino all’apogeo raggiunto il giorno prima del compleanno del patriarca, che porterà qualcuno ad avvelenarlo. Ma quella che doveva sembrare una normale morte nel sonno, viene invece individuata come assassinio dal medico chiamato a certificare il decesso.
E da questo momento l’equilibrio della famiglia crolla su se stesso fino a quando…


Commento: Ho trovato I serpenti della Cornovaglia presso il Bar Voce di Rocca di Mezzo, che aderisce al progetto Lascia un libro, prendi un libro, una rete nazionale volontaria per il recupero e la condivisione gratuita dei libri (avevo così recuperato anche Rosa di Tannenburg di Christoph von Schmid). Appena l’ho visto, l’ho preso subito perché amo Georgette Heyer. La conosco più per i suoi romanzi regency, ma apprezzo anche i suoi gialli, noti come ‘gialli di conversazione’. Con questo spirito felice e allegro, scelgo immediatamente I serpenti della Cornovaglia dopo aver finito Twilight, convinta di accingermi a una lettura piacevole con un mystery a tinte rosa.
Sono rimasta DELUSISSIMA. Il romanzo si discosta in maniera terribile dai tradizionali gialli della Heyer, portandomi ad avere tra le mani una storia ricca di linguaggio al limite del volgare e di situazioni destabilizzanti (tanto che all’epoca fu vietato in Irlanda).


La dolce e timida Faith, vessata dal marito

Orribile
I serpenti della Cornovaglia si candida seriamente ad essere il peggior libro letto nel 2024. L’ho trovato angosciante e pedante. Volgare all’ennesima potenza e, di fatto, inutile. Ho impiegato un’eternità a leggerlo perché avevo veramente difficoltà a ritagliarmi dei momenti per dedicarmi alla sua lettura.
Non vi sono personaggi positivi in cui immedesimarsi e la trama, tra l’altro, non regala neppure colpi di scena, perché l’assassino si conosce prima ancora che Adam Penhallow muoia perché la Heyer ci mostra mentre mette il veleno nella bottiglia di whisky.
Un libro incomprensibile, che spinge a chiedersi: ma perché Georgette Heyer ha impiegato tempo e forze per dedicarsi alla scrittura di questo romanzo?


Adam Penhallow sul suo letto di morte

Ossessione della Heyer
Curiosa e stupita cerco di indagare per recuperare maggiori informazioni al riguardo.
Scopro che il romanzo è stato scritto tra La carta vincente (meraviglioso) e Una ragazza adorabile (molto carino) e che è stato fortemente voluto dalla Heyer, che quasi aveva un’ossessione per questa storia, con i personaggi che lentamente le erano sorti nella mente e doveva metterli per forza su carta.
Si narra che la scrittrice di Wimbledon fosse convinta che questo libro avrebbe significato una svolta decisiva nella sua carriera e che in molti ne avrebbero parlato. Impiega quindi tutta la sua energia per portarlo al termine rapidamente, approfondendo il maggior numero di personaggi e creando un’atmosfera cupa e insalubre. 
Il suo editore tradizionale rifiuta il manoscritto, non reputandolo adeguato ai lettori che la Heyer aveva conquistato fino a quel momento (e mi viene da dire, ci credo!). Ma la Heyer aveva già la carta di riserva e lo pubblica con la Heinemann, nota per la pubblicazione di opere di autori famosi precedentemente pubblicate a puntate (tra cui H.G. Wells, Rudyard Kipling e Henry James) nonché casa editrice di Graham Greene.


Il successo non arriva
Il successo, però, non arriva.
Il libro non viene compreso dal pubblico e a 80 anni di distanza ancora si dibatte su questo romanzo così fuori dagli schemi per un’autrice come la Heyer.
Da una parte c’è chi mette in evidenza la sua modernità, con personaggi estremamente border line per la letteratura dell’epoca, dall’altra chi non riesce a entrare nel meccanismo del romanzo, definito lento, morboso, disfattista.
Il tutto, ricordiamolo, scritto nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale.
Personalmente comprendo benissimo il motivo per cui il libro non sia piaciuto. I lettori tradizionali di Georgette Heyer non vi riconoscevano la loro autrice preferita e quindi lo hanno rigettato. Dall’altra, i lettori che avrebbero potuto apprezzarlo, non si sono soffermati su un romanzo di un’autrice che a loro avviso scriveva storie d’amore.
Leggo anche che ci siano teorie contrarie e differenti sui motivi che hanno spinto la Heyer a scrivere questa storia. Forse è a causa di una forma latente di depressione, come suggerisce la sua biografa Jane Aiken Hodge (nota in Italia per il bellissimo L’ereditiera ribelle), forse per superare il dolore per la morte della madre del marito, forse perché voleva sfidare se stessa e dimostrare e dimostrarsi di essere in grado di scrivere un romanzo articolato e angoscioso in cui non esisteva nessun personaggio positivo?
Non lo sapremo mai, forse.
Quello che io potrei osare dire è che forse la Heyer fosse rimasta impressionata dalla trama e dal successo di Dieci piccoli indiani di Agatha Christie (uscito nel 1939) e si sia detta che anche lei sarebbe potuta essere in grado di scrivere una storia similare…


Bodmin Moor, in Cornovaglia, dove è ambientata la storia

Complessivamente è un romanzo davvero molto strano, che non mi è piaciuto. Consigliato a chi vuole conoscere non solo le luci di Georgette Heyer e a chi ama i gialli morbosi.

Letto: 8 settembre – 6 ottobre 2024

Voto: 3 al libro; 4 alla capacità narrativa di Georgette Heyer solitamente così dettagliata e puntuale e qui assolutamente scadente (solo per fare un esempio, il libro si svolge in Cornovaglia ma quasi non si percepisce nulla di questa regione meravigliosa).

Stelle mozzafiato: *

Recensione in arrivo: 
La banda della Primula Rossa della Baronessa Emma Orczy
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