L’ereditiera ribelle
di Jane Aiken Hodge
Dati tecnici:
Titolo originale: Rebel
Heiress
Traduttrice: Maria Giulia Castagnone
Casa Editrice: Mondadori
Pagine: 255
Anno: 1975 (in Italia dal 1976)
La
giovane Henrietta Marchomont è improvvisamente sola al mondo. La rigida e
‘virtuosa’ zia Abigail è infine morta e la ragazza si ritrova a dover
abbandonare la casa in cui ha sempre vissuto.
Agli
occhi della piccola comunità in cui vive vi è quasi compassione per la giovane
che rischia di non sapere dove andare (anche se il reverendo è disposto a
sposarla, innamorato della sua forza e della sua tenacia). Ma gli occhi della
comunità non leggono nel cuore di Henrietta. Poco prima che la zia Abigail
morisse, ella aveva scoperto che il padre (da cui aveva sempre pensato di
essere stata abbandonata), in realtà era stato ingannato. La zia lo aveva
informato che la moglie era morta di parto e con lei anche la bambina appena
messa al mondo. La zia Abigail aveva pensato così di proteggere la bimba dalle
grinfie dell’aristocrazia inglese (il padre è Lord Marchmont), ma non è dello
stesso avviso Henrietta.
Dopo
il funerale raccoglie le sue poche cose e quasi fugge da Boston (dopo aver
salutato con grande affetto il reverendo) e si imbarca verso la sua nuova vita
a Londra.
Ma
non tutto sarà facile come aveva previsto. Il padre l’accoglierà con gioia, ma
non tutti saranno dello stesso avviso (specialmente chi sperava di ereditare
titolo e patrimonio dal Lord). Ma non è solo questo. Londra si rivelerà ricca
di intrighi e di inganni, di balli al veleno e di sorrisi glaciali. In questa
selva oscura arriverà in soccorso della giovane nientemeno che Beau Brummel che…
Commento: L’ereditiera ribelle è l’unico regency (che io sappia) arrivato in
Italia di Jane Aiken Hodge (1917-2009), amatissima nei paesi anglosassoni (la
scrittrice è nata in Massachusetts ma si è trasferita a 3 anni in Inghilterra,
dove ha sempre vissuto e di cui ha poi preso la cittadinanza), così come la
sorella Joan, di cui tempo fa ho scritto per il suo L’eredità contesa.
Autrice
tra l’altro di biografie su Jane Austen e Georgette Heyer, la Aiken Hodge ha
dato vita ad un romanzo bellissimo ed originale che approfondisce molti temi
assai interessanti, in primo luogo la politica del tempo e il conflitto tra
americani e inglesi sul commercio (memorabile la scena nella nave mentre la
protagonista viaggia verso l’Inghilterra).
L’originalità
si spegne a poco a poco con il passare dei capitoli e con l’arrivo della
protagonista in Inghilterra, rendendo la storia più simile ai regency
tradizionali (con i balli da Almack’s, la ricerca dei vestiti per ogni
occasione, le ville in campagna e l’impareggiabile Brummell), tuttavia
mantenendo una sua peculiarità. Molto interessante e ben costruita la storia
d’amore.
I
personaggi sono molto ben descritti ed approfonditi ed anche i più negativi
nascondono dietro alla maschera segreti e bugie che svelano i perché delle loro
azioni.
Attraversato
da una sottile vena di femminismo ante
litteram (camuffato un po’ dal fatto che Henrietta è americana e quindi
pensa diversamente dai nobili inglesi), stupisce forse l’ingenuità con cui la
protagonista a volte affronta le situazioni in cui si ritrova (in special modo
il suo rapporto con la matrigna, che è ovvio non possa vederla di buon occhio).
Complessivamente
mi è piaciuto moltissimo e, come per ogni buon libro, quando è finito avrei
voluto poter andare avanti e conoscere maggiori particolari della storia.
Consigliato
a tutti coloro che amano i romanzi storici redatti con garbo e raffinatezza e
non disdegnano una contestualizzazione appropriata e ben definita (così diverso
dai romance moderni scritti quasi a
tirar via). Un po’ meno leggero della Heyer (che anche quando affronta la
questioni degli spazzacamini ne Il gioco
degli equivoci rimane comunque sempre un tantino sopra le righe), ma
comunque godibilissimo.
Nota
a parte: il libro è in hardback, e a differenza di molti altri romanzi
pubblicati da Mondadori in quel periodo direttamente in paperback (cosa di cui
avevo discusso tempo fa) è in edizione integrale.
Letto: primi
di agosto 2017
Voto: 7,5
al romanzo, 8 alla copertina (dell’inimitabile Karel Thole), 4 agli attuali
editori che non pubblicano autrici di questo calibro preferendo testi assai
peggiori.
Stelle mozzafiato: ****
Recensione in arrivo: Avventure di un ragazzo
di Jules Verne
Ciao Diletta, non conosco questa autrice e quindi ti ringrazio per il suggerimento.
RispondiEliminaLa tua recensione entusiasta fa venire voglia di acquistarlo immediatamente e al tempo stesso suscita rabbia, perché in Italia troppo spesso vengono trascurati grandi autori britannici ( ma anche del resto dell'Europa o statunitensi ) che hanno lasciato un segno indelebile nella letteratura del proprio paese, ma che evidentemente da noi son considerati fuori moda...Uff...che nervi...
Ciao Tiziana!
EliminaSono felice che la mia recensione ti sia piaciuta! E' vero, c'è molta rabbia in questa miopia degli editori italiani e a volte non ne capisco il motivo, dal momento che ultimamente il filone 'Jane Austen' sta avendo assai successo.
Forse non ci sono più neppure i traduttori di una volta che sapevano come riproporre in italiano il talento delle autrici inglesi (in primo luogo l'inimitabile Anna Luisa Zazo...)
Speriamo in un futuro...
Grazie per il feedback <3 <3 <3