martedì 17 settembre 2024

#Libri Sapete perché 'Twilight' di Stephenie Meyer è legato alla Napoli settecentesca?

Twilight
(#01 della serie Twilight)

di Stephenie Meyer


Dati Tecnici:
Titolo originale: Twilight
Traduzione: Luca Fusari
Casa Editrice: Fazi Editore
Collana: Lain n. 50
Pagine: 412
Anno: 2005 (in Italia dal 2006)
Genere: fantasy romance per giovani adulti 

Trama: Inizio Anni Duemila, Forks, Stato di Washington.
Isabella ‘Bella’ Swan, dopo il matrimonio della madre con un giocatore di baseball di seconda categoria, decide di trasferirsi nella piovosa Forks dal padre, Ispettore capo della cittadina.
Timida ed impacciata, inizia la nuova vita nella high school del posto, dove riscuote un iniziale successo grazie alla novità che rappresenta. Ma lei rimane interessata solo da un ragazzo estremamente distaccato ma dal volto bellissimo, figlio adottivo del dottor Cullen: Edward.
Dal comportamento altalenante e lo sguardo cangiante, Edward si tiene a distanza da Bella, ma al tempo stesso cerca di avvicinarsi, fino a salvarle la vita in maniera che ha dell’inverosimile quando il compagno di scuola Tyler sbanda con l’auto sul ghiaccio e sta per investirla.
Spaesata, Bella tenta di scoprire cosa si cela dietro a questo ragazzo bellissimo e trova un aiuto insperato nell’indiano Jacob che… 


La Push, dove Bella e Jacob parlano di antiche leggende indiane...

Commento: Arrivato alla 121ma sfida ufficiale (ma in realtà sono state molte di più) infine Twilight viene selezionato come mia lettura. Il libro di certo non ha bisogno di presentazioni, essendo diventato uno dei best seller dei primi Anni Duemila ed essendo diventato un blockbuster hollywoodiano.
Scritto in maniera molto semplice ed evidentemente indirizzato ai giovani, Twilight ha comunque dei punti di forza, tra tutti direi il mettere in risalto la pazienza, la fiducia e il dominio di sé.


Stephenie Meyer

Forks
Partiamo dalla cittadina di Forks, in cui si svolge gran parte del romanzo. In principio mi ero domandata se fosse una località fittizia o se esisteva realmente. E’ vera la seconda ipotesi (e come potete immaginare la cittadina, che fino a quel momento viveva di pesca e di legname, è stata presa d’assalto dagli appassionati della saga).
Ecco come la Meyer, sul suo sito, spiegava la scelta di Forks come location: “Per la mia ambientazione, sapevo di aver bisogno di un posto piovoso fino all’inverosimile. Mi sono rivolta a Google, come faccio per tutte le mie esigenze di ricerca, e ho cercato il posto con più precipitazioni negli Stati Uniti. Si è rivelato essere la penisola di Olympia nello stato di Washington. Ho tirato fuori le mappe della zona e le ho studiate, cercando qualcosa di piccolo, fuori mano, circondato dalla foresta... E lì, proprio dove volevo che fosse, c’era una piccola città chiamata Forks. Non avrebbe potuto essere più perfetta se l’avessi chiamata io stessa. Ho fatto una ricerca di immagini sulla zona e, se il nome non mi avesse convinto, le splendide fotografie avrebbero fatto al caso mio”.

La Spagnola
Un altro elemento che mi ha colpito è che Edward è stato morso dal dottor Cullen nel 1918, quando stava per morire di Spagnola.
Quando fu scritto il libro (nel 2004), la Spagnola era una malattia entrata nel mito dell’immaginario collettivo, lontanissima nel tempo, il che rendeva Edward davvero un sopravvissuto di un’epoca lontana sebbene ‘recente’.
Con l’avvento del Covid-19, la Spagnola è ritornata alla ribalta (non sempre in maniera propria, perché la Spagnola fu drammatica proprio in quanto uccise soprattutto i giovanissimi come Edward) e in un certo qual modo è divenuta quindi meno ‘antica’.
Mi domando quindi se la percezione della malattia di Edward non sia cambiata nei lettori tra il momento di uscita e i giorni nostri. Chissà…

Differenze dal film
Dopo aver letto il libro, ho riguardato il film, che avevo visto solo quando era uscito al cinema. Ricordavo pochissimo (giusto qualche scena di Edward e Bella tra gli alberi) ed ero curiosa di scoprire come era stato drammatizzato.
Il lavoro della sceneggiatrice Melissa Rosenberg è stato fedele ed equilibrato. Sono percettibili alcune piccole differenze (come la presentazione di Jacob all’inizio del film e non a La Push o il fatto che Bella scopra chi siano i Freddi su un libro e non dalle parole di Jacob) e alcuni personaggi (in primis Alice e ancor di più Jasper) sono molto meno approfonditi di quanto non sia nel libro.

Le due differenze più grandi sono:
1) Nel film ci sono varie scene tyser che anticipano scene di vampiri che inseguono umani per succhiarne il sangue ed ucciderli (in principio si potrebbe pensare che siano i Cullen, poi si comprende che è un gruppo altro). Nel libro James e gli altri compaiono senza anticipazioni;
2) il finale. Nell’ultima scena si vede Victoria che guarda da lontano, come se meditasse vendetta dopo l’uccisione di James. Nel libro si legge solo il dialogo tra Edward e Bella durante il ballo di fine anno (ma questo è probabilmente un modo per creare un’anticipazione del secondo film).

Francesco Solimena
Tra le differenze con il film risulta evidente anche l’assenza del riferimento a Francesco Solimena (Canale di Serino, 4 ottobre 1657 – Barra, 5 aprile 1747), pittore e architetto italiano tra le più grandi figure nello sviluppo degli stili barocco e rococò, venendo riconosciuto a livello internazionale come uno degli artisti più famosi del suo tempo.
A pag. 285 Edward informa Bella che Solimena “fu molto ispirato dagli amici di Carlisle. Li raffigurava spesso come dei. Aro, Marcus, Caius. Protettori notturni delle arti”.
Chissà quali opere aveva in mente la Meyer mentre pensava a questi soggetti…


Il trionfo della fede sull'eresia di Francesco Solimena

Complessivamente si tratta di un libro piacevole, che si legge con facilità. Dall’ambientazione assurda, ma costruita con grazia e intelligenza.
Consigliato.

PS Assicuro che non impiegherò altre 121 sfide, prima di leggere il seguito New Moon.

Letto: 29 agosto – 7 settembre 2024

Voto: 7 al libro; 7 a Stephenie Meyer, 9 alla copertina che è diventata iconica, 9 alla trasposizione cinematografica, rispettosa (anche se con un pizzico di black washing).

Stelle mozzafiato: *** ½ 

Recensione in arrivo: 
La banda della Primula Rossa della Baronessa Emma Orczy
La corte delle streghe di John Dickinson Carr
Il birichino di papà di Henny Koch

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