Nove volte nove
#1 della serie di Sorella Ursula
di Anthony Boucher
Dati tecnici:
Titolo originale: Nine
times nine
Traduttore: Delio Ziloni
Pagine: 206
Anno: 1940 negli Usa (1992 in Italia – la mia edizione è del
2009)
Casa editrice: Arnoldo Mondadori
Collana: Gli speciali del Giallo Mondadori n. 58 (Gli
investigatori di Dio)
La copertina della prima edizione in italiano
Manca
poco alla Pasqua e Matt Duncan è stato appena licenziato da un lavoro non
proprio esaltante (faceva parte del team del Progetto Scrittori del Progresso
del lavoro) ma che almeno gli assicurava un salario (anche se non alto) a fine
mese. Afflitto e alla ricerca di nuove idee, Matt incontra, in un bar dove era
andato (forse) ad ubriacarsi, Gregory un suo vecchio compagno di scuola (e
sicuramente molto più ricco di lui). Anche Gregory ha motivi di attaccarsi alla
bottiglia. La donna di cui è innamorato, la splendida e seducente (seppur
giovanissima) Concha Harrigan lo ha appena lasciato per entrare in convento.
Insieme
i due decidono di andare a casa Harrigan per convincere la giovane di origine
ispaniche di desistere dalla decisione e dare un’altra possibilità a Gregory.
Lungo
la via, tuttavia, Gregory cade vittima di una sbronza che gli fa perdere i
sensi e Matt, fedele all’amico, si avventura nell’impresa da solo.
Entra
così nella splendida casa Harrigan ed incontra una famiglia molto diversa da
quello che si era aspettata, a partire da Sorella Ursula, dell’ordine delle
sorelle di Marta di Betania, e Joseph Harrigan, padre di Concha, che tenta di
smascherare Ahasver, un ambiguo capo di una setta religiosa che…
La cover del libro in americano, pubblicato all'inizio
con lo pseudonimo H. H. Holmes per motivi contrattuali
con lo pseudonimo H. H. Holmes per motivi contrattuali
Commento: Bello,
bello, bello.
Nove volte nove
mi è stato prestato da un’amica (a cui a sua volta era stato prestato dalla
mamma) e devo ammettere che io, sebbene ami il genere giallo (e ancor di più il
giallo di inizio Novecento), non avevo mai sentito nominare Anthony Boucher e
ancor meno la sua Sorella Ursula (a cui ha dedicato anche un secondo romanzo, Sorella Ursula indaga nel 1942).
Prima
ancora di iniziare la lettura mi informo su Boucher e scopro che si tratta
dello pseudonimo di William Anthony Parker White (1911-1968), considerato il
più famoso recensore di romanzi gialli della storia e che il suo Nove volte nove nel 1981 è stato
inserito al nono posto (quale altro posto potevano assegnargli ;) ) tra le
migliori storie mystery nella categoria camera
chiusa.
Con
queste informazioni ho iniziato a leggere e devo ammettere che non sono rimasta
delusa dalle aspettative. L’inizio è un po’ complesso (credo dovuto soprattutto
alla traduzione in italiano) perché non si capiscono i cambi temporali (il
romanzo si immagina che sia tutto un ricordo di Matt dopo qualche mese che i
fatti sono accaduti ma non si comprende quando la narrazione del presente si
trasforma nel ricordo del passato).
Detto
questo devo ammettere che la scrittura è decisamente moderna e la storia
appassiona fin dall’inizio (catturando definitivamente nel momento in cui Matt
varca la soglia di casa Harrigan), ed ha un ritmo quasi familiare, inducendo il
lettore a sentire i personaggi come degli amici. Ogni giorno mi accingevo a
leggere uno o due capitoli della storia e mi sembrava di ritrovarmi in un mondo
caldo ed accogliente (nonostante i delitti commessi…!).
Il
giallo si basa molto sull’essenza della religione cattolica, il che mi ha fatto
piacere, anche perché devo ammettere di aver compreso alcuni elementi
fondamentali del giallo quasi solo ‘a pelle’, perché alcuni eventi li reputavo
dissonanti o non dissonanti proprio perché mi immedesimavo in questi personaggi
così devoti (mentre per i pretestanti, che alcuni elementi non li hanno nella
loro religione, non li captano alla prima lettura, o almeno così spiega Matt
Duncan).
Altro
elemento interessante è la camera chiusa,
tipo di giallo che ha affascinato tutti i più famosi giallisti della storia, a
partire da John Dickson Carr che al riguardo ha redatto un vero e proprio
vademecum; vademecum che l’ispettore di polizia studia assieme a Matt per
scartare ogni possibile ipotesi. Il libro è dedicato infatti al celebre
scrittore per mostrargli, con classe e rispetto, che esiste anche un’altra
possibilità di camera chiusa…
Anthony Boucher
Complessivamente
il libro è un piccolo capolavoro, consigliatissimo a tutti coloro che amano il
giallo e vogliono conoscere qualche perla meno nota.
Curiosità:
il libro si svolge nel 1940 ed è scritto nello stesso anno. In Europa si è in
piena guerra, mentre nel romanzo non si sente quasi neppure l’eco di questi
eventi destinati a cambiare il mondo se non un vago cenno ai totalitarismi che
stavano prendendo piede da qualche parte non specificata…
Nota
all’edizione italiana: mancano i personaggi all’inizio del romanzo, come invece
solitamente accade in un libro giallo che si rispetti, e questa assenza pesa
assai nel corso della lettura.
Letto: 12-27
ottobre 2017
Voto: 8
al romanzo, 9 a Anthony Boucher per il capitolo 13 atto a mettere in luce tutti
i casi di ‘camera chiusa’ elaborati da John Dickson Carr, 8 all’introduzione di
Mauro Boncompagni (molto interessante e dettagliata)
Stelle mozzafiato: *****
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