mercoledì 1 novembre 2017

#Libri - Nove volte nove di Anthony Boucher

Nove volte nove
#1 della serie di Sorella Ursula
di Anthony Boucher

Dati tecnici:
Titolo originale: Nine times nine
Traduttore: Delio Ziloni
Pagine: 206
Anno: 1940 negli Usa (1992 in Italia – la mia edizione è del 2009)
Casa editrice: Arnoldo Mondadori
Collana: Gli speciali del Giallo Mondadori n. 58 (Gli investigatori di Dio)


La copertina della prima edizione in italiano


Trama: Los Angeles. Fine marzo 1940.
Manca poco alla Pasqua e Matt Duncan è stato appena licenziato da un lavoro non proprio esaltante (faceva parte del team del Progetto Scrittori del Progresso del lavoro) ma che almeno gli assicurava un salario (anche se non alto) a fine mese. Afflitto e alla ricerca di nuove idee, Matt incontra, in un bar dove era andato (forse) ad ubriacarsi, Gregory un suo vecchio compagno di scuola (e sicuramente molto più ricco di lui). Anche Gregory ha motivi di attaccarsi alla bottiglia. La donna di cui è innamorato, la splendida e seducente (seppur giovanissima) Concha Harrigan lo ha appena lasciato per entrare in convento.

Insieme i due decidono di andare a casa Harrigan per convincere la giovane di origine ispaniche di desistere dalla decisione e dare un’altra possibilità a Gregory.
Lungo la via, tuttavia, Gregory cade vittima di una sbronza che gli fa perdere i sensi e Matt, fedele all’amico, si avventura nell’impresa da solo.
Entra così nella splendida casa Harrigan ed incontra una famiglia molto diversa da quello che si era aspettata, a partire da Sorella Ursula, dell’ordine delle sorelle di Marta di Betania, e Joseph Harrigan, padre di Concha, che tenta di smascherare Ahasver, un ambiguo capo di una setta religiosa che…


La cover del libro in americano, pubblicato all'inizio
con lo pseudonimo H. H. Holmes per motivi contrattuali


Commento: Bello, bello, bello.
Nove volte nove mi è stato prestato da un’amica (a cui a sua volta era stato prestato dalla mamma) e devo ammettere che io, sebbene ami il genere giallo (e ancor di più il giallo di inizio Novecento), non avevo mai sentito nominare Anthony Boucher e ancor meno la sua Sorella Ursula (a cui ha dedicato anche un secondo romanzo, Sorella Ursula indaga nel 1942).
Prima ancora di iniziare la lettura mi informo su Boucher e scopro che si tratta dello pseudonimo di William Anthony Parker White (1911-1968), considerato il più famoso recensore di romanzi gialli della storia e che il suo Nove volte nove nel 1981 è stato inserito al nono posto (quale altro posto potevano assegnargli ;) ) tra le migliori storie mystery nella categoria camera chiusa.
Con queste informazioni ho iniziato a leggere e devo ammettere che non sono rimasta delusa dalle aspettative. L’inizio è un po’ complesso (credo dovuto soprattutto alla traduzione in italiano) perché non si capiscono i cambi temporali (il romanzo si immagina che sia tutto un ricordo di Matt dopo qualche mese che i fatti sono accaduti ma non si comprende quando la narrazione del presente si trasforma nel ricordo del passato).
Detto questo devo ammettere che la scrittura è decisamente moderna e la storia appassiona fin dall’inizio (catturando definitivamente nel momento in cui Matt varca la soglia di casa Harrigan), ed ha un ritmo quasi familiare, inducendo il lettore a sentire i personaggi come degli amici. Ogni giorno mi accingevo a leggere uno o due capitoli della storia e mi sembrava di ritrovarmi in un mondo caldo ed accogliente (nonostante i delitti commessi…!).
Il giallo si basa molto sull’essenza della religione cattolica, il che mi ha fatto piacere, anche perché devo ammettere di aver compreso alcuni elementi fondamentali del giallo quasi solo ‘a pelle’, perché alcuni eventi li reputavo dissonanti o non dissonanti proprio perché mi immedesimavo in questi personaggi così devoti (mentre per i pretestanti, che alcuni elementi non li hanno nella loro religione, non li captano alla prima lettura, o almeno così spiega Matt Duncan).
Altro elemento interessante è la camera chiusa, tipo di giallo che ha affascinato tutti i più famosi giallisti della storia, a partire da John Dickson Carr che al riguardo ha redatto un vero e proprio vademecum; vademecum che l’ispettore di polizia studia assieme a Matt per scartare ogni possibile ipotesi. Il libro è dedicato infatti al celebre scrittore per mostrargli, con classe e rispetto, che esiste anche un’altra possibilità di camera chiusa


Anthony Boucher

Complessivamente il libro è un piccolo capolavoro, consigliatissimo a tutti coloro che amano il giallo e vogliono conoscere qualche perla meno nota.

Curiosità: il libro si svolge nel 1940 ed è scritto nello stesso anno. In Europa si è in piena guerra, mentre nel romanzo non si sente quasi neppure l’eco di questi eventi destinati a cambiare il mondo se non un vago cenno ai totalitarismi che stavano prendendo piede da qualche parte non specificata…

Nota all’edizione italiana: mancano i personaggi all’inizio del romanzo, come invece solitamente accade in un libro giallo che si rispetti, e questa assenza pesa assai nel corso della lettura.

Letto: 12-27 ottobre 2017

Voto: 8 al romanzo, 9 a Anthony Boucher per il capitolo 13 atto a mettere in luce tutti i casi di ‘camera chiusa’ elaborati da John Dickson Carr, 8 all’introduzione di Mauro Boncompagni (molto interessante e dettagliata)

Stelle mozzafiato: *****

Recensione in arrivo: Il campione delle Highlands di Hannah Howell

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