martedì 15 giugno 2021

#Libri 'La stirpe di Astrov' di Constance Heaven, tra amore appassionato e la rivolta decabrista contro lo zar Nicola I

La stirpe degli Astrov (Kuragin #02)

di Constance Heaven

 

Dati tecnici:
Titolo originale: The Astrov Inheritance
Traduzione: Tina Honsel
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar Mondadori n. 558
Pagine: 246
Anno: 1973 (in Italia dal 1974)
Genere: period romance

 


Trama: Inghilterra - Russia, 1824-1825.
Sophie decide (di malavoglia) di partire per la Russia, per andare a trovare la sorella Amaryllis ‘Rilla’ Weston, ora moglie del conte Andrei Kuragin. Sebbene non intenda affrontare un viaggio così lungo e soprattutto non aneli ad incontrare il cognato, reo, a suo avviso, di averle strappato la sorella, Sophie si trova costretta ad accettare perché Rilla, perso da poco il figlio piccolo durante un incendio, ha bisogno di lei.
L’arrivo in Russia sarà per Sophie diverso da quello che si aspettava: Andrei non è quell’uomo arrogante che aveva a lungo pensato, i luoghi sono accoglienti e molti nuovi amici sono all’orizzonte, in special modo Leon e Irina Astrov, cari amici di Andrei…

Sullo sfondo di un punto di svolta della storia della Russia zarista, con rivolte che si insinuano anche tra i soldati dello zar e una sempre più pressante richiesta di libertà, tornano antichi rancori e passati nemici, che porteranno al sanguinoso ed emozionante finale… 

Commento: La stirpe degli Astrov è il secondo della trilogia dedicata alla Russia zarista da Constance Heaven (il primo è La famiglia Kuragin, il terzo è Erede dei Kuragin che non ho e che devo assolutamente recuperare).
Come mi era già capitato con L’eredità di Ravensley (seguito de Il signore di Ravensley), sono rimasta un po’ delusa dalla presentazione complessiva della trama, come se la Heaven non fosse in grado di gestire al meglio un ‘seguito’, ma fosse molto più abile con storie completamente nuove.
Partiamo dalle note di demerito: Sophie e Leon. 

Sophie e Leon:
Se da una parte Rilla e Andrei continuano a bucare la narrazione pur rimanendo molto marginali nella storia, tutto il contrario si può dire dei protagonisti Sophie e Leon.
Sophie è una ragazza egoista e irascibile, completamente incapace di provare alcun tipo di sentimento verso gli altri (se non un’autoesaltazione se viene guardata) e rasenta una totale stupidità (vede tante cose che poi non rivela per ‘dimenticanza’, per ‘superficialità’, perché non le reputa importanti). Non rispetta nessun ordine e non osserva nessuna regola, ma vuole avere ragione lei. Irritante.
Ancora peggio Leon, che dovrebbe essere l’eroe romantico della storia. Il proprietario terriero ‘buono’, che vorrebbe liberare gli schiavi ma non lo fa per paura del nonno; l’aristocratico che preferisce la pittura alla guerra; il nobile che non vorrebbe sposare la donna che non ama ma non può proprio negare al nonno i soldi di cui ha bisogno… Ma il peggio deve ancora arrivare. Alla fine decide di diventare uomo e di partecipare (anzi di guidare) la rivolta contro il nuovo zar… con il risultato che verrà salvato dall’isterica Sophie e lui deciderà di scappare in Inghilterra, lasciando alla gogna gli uomini che lui aveva aizzato alla rivolta. Ma che ufficiale militare è?  Quanto è lontano dal giovane zarevic di cui racconta la leggenda (vedi dopo)? 

Verrebbe da dire: ridateci Rilla e Andrei! La loro storia d’amore sofferta dopo la perdita del figlio è la parte più bella e dispiace quando Sophie, completamente disinteressata al dolore della sorella, decide di andarsene per un mese ospite degli Astrov (così potrà rivedere il suo Leon <3 <3 <3). Bah!

Anelito di libertà - leggenda dello zarevic imprigionato:
Abbandoniamo Sophie e Leon ed analizziamo il libro, che fondamentalmente esalta la libertà, nodo cruciale dell’esistenza stessa, mettendo in confronto le condizioni tra l’impero britannico e la Russia zarista.
“Tu appartieni a un paese libero, Sophie”, dice Andrei a pag. 106. “Puoi criticare i tuoi sovrani, i tuoi ministri, il tuo governo: puoi farlo persino in Parlamento, e nessuno ti getta in carcere per questo…”.
Nel corso del romanzo, inoltre, Leon, racconta la leggenda di un giovane figlio di zar, imprigionato dentro ad un barile assieme alla madre e lanciato nel mare, perché il padre era convinto che la moglie l’avesse tradito e che il figlio non fosse suo. Passarono gli anni e il piccolo zarevic cresceva e si trovava sempre più stretto dentro al barile e chiese alla madre se poteva alzarsi. La madre gli rispose che se si fosse alzato, avrebbe rotto il barile e sarebbero affondati, e il giovane replicò: “E’ meglio vivere un secondo di libertà piuttosto che una vita in prigione”.
La leggenda non racconta cosa poi decise di fare lo zarevic ma il senso di libertà attraversa tutta l’opera e il pensiero di Leon, perché non può esserci vita senza libertà. 

La storia della Russia:
Il romanzo si colloca in un periodo storico ben preciso della storia della Russia e dopo aver fatto riferimento due volte alla battaglia di Borodino, durante la quale è morto con onore il padre di Leon (si tratta della sanguinosa battaglia contro Napoleone raccontata anche in Guerra e Pace), la Heaven si concentra sull’insurrezione decabrista avvenuta il 14 dicembre 1825 a San Pietroburgo al momento della salita al trono dello zar Nicola I, dopo la rinuncia del fratello Costantino I.


Lo zar Nicola I

La rivolta, a cui parteciparono 3.000 soldati, è guidata, nel romanzo, da Leon Astrov.
Sedata nel sangue da Nicola I, l’insurrezione morì quasi prima di nascere. I suoi uomini furono uccisi o deportati in Siberia.
Ma come detto, non Leon, che fuggì senza assumersi la responsabilità delle sue azioni (eppure sarebbe stato bello un romanzo in cui magari Leon veniva deportato in Siberia e l’egoista Sophie decideva di seguirlo fino a laggiù… ma Sophie lo avrebbe fatto? A parole sì, ma poi lo avrebbe veramente seguito? Secondo me no. Più facile fuggire a casuccia in Inghilterra). 


La piazza principale di San Pietroburgo durante la rivolta

Complessivamente si tratta di un romanzo interessante dal punto di vista storico (anche se un po’ di note non avrebbero fatto male), che avrebbe meritato dei protagonisti più solidi e un cattivo meno svilito (il ritorno di Jean Reynard non è gestito al meglio, a mio avviso).

Letto: 20 maggio – 5 giugno 2021

Voto: 6 al libro, 7 a Constance Heaven per gli approfondimenti, 7 alla copertina di Karel Thole, 4 alla mancanza di note (ma non sarebbe stato bello mettere in luce anche i parallelismi con le opere di Tolstoj?), 3 al fatto che non hanno fatto tradurre il libro alla stessa traduttrice de La famglia Kuragin

Stelle mozzafiato: ***

Recensione in arrivo: La vedova riluttante di Georgette Heyer

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