mercoledì 15 luglio 2020

#Libri - 'L'eredità di Ravensley' di Constance Heaven, period romance ambientato durante la Guerra di Crimea

L’eredità di Ravensley (Ravensley #02)
di Constance Heaven

Dati tecnici:
Titolo originale: The Ravensley Touch
Traduzione: Roberta Rambelli
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar Narrativa n. 681
Pagine: 240
Anno: 1982 (in Italia dal 1984)
Genere: period romance


Trama: Italia-Inghilterra-Crimea, 1852-1855
La giovane Laurel Rutland, orfana di entrambi i genitori (il padre è morto prima che lei nascesse) vive a Roma presso il patrigno, il principe Falcone, che ha in mente di farla sposare con il figlio Ugo (avuto in prima nozze). L’idea la ripugna e Laurel decide di fuggire da Roma per raggiungere Londra, dove vive l’anziano nonno.
In suo aiuto arriva inaspettato Jethro Aylsham, che si trovava in Italia, per seguire degli aggiornamenti sulla sua professione di medico chirurgo.
Tra i due sboccia subito un profondo ed intenso amore, ma Jethro presto si accorge che Laurel altri non è che la figlia di Alyne Leigh, la seconda moglie di suo padre…

Dopo averla accompagnata in Inghilterra, Jethro scappa da Laurel e si rifugia prima a Londra, poi si arruola come medico volontario per la guerra di Crimea. Ma l’amore sembra destinato a farli rincontrare.
Tra segreti di famiglia, lingue velenose, battaglie cruente, tradimenti e matrimoni avventati, in fine Jethro e Laurel…


La cover della versione originale

Commento: L’eredità di Ravensley è il secondo libro della duologia di Ravensley dopo Il signore di Ravensley che ho letto poche settimane fa. Le aspettative per questo romanzo erano molto alte, perché il primo mi era piaciuto moltissimo: lo avevo trovato ricco, interessante, dirompente. E leggendo le prime pagine di questo mi ero detta che Constance Heaven continuava a non deludermi, con il primo capitolo ambientato a Roma. Vedevo il Corso, Piazza del Popolo. Respiravo l’atmosfera di metà Ottocento della mia città. L’ho trovato subito molto interessante.
Ma con il passare delle pagine l’entusiasmo è lentamente scemato. Mentre Il signore di Ravensley aveva brillato per la capacità di descrivere a tutto tondo i personaggi sia maschili che femminili ed aveva trattato con magnificenza la situazione dei Fens in Gran Bretagna nella prima metà dell’Ottocento, qui si perdeva quella profondità narrativa. Ci si concentrava solo su Laurel e molto meno sui moltissimi personaggi di contorno (alcuni dei quali prendevano spessore solo perché memori di quello che era accaduto nel primo libro). Complessivamente mi è sembrato una versione povera e priva di spina dorsale di Guerra e Pace, in cui la guerra in questione è la guerra di Crimea.


La drammatica carica dei 600 a Balaclava

Tagli… quanti tagli?:
Tuttavia questa povertà di narrazione non mi convinceva. La Heaven è un’autrice molto attenta ai dettagli e ad approfondimenti che accompagnano il lettore sulla scena. Possibile che improvvisamente tutto questo sia venuto a mancare?
Indago. E cosa scopro? Che il libro in lingua originale è lungo 344 pagine. 344!!!
Capite cosa significa? L’edizione della Mondadori è lunga 240! Cento pagine in meno! (senza contare che la lingua italiana è di natura più lunga di quella inglese!).
Ma quanto lo hanno tagliato?
Così è ovvio che rimane solo la trama e si toglie l’approfondimento psicologico e narrativo!
Un gran peccato.

Russell, primo inviato di guerra della storia:
Tra le particolarità della storia mi ha fatto piacere leggere una frase pronunciata da Jethro a Laurel  a pag. 173: “Mi sono imbattuto in un giornalista del Times, un irlandese, un certo Russell. Gli ho dato tutte le informazioni che ho potuto…”.
Questa frase meriterebbe una nota da parte del traduttore, perché non si tratta di una battuta fatta cadere lì per caso.
William Howard Russell, infatti, è considerato il primo inviato di guerra della storia e i suoi articoli dalla Guerra di Crimea furono fondamentali per la conoscenza di quel conflitto cruento e violento.
Personalmente ho una tale ammirazione per Russell (studiato all’Università), da dare il suo nome ad un personaggio dei miei romanzi: l’uomo addetto agli interrogatori dell’MI6, con l’obiettivo di estrapolare il maggior numero di informazioni possibile da riferire ai suoi superiori…


William Howard Russell

Lord Palmerston:
Russell non è l’unico personaggio storico che compare nel romanzo.
Tra le varie citazioni (e chissà quanti non ho notato, dal momento che mancano le note ed io non sono un’enciclopedia della Guerra di Crimea, sicuramente compare l’infermiera Florence Nightingale), mi ha colpita quella di Lord Palmerston, che io ho imparato a conoscere grazie alla serie tv Victoria nel quale era ancora un giovane insolente Ministro degli Esteri e che qui mi ritrovo avanti con gli anni e dimissionario proprio perché non condivideva l’idea della Guerra di Crimea, destinata ad essere una carneficina.
La parte politica è poco approfondita (Lord Palmerston compare come testimone del testamento del nonno di Laurel e poi come amico a cui Laurel si affida nel suo periodo londinese), ed invece sarebbe stato assai interessante leggere di più della sua arguta e aggressiva arte diplomatica (e chissà, magari nella versione integrale c’era!).


Lord Palmerston

Complessivamente è un libro in cui è evidente che manca qualcosa e che sembra quasi una scusa della Heaven per approfondire i temi della Guerra in Crimea costringendo personaggi di un’altra storia a vedere le loro vite catapultate in un’altra realtà. Molto migliore il primo. La stessa Laurel, troppo bella, troppo buona, troppo perfetta, attira poco. Molto meglio Clarissa del primo romanzo.

Letto: 29 giugno – 11 luglio 2020

Voto: 6 al libro, 3 alla Mondadori per i tagli (e per non avvertito che si trattava di una versione non integrale), 4 alla Mondadori per non aver affidato la traduzione a Paola Forti (traduttrice del primo libro), perché per avere continuità di narrazione sarebbe necessario una continuità nella traduzione, 6 alla copertina senza lode e senza infamia.

Stelle mozzafiato: ***

Recensione in arrivo: Frederica di Georgette Heyer

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