venerdì 31 luglio 2020

#Libri 'Frederica' di Georgette Heyer, un gioiello prezioso della regina del regency

Frederica

di Georgette Heyer

 

Dati tecnici:

Titolo originale: Frederica

Traduttrice: Cecilia Vallardi

Casa Editrice: Astoria

Collana: Astoria Vintage

Pagine: 408

Anno: 1965 (in Italia dal 1988 – la mia edizione è del 2020)

Genere: regency



Trama: Londra, 1818.

Frederica Merriville, primogenita di 5 fratelli (3 maschi e 2 femmine) arriva a Londra con la speranza di organizzare una Stagione per la giovane, bellissima sorella Charis e permetterle così di contrarre un matrimonio che le possa regalare una futura vita per lo meno agiata. I Merriville, infatti, benché il padre sia di nobili origini, hanno visto sperperare tutto il patrimonio (ereditato dalla non nobile madre) da parte del padre (che dopo la morte dell’amata consorte ha riniziato a giocare).

L’intraprendente primogenita, ormai 24enne e senza mire matrimoniali, chiede quindi aiuto ad un lontano cugino acquisito, il marchese di Alverstoke, libertino annoiato dalla vita di 37 anni, ma con un patrimonio a cui tutti i familiari mirano per ogni piccola occasione. Ma Frederica non è al suo patrimonio che punta, bensì alla sua influenza in società, chiedendogli solamente di aiutarla a presentare negli ambienti migliori l’adorabile sorella.

Il marchese, inaspettatamente, risponde positivamente (ma solo per fare un dispetto all’asfissiante sorella Lady Buxted) ed inizia così una Stagione incredibile per i Merriville. Ed anche per il marchese, che rimaste trascinato in una vita ricca di sorprese e di risvolti inaspettati.

Tra cani focosi, palloni aerostatici, lutti improvvisi, sorelle che tornano dalla campagna, fratelli audaci, palchi all’opera e incidenti con la draisina, il marchese si lascia incantare dalla forza e il coraggio di una donna che, in realtà, non è affatto ormai solo una zitella destinata unicamente a diventare zia…



Copertine delle prime edizioni di Frederica

 

Commento: Avevo già letto Frederica nella traduzione della BUR sul finire degli Anni Ottanta ma non mi era piaciuto a causa di una traduzione poco brillante e noiosa. Quindi, saputo che Astoria aveva deciso di pubblicare nuovamente questo romanzo con una nuova versione in italiano, ho pregustato con ansia la lettura, anche perché mia mamma (che ha letto varie volte il libro in inglese) mi aveva anticipato che era uno dei migliori libri della Heyer e che rientrava nel genere che più preferivo.

Appena è uscito l’ho ordinato e appena è arrivato l’ho messo al primo posto tra le mie letture.

L’attesa e l’anticipazione non è stata vana.

Il libro mi è piaciuto moltissimo…

Come detto rientra nel genere della Heyer che preferisco: ovvero protagonisti adulti, e storie d’amore che crescono lentamente grazie ad una sintonia intellettuale. Niente equivoci o inganni, bugie o giochetti. Si tratta di due personaggi schietti, aperti, forti, intensi. Che si conoscono e che si travolgono l’un l’altro, facendo scricchiolare le certezze di entrambi e portando entrambi a cambiare, facendo loro capire pagina dopo pagina che l’amore non è qualcosa di strombazzante in superficie ma qualcosa che entra dentro lentamente, quasi inconsapevolmente, e ci rende persone migliori, meno egoiste e più aperte alla gioia e all’allegria.



La versione di mia mamma <3

 

Le patronesse Almack’s:

Anche in questo romanzo tornano dei personaggi realmente esistiti, molto cari alla Heyer: le patronesse di Almack’s.

Nella fattispecie spadroneggia tra le pagine (nonostante compaia assai poco) Lady Jersey, che apprezza Frederica ed è tra le prime ad accorgersi che il marchese ne è rimasto estremamente colpito. Sullo sfondo anche la Contessa di Sefton.

Le patronesse di Almack’s erano circa sei o sette e rappresentavano una sorta di comitato delle lady più influenti dell’alta società e il loro banno al circolo di Almack’s avrebbe potuto significare la morte sociale per una giovane debuttante.



Lady Jersey in un ritratto di Alfred Edward Chalon
 

Pallone aerostatico e draisina:

Frederica non è un romanzo regency tradizionale, ma viene posta molta attenzione anche alle novità tecniche e tecnologiche dell’epoca (facendo quasi un’anticipazione della ventata di ‘futuro’ che avrebbe portato il principe Alberto con la Grande Esposizione del 1851).

Ed ecco che viene dato ampio spazio alla Draisina, progenitore della bicicletta, inventata nel 1816 e molto in voga all’epoca specialmente tra i giovani.

E ancor di più il pallone aerostatico (in quasi tutte le copertine del libro compare un disegno di questo oggetto di straordinario fascino).

Il motivo di questo originale approfondimento è dovuto ai fratelli di Frederica (Felix e Jessamy, rispettivamente 12 e 16 anni), che scombussolano la vita di Frederica (e del marchese) con i loro slanci giovanili, le loro passioni, i loro sogni, i loro sbagli.

Si tratta di personaggi stupendi, descritti a tutto tondo, che entrano dentro e che portano al lettore la voglia di guidarli e proteggerli, come accade al marchese…



Una draisina del 1817
 

Un libro delizioso, che incanterà chi lo leggerà e che, al termine, lascerà un grande vuoto, avendo il desiderio di continuare a sapere le avventure di questi nuovi amici (come sempre accade con i grandi romanzi)

La traduzione è sicuramente molto migliore di quella del 1988 e riprende tutta l’ironia e l’arguzia con cui sono disseminati i dialoghi (moltissimi) tra Frederica e il marchese (anche se ci sono un paio di errori evitabili e un po’ di politicamente corretto che nella versione originale non esisteva).

Un gioiello che non può mancare in nessuna biblioteca di chi ama i regency vecchio stile, in cui si può raccontare l’intensità di un sentimento travolgente anche solo con uno sguardo silenzioso o una decisione all’apparenza inspiegabile.

 

Mozzafiato.

 

(Ri)Letto: 12-27 luglio 2020

 

Voto: 8 ½ al libro, 10 ad Astoria per aver riproposto questo titolo (ed ora spero che lo faccia con gli altri due titoli tradotti dalla BUR assai maldestramente, Una ragazza perbene e Un contratto conveniente), 7 alla traduzione.

 

Stelle mozzafiato: ****

 

Recensione in arrivo: Il fantasma del tempo di Linda Buckley-Archer

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