ROMA (28 maggio 2020) - Non sono un medico, non sono un educatore, non sono neppure un politico.
Sono una giornalista. E io credo fermamente che il ruolo del giornalista sia quello, copio dalla Treccani, quello di scrivere "inchieste volte a denunciare problemi sociali".
Il problema sociale a mio avviso più pressante in questo momento, e più dimenticato, è quello della scuola e dell'educazione, sebbene il diritto alla scuola sia un diritto sancito dall'art. 34 della Costituzione (e non ditemi che il diritto è tutelato dalla didattica a distanza, lo sapete che solo a Roma, a Roma!, solo il 39% degli alunni di scuola primaria ha potuto godere della Dat? E se l'altro 61% non ha potuto concludere degnamente l'anno... pazienza! Che volete che sia, sono solo bambini!).