ROMA (15 marzo) - Ieri è andata in onda su RaiUno la penultima puntata di 'Un passo dal cielo 4'. Continua a non piacermi in nessun modo.
E non solo per il passaggio di testimone tra Terence Hill e Daniele Liotti, ma per l'essenza stessa dello sceneggiato.
Perché non mi piace
Le serie con Terence Hill erano, seppur con i loro misteri e loro loschi intrighi, comunque leggere, divertenti, piacevoli.
Questa stagione è cupa e pesante. Già il presupposto è inaccettabile. In una serie ideata per le famiglie, ideare che il protagonista ha perso un figlio per colpa di un'arma è troppo pesante. Nella puntata di una settimana fa ho contato che vi erano 3, ripeto 3, bambini morti per le motivazioni più svariate. Ora... ma è mai possibile? Gli sceneggiatori non hanno idee e devono andare sul lacrimevole per coinvolgere gli spettatori?
Ma non è solo questo. Tutta la storia sembra una cappa di nebbia nera che cala sulle montagne più belle del mondo e le oscura. Già, le montagne. Nelle prime tre stagioni le montagne facendo parte della storia. Pietro (Terence Hill) le conosceva, le amava, le respirava. Ora sono buttate lì di contorno, per la fotografia, ma non si sentono più... Il che è palesemente ovvio, dal momento che Francesco (Daniele Liotti) in realtà non le conosce e il personaggio di Roccia (Francesco Salvi) è inspiegabilmente relegato a poco più di un cameo.
Daniele Liotti è Francesco