Cotillon
di Georgette Heyer
Dati tecnici:
Titolo originale: id.
Casa Editrice: Mondadori
Collezione: I libri di Georgette Heyer
Pagine: 258
Anno: 1953 (in Italia dal 1978)
Genere: regency
Trama: Inghilterra. 1816.
L’anziano (e ricchissimo) signor Penicuik convoca i quattro pronipoti nella sua magione, per comunicare loro di aver deciso come dividere la sua ingente eredità.
Il premio andrà a colui che sposerà la figliastra, la signorina Kitty Charing.
Ma è davvero così semplice? Se da una parte i quattro pronipoti hanno storie alle spalle differenti (c’è chi è già sposato, chi è costretto dalla madre a fare la domanda di matrimonio ma è innamorato di un’altra donna, chi vede Kitty solo come un’amica e chi, sicuro di essere il preferito, neppure si presenta), dall’altra c’è Kitty, che desidera con tutto il cuore andare a Londra per convincere il quarto pronipote a sciogliere gli indugi
Per riuscire nell’impresa Kitty decide di affidarsi alla gentilezza di Fredrerick Standen (il pronipote che la vede solo come un’amica, ma dal cuore d’oro), con cui finge un fidanzamento (che poi troncherà quando troverà l’amore dell’altro pretendente). Come clausola chiede solo di essere accompagnata a Londra.
Ma accadrà davvero tutto secondo i piani?
Freddy starà davvero a guardare mentre Kitty si mette costantemente nei guai?
E Kitty rimarrà davvero incantata dalle luci di Londra?
Commento: Cotillon è il dodicesimo regency scritto da Georgette Heyer e lo si può definire quasi un divertissement per l’autrice che in principio non aveva neppure ben in testa idea quello che sarebbe accaduto a Kitty una volta giunta a Londra, se non “un tripudio di assurdità”. A tratti mi ha richiamato alla mente lo stile di Una ragazza adorabile.
Strada giusta
Uno dei dialoghi più belli tra Kitty e Freddy è quello che verte sulle disavventura di un’amica che Kitty ha conosciuto a Londra, Olivia Broughty, costretta dalla madre ad un legame disdicevole, pur di ottenere dei vantaggi economici.
La frase pronunciata da Freddy per spiegare a Kitty i perché dei comportamenti strani di Olivia nonostante la sua bontà d’animo, è di grandissimo impatto: “Si intende, Kit. Come potete sapere la strada giusta se nessuno vi ha insegnato altro che la strada sbagliata?”. (pag. 198)
Un messaggio dirompente sull’importanza dell’educazione e sul buon esempio da offrire ai giovani, un ruolo che troppo spesso viene severamente trascurato dagli adulti, che giocano ancora a fare gli adolescenti.
Spiccioli di cultura – Angelica Kauffmann
A pag. 131 si racconta del dono che Kitty riceve dal signor Westruther (il pronipote talmente sicuro dell’amore di Kitty, da non essersi neppure degnato di partecipare all’adunanza convocata dal signor Penicuik), nel momento in cui si rende conto che forse Freddy sta facendo breccia nel suo cuore: un ventaglio intagliato e dipinto “con delicati medaglioni da Angelica Kauffmann”.
Non conoscevo quest’artista, ma sapendo la cura ai dettagli della Heyer mi sono detta che doveva trattarsi di un oggetto estremamente raffinato e alla moda. Sono quindi andata a fare delle ricerche ed ho scoperto che la Kauffmann (Coira, 30 ottobre 1741 – Roma, 5 novembre 1807) è stata una pittrice svizzera, specializzata nella ritrattistica e nei soggetti storici (due suoi dipinti sono agli Uffizi di Firenze!).
Le sue opere e la sua personalità furono altamente apprezzate anche da Goethe, che la definì “la miglior conoscenza” fatta a Roma.
La pittrice passò anche del tempo in Inghilterra dal 1766 al 1781, dove fu un’artista estremamente ricercata (il ventaglio regalato a Kitty, quindi, è estremamente pregiato da momento che era stato realizzato, come minimo, più di trent’anni prima).
Angelica tornò quindi in Italia quando sposò il pittore Antonio Zucchi, con cui è sepolta in Sant’Andrea delle Fratte.
Spiccioli di cultura – Belle Assemblée
All’arrivo a Londra, Kitty viene trascinata dalla famiglia di Freddy a rifarsi completamente un guardaroba, in vista della stagione. Per l’occasione la signorina Charing mostra “a Lady Buckhaven l’illustrazione di un incantevole abito di sera di un tenue color lilla scoperta in uno dei numeri della “Belle Assemblée””. (pag. 77).
Non conoscevo questa rivista e sono quindi, anche qui, andata ad indagare.
Ho scoperto che si trattava di una rivista femminile britannica pubblicata dal 1806 al 1837, fondata da John Bell (1745–1831). Ricordata oggi (e anche nel libro) soprattutto per le sue tavole di moda in stile regency, fino al 1820 pubblicò anche poesie e narrativa originali, articoli di saggistica su politica e scienza, recensioni di libri e teatro e romanzi a puntate. Tra i collaboratori si annovera anche Mary Shelley (l’autrice di Frankestein).
Un modello del 1816
Complessivamente si tratta di un romanzo carino. In alcuni punti l'ho trovato un po' sopra le righe, con la Heyer che gigioneggia forse un po' troppo con il personaggio di Dolphinton (il pronipote che si propone ma ama un’altra donna).
Una lettura piacevole.
Letto: 24 aprile – 14 maggio 2025
Voto: 7,5 al libro (il libro vale molto, ma Georgette Heyer può arrivare a livelli più alti); 8 alla copertina, 8 alla traduzione di Anna Luisa Zazo
Stelle mozzafiato: *** ½
Recensioni in arrivo:
Il birichino di papà – I rampolli di Henny Koch
La spiaggia del delfino di Roberta e Sergio Grazzani
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