L’angelo di vetro
di Corina Bomann
Dati tecnici:
Titolo originale: Winterengel
Traduttore: Fiammetta Giorgi
Casa Editrice: Giunti
Collana: -
Pagine: 303
Anno: 2017 (in Italia dal 2018)
Genere: romance storico ambientato in epoca vittoriana
La giovane Anna Härtel vive con la madre
malata e la sorellina Elizabeth. Il padre, mastro vetraio, è morto più di un
anno prima, lasciando ad Anna l’eredità della sua arte. La giovane è abilissima
con le mani e crea meravigliosi angeli di vetro presso la vetreria dei Philipps,
che le permettono di utilizzare la loro fornace di notte.
Tutto sembra procedere come un libro già
scritto per Anna, destinata probabilmente a sposare Wenzel, figlio del vecchio
Philipps e amico di vecchia data. Tuttavia tutto cambia all’improvviso quando
bussa alla sua porta un uomo arrivato da Londra ed inviato da Sua Maestà la
Regina Vittoria, che, visti i suoi angeli presso un Lord inglese, vorrebbe
utilizzarli per addobbare il suo Albero di Natale a Corte.
Per Anna inizia così un lungo viaggio
attraverso l’Europa di fine Ottocento, tra pericoli, città in fermento,
traghetti spettacolari, strade fangose e un uomo affascinante ma misterioso, e
la sua vita non sarà mai più la stessa…
Commento: L’angelo
di vetro è il secondo libro che leggo di Corina Bomann dopo Un sogno tra i fiocchi di neve nel 2014
(anche quello ambientato in periodo natalizio) e come per quello, mi viene da
dire: caruccetto, ma non di più.
Sembra quasi che ci sia spazio che per un
breve soggetto da sviluppare poi in oltre 300 pagine, la narrazione si fa quindi
un po’ ripetitiva e poco frizzante, anche se è scritto complessivamente in
maniera scorrevole.
Cover della versione tedesca
L’albero
di Natale della Regina Vittoria:
Quello che più ho apprezzato del romanzo
è il riferimento al Principe Albert e al fatto che “è stato lui ad introdurre alla corte inglese l’uso dell’albero di
Natale” (pag. 55). Mi ha ricordato il meraviglioso Christmas Special della
seconda stagione di Victoria: Comfort e Joy (2017), in cui viene messo
in evidenza come il Principe Albert, tedesco, amasse questa tradizione e ne
fece quindi innamorare anche la regina e la sua famiglia.
Still di Victoria: Comfort and Joy (2017) con l'albero di Natale sullo sfondo
La
leggenda del pettirosso:
Nel corso della storia Anna rimane
incantata dalla visita in Inghilterra e tra le tante cose, nota quanto il
pettirosso sia presente negli addobbi natalizi del Regno. Incuriosita ne chiede
il motivo al suo accompagnatore e si viene così a sapere che per i britannici da
un lato il pettirosso è un simbolo legato a Gesù (una leggenda racconta che un
pettirosso tentò di togliere la corona di spine dal capo di Gesù morente, e nel
farlo sporcò il petto con il suo sangue) e dall’altro che i postini che
consegnano biglietti di Natale hanno un’uniforme rossa e per questo vengono
chiamati robin (pettirosso in
inglese). Tutto questo ha fatto sì che i biglietti natalizi dall’epoca
vittoriana in poi fossero ricchi di questi animali, prima nel Regno Unito, poi
in Europa e nel resto del mondo.
Un biglietto natalizio con un pettirosso
Complessivamente si tratta di un romanzo
carino per una lettura leggera e piacevole, ma nulla di più.
Da una delle autrici della letteratura
romantica più amate (così è scritto nel frontespizio) ci si aspetterebbe di
più.
Spunti di riflessione pochi, emozioni
trasmesse ancora di meno, immedesimazione nei personaggi quasi nulla.
Letto: 08 dicembre 2018 - 02 gennaio 2019
Voto:
5,75 al libro, 5 alla Bomann.
Stelle mozzafiato: **
Recensione in arrivo: Star Wars – L’arma segreta di
Kevin J. Anderson (interessante e per i patiti del genere)
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