I Crononauti e
l’incredibile viaggio
di Paolo Gulisano
Dati
tecnici:
Casa
Editrice: Elledici
Collana:
Narrativa ragazzi
Pagine:
165
Anno: 2018
Genere:
avventura, period-fantasy
Giulio,
anziano e malandato scrittore, riceve una visita inattesa nella sua dimora. Si
tratta del giovane Edom che la moglie di Giulio non ha mai visto (in un primo
momento la donna tentenna, ma notando che il giovane ha l’aria per bene e
soprattutto la gioia di Giulio nel riabbracciarlo, lo lascia solo con il
marito, pur rimanendo un po’ ad ascoltare dietro la porta per capire chi mai
sia questo sconosciuto).
In
effetti Edom e Giulio si erano conosciuti molti anni prima intorno al 1848.
Giulio allora era un giovane studente di Giurisprudenza e non aveva ancora
scritto alcun romanzo. Edom, invece, aveva solo qualche mese di meno e stava
scappando da un gruppo di poliziotti. Giulio nel vederlo, irrazionalmente,
decide di proteggerlo e di farlo entrare a casa sua per sentire la sua storia.
E la sua curiosità sarà ripagata.
Edom,
infatti, è un Crononauta che arriva da un futuro molto lontano per avvertire l’umanità
della strada pericolosa che sta imboccando, che porterà alla distruzione di
tutto. Il viaggio nel tempo, tuttavia, ha avuto un problema e la squadra dei Crononauti
si è sfaldata e bisogna recuperarla.
Per
Giulio, che accetta senza esitazione ad aiutare il nuovo amico, inizia una
mirabolante avventura che lo porterà al centro della Terra, in un sottomarino
20.000 leghe sotto i mari, in un pallone per fare il giro del mondo, nella
steppa russa, a costruire un razzo per andare dalla Terra alla Luna…
Commento: I Crononauti e l’incredibile avventura è
il terzo libro di narrativa scritto dal saggista cattolico Paolo Gulisano (uno
dei massimi conoscitori di Tolkien e Chesterton in Italia). Dopo aver portato
il suo omaggio a Padre Brown e al Celtic (sue grandi passioni), questa volta si
dedica ad un’avventura fantastica che osanna Jules Verne (per chi non lo avesse
già compreso il Giulio del romanzo altri non è che il prolifico e visionario
autore francese).
Chi
mi legge sa che di Verne ho letto solo Avventuredi un ragazzo – Petit Bon’homme (cosa assurda, lo so) e probabilmente chi
conosce meglio la sua penna godrà ancor di più di questo piccolo gioiello. Pur
tuttavia, posso assicurare che anche così è estremamente divertente e
allettante (anche perché i capolavori di Verne sono così noti che si conoscono
in grandi linee anche se non si sono letti, fosse anche solo grazie alla
televisione o al cinema).
Jules Verne
Omaggio
sincero.
In
primo luogo vorrei applaudire all’omaggio sincero che questo romanzo porta a
Verne. Se poche settimane fa avete letto le mie invettive contro La bambinaia francese di Bianca Pitzorno
che con il suo testo ha osato stravolgere e distruggere un capolavoro come Jane Eyre (ancora oggi mi domando come
si sia permessa!), qui lo spirito che ha animato il libro è totalmente diverso.
Fin dalla prima pagina si respira un infinito amore nei confronti dello scrittore
francese e le avventure descritte sono un omaggio a quello che sarebbe potuto
accadere se Verne avesse davvero incontrato un Crononauta. Un dedalo di
avventure in cui Verne rimane coinvolto e che poi viene spinto a raccontare (e
completare) nei suoi romanzi. Credo che se Verne si ritrovasse a leggere questo
romanzo, si divertirebbe e penserebbe “magari
fosse andata così”. Ecco è qui tutta la differenza…
Paolo Gulisano
Non
solo Verne.
Come
in tutti i suoi romanzi, Gulisano si diverte anche a disseminare vari richiami
nella trama ad argomenti che lui conosce molto bene, come se fossero dei
piccoli camei della sua cultura per contestualizzare la storia (quanto è
importante questo… circondati come siamo oggigiorno da romanzi spazzatura in
cui l’approfondimento storico non è solo inesistente, ma forzato nel far
accadere cose assurde o improponibili).
Accade
quindi che Verne nel suo peregrinare si imbatte in Herman Melville, autore di Moby Dick (tema che Gulisano conosce
benissimo e a cui ha dedicato il saggio Fino
all’abisso) o don Giovanni Bosco (e il suo cane Griso); o che ci sia una
spolverata della sua amata Scozia (con un accenno a Urquhart Castle a Loch
Ness) e dell’altrettanto amata Irlanda, con eventi cruciali accaduti al largo
del Donegal (contea molto cara anche al mio cuore perché da qui viene il mio
personaggio Kieran Moynihan).
Il
Vandeano:
Devo
ammettere che tra i tanti personaggi che costellano la storia e che compaiono
per solo una manciata di pagine, chi ha colpito maggiormente il mio cuore è il
Vandeano, nobile caduto in disgrazia che aiuta Giulio ed Edom all’inizio della
loro avventura (chiaro riferimento al romanzo di Verne 'Il conte di Chanteleine. Un episodio del Terrore' che nel 1863 venne pubblicato a puntate in una rivista parigina ma di cui l'editore rifiutò l'edizione in libro cartaceo perché Verne si era schierato troppo dalla parte dei vandeani).
Venendo
dalla lettura de La bambinaia francese che
edulcorava la Rivoluzione, esaltando non solo quello che aveva fatto ma anche
tutte le morti di cui si era macchiata (perché tali morti erano buone e giuste in
quanto contro dei nobili e non importava se la mannaia avesse colpito anche dei
bambini), ecco che qui compare un personaggio che con la sua dignità e la sua
sola presenza ricorda quanto la Rivoluzione Francese avesse portato anche
distruzione e morte.
“Siete della
Bretagna, una terra che ha condiviso con la mia la sventura, la persecuzione,
l’odio dei rivoluzionari, che bruciavano le nostre case e le nostre chiese”, si legge a pagina 18. E in poche
parole si sintetizza un’epoca.
Il massacro in Vandea
Non
solo libro per ragazzi:
I Crononauti e
l’incredibile viaggio è
inserito nella narrativa per ragazzi, ma io lo trovo riduttivo.
Questo
romanzo non solo è per tutti, ma credo che possa essere compreso molto meglio
dagli adulti.
Il
linguaggio è senza dubbio semplice e adatto a tutte le età, ed un bambino di 10
anni si divertirebbe moltissimo a leggerlo. Ma in questo mondo sbagliato che
viaggia in direzioni a me incomprensibili, sono stati tolti i classici ai
bambini. Se si va in una libreria nel reparto ragazzi, si passa da Geronimo Stilton (che personalmente
odio) ad After (che aborro ancora di
più). Se si cerca un classico, è meglio andare in un mercatino dell’usato (o
meglio, nella biblioteca dei nonni). Privando i bambini di questo background
culturale, un ragazzo che si trova questo libro tra le mani non comprenderebbe
il continuo inanellarsi di omaggi al grande scrittore (forse non comprenderebbe
neppure che Giulio altri non è che Verne, se non alla penultima pagina, quando
viene svelato… e forse non saprebbe neppure chi è Verne!).
Io
i classici non solo li amo, ma li reputo il cuore fondamentale della
letteratura per formare una coscienza nei futuri uomini. Mi auguro che questo
libro possa risvegliare questa consapevolezza e spingere dei giovani a
riaprirli e tuffarsi in queste avventure meravigliose.
Messaggio
finale:
Non
voglio fare spoiler e non voglio rivelare quale sia il messaggio finale (o la
morale, come accadeva nelle antiche fiabe) di questa opera profonda e
divertente al tempo stesso. Ma posso dire che il romanzo ha il coraggio di non
guardare solo all’epoca di Verne, ma anche di analizzare con lucida attenzione la
storia degli ultimi duecento e passa anni e di lanciare un allarme acuto e
vigile per la direzione intrapresa…
La steppa di Michele Strogoff sarà cruciale per comprendere il messaggio finale del romanzo
Se
devo trovare un difetto al romanzo è che è troppo breve. Al termine del libro,
si avrebbe voglia di continuare con queste mirabolanti vicende per conoscere
meglio il mondo dei Crononauti e per addentrarsi nella narrativa di Verne. In
molti hanno chiesto a Gulisano un seguito. Chissà se verremo accontentati…
Letto: 06-22
settembre 2019
Voto: 8
al libro, 8 all’impaginazione (con piccoli disegni all’inizio di ogni
capitolo), 8 a Gulisano per l’idea e la realizzazione
Stelle mozzafiato: ****
Recensione in arrivo:
Per
amore della Scozia
di Sharon Cullen
Bella recensione!
RispondiEliminagrazie di cuore <3
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