Per amore della Scozia
#03 della serie Gli orgogliosi highlander
di Sharon Cullen
Dati tecnici:
Titolo originale: Campbell’s Redemtion
Traduttrice: Laura Guerra
Casa Editrice: Harper Collins Italia
Collana: I grandi romanzi storici n. 1091
Pagine: 315
Anno: 2016 (2017 in Italia)
Genere: romance storico
Cait
Cambell ha perduto il marito e la figlioletta e si è rinchiusa in un piccolo
casolare fuori mano dove offre i suoi servigi come guaritrice, sia agli
scozzesi che agli inglesi, anche se la sua vera missione è nascondere gli
scozzesi inseguiti dalle Giubbe Rosse dopo la sconfitta di Culloden.
Abile
e amabile, la giovane non ha difficoltà nello svolgere il suo ruolo con l’aiuto
del capo clan dei Sutherland.
Tutto
cambia quando bussa alla sua porta Iain Campbell, giovane capo clan dei
Campbell, nonché l’uomo per cui il marito di Cait ha perso la vita,
proteggendolo con il proprio corpo da un colpo indirizzato a lui.
Iain
Campbell è notoriamente filo inglese e quando Cait gli apre la porta ha un
gruppo di scozzesi fuggiaschi nascosti nella sua cantina. Cerca di
allontanarlo, ma Iain pretende che la giovane curi il suo braccio destro Adair,
ferito quasi a morte.
Cait
non può rifiutare e da quel momento inizia per lei, e non solo, un intricato
gioco pericoloso, anche perché forse Iain non è così filoinglese come sembra e
sembra quasi disponibile a…
Commento: Per amore della Scozia è il terzo
romanzo della serie Gli orgogliosi
highlander (i primi due non li ho letti), tutti incentrati su capi clan
scozzesi durante la seconda rivolta giacobita. Mi è stato regalato dal mio
Bonnie, affascinato dalla parola Scozia e convinto che se si scrive un romanzo
storico sull’argomento si facciano almeno un po’ di ricerche per
contestualizzarlo (ingenuo!).
Il
risultato è che ho letto un libro che è un obbrobrio (povero Bonnie, lui
davvero non poteva saperlo) sotto tutti i punti di vista. Un insulto a chi
conosce la Scozia, a chi scrive, a chi legge. A tutti, insomma.
Ma
procediamo con ordine.
Geografia!
Partiamo
da un presupposto molto semplice e facile da consultare. Le terre sotto al capo
clan Campbell non confinano con le terre dei Sutherland! Le prime si trovano
nell’Argyll (nella zona orientale della Scozia), le altre (non molto difficile
da intuire) nel Sutherland (nel nord della Scozia). Sarebbe, più o meno, come mettere confinanti il Lazio e il Veneto.
Inoltre
è ben evidente che la scrittrice non ha mai messo piede in questa terra e men
che meno ha mai visitato la residenza dei Campbell. Inveraray Castle (questo il
nome del castello dei Duchi di Argyll, castello costruito subito dopo la
battaglia di Culloden con i soldi inglesi… ma di questo parlo dopo) si trova a
due passi da Loch Fyne, fiordo marino che si insinua per chilometri tra due
braccia di terra. La geografia del luogo è completamente dettata da queste
insenature e nel romanzo non si fa mai parola di neppure un corso d’acqua!
Sharon Cullen, colei che decide di scrivere un libro storico
senza né visitare i luoghi descritti né fare un minimo di approfondimento dell'epoca
senza né visitare i luoghi descritti né fare un minimo di approfondimento dell'epoca
Storia!!!!
Il
libro si incentra su una figura che tecnicamente è realmente esistita. Il capo
clan dei Campbell durante la seconda rivolta giacobita quello è, non è che si
può scrivere un romanzo su una persona cambiando assolutamente tutto. E’ come
se fosse, facendo le dovute differenze, il re d’Inghilterra. Non è che ai tempi
di Vittoria ci si può inventare che regna un’altra regina, con un’altra storia
e un’altra politica.
Politica.
Auch… parola di cui forse la Cullen non conosce il significato. Nel romanzo
parla della disfatta di Culloden, senza mai menzionare Bonnie Prince Charlie,
il Giovane Pretendente Stuart che ha portato guerra alla corona britannica
perché il legittimo erede. Non volendo entrare nella secolare questione (anche
se è indubbio che, politica a parte, il diritto fosse dalla parte del Principe
e che la questione travalicasse il reale asso ereditario), è certo che questo è
il background storico in cui inserire la storia. E invece no! Lo scontro tra
inglesi e scozzesi è visto unicamente come una continua belligeranza tra due
paesi confinanti, così senza ragioni apparenti se non tradizioni diverse…
Detto
questo è storicamente provato che sia il capo clan Campbell, che il capo clan
Sutherland (ricordate, quello che in realtà dista un’infinità di chilometri
dalle terre Campbell) si schierarono dalla parte degli inglesi (in cambio di
cospicue risorse di denaro). Il capo clan Graham, viceversa, fu neutrale e non
partecipò.
Qui
ci viene mostrato un capo clan Sutherland paladino dei giacobiti (che però mai
hanno questo nome) e un capo clan Campbell che invece fa una sorta di doppio
gioco non meglio specificato per avere notizie dagli inglesi e convincere gli
scozzesi che forse sottomettersi agli inglesi non è così brutto, anche se
dovranno subire privazioni e cancellazione delle proprie tradizioni (al massimo
mi sembra un codardo, se non un avido doppiogiochista). (“Credo che il dominio inglese potrebbe portare dei benefici alla
Scozia, ma ritengo anche che l’approccio dell’Inghilterra sia del tutto
sbagliato”, dice Iain Campbell a pag. 173 – che ad analizzarlo non è che ha
molto significato)
Per
spiegare bene la vera situazione dei Campbell durante e dopo Culloden bastano
due immagini di Loch Fyne (quel fiordo inesistente per la Cullen). Nella costa
occidentale vi è il lussureggiante Inveraray Castle costruito proprio a partire
dal 1746 con i soldi indovinate dati da chi? Dagli inglesi. Sulla costa
orientale vi sono le ruvide rovine del castello dei MacLachlan, clan che si schierò
al fianco di Bonnie Prince Charlie e che fu distrutto a bombardate dalle truppe
inglesi, indovinate quando? Nel 1746.
Inveraray Castle ad un passo da Loch Fyne
Le rovine di MacLachlan Castle, sulla riva opposta di Loch Fyne
Matrimoni
tra clan:
Passiamo
oltre. Ammettiamo che sia possibile che si possano prendere dei capi clan e
costruirci delle storie completamente inventate, con relazioni inventate, con
politiche inventate.
Ma
almeno trattameli da capi clan!
E
invece no.
Ci
ritroviamo Iain Campbell che a pag. 164 (a pag. 164!!!!) scopre con immensa
sorpresa che Cait Campbell (vedova della sua guardia del corpo e che conosce da
anni) è l’unica discendente diretta sia del capo clan Sutherland che di quello
Graham (sono entrambi suoi nonni).
Ora,
vi immaginate che una notizia del genere non fosse nota? E’ come se qualcuno tra
i nobili d’Europa si stupisse ai giorni nostri nell’apprendere che William è il
figlio di Carlo d’Inghilterra!
Tra
i capi clan vi era una continua diplomazia e un contino gioco di potere (senza
contare che per la Cullen i clan in questione erano tutti confinanti!!!).
Impossibile.
Sesso:
So
di essere ripetitiva, ma in questo romanzo si raggiungono dei livelli talmente
bassi, ma talmente bassi su questo argomento che mi domando dove andremo a
finire con il passare del tempo.
Orribile.
Chiudo
dicendo che in un mondo in cui le case editrici sono colme di personaggi
autoreferenziali come editor, agenti marketing, agenti promozioni e chissà
cos’altro, mandare alle stampe un libro del genere è assurdo. E’ evidentemente
una politica editoriale che personalmente non capisco (perché editare dei libri
storici che non hanno assolutamente nulla di storico?) e che ha una mira che
devo ancora intuire. Fatto sta che autori che magari fanno ricerche minuziose e
approfondiscono ogni dettaglio, si vedono passare avanti da questi insulti alla
letteratura e all’intelligenza.
Vergogna.
Letto: 23
settembre – 06 ottobre 2019
Voto: 0
al libro, -5 alla Cullen, arrogante e superficiale che non si degna neppure di
fare un sopralluogo su Google Maps per descrivere una terra su cui scrive un
libro, 0 alle case editrici (e a chi le eteroguida) per aver abdicato dal loro
ruolo di diffusione di cultura e di buona letteratura…
Stelle mozzafiato: 0
Recensione in arrivo: Vacanze nella foresta di
Johanna von Kotsch
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