lunedì 6 dicembre 2021

#Libri 'La sposa di Lord Antonio', quinto avventuroso capitolo della saga della Primula Rossa tra spie, Vandea e miniature...

La sposa di Lord Antonio
(La Primula Rossa #05)
della Baronessa Emma Orczy

Dati tecnici:
Titolo originale: Lord Tony’s Wife
Traduzione: non segnalato
Casa Editrice: Salani
Collana: Grandi romanzi Salani n. 74
Pagine: 331
Anno: 1917 (in Italia dal 1925, la mia edizione è del 1934)
Genere: antesignano della letteratura di spionaggio

Trama: Nantes – Bath – Nantes 1789-1793
Sulla scia dei moti di Parigi, che accesero la Rivoluzione Francese, Nantes inizia a sollevarsi contro la nobiltà locale, che risponde al nome del duca di Kernogan. I rivoltosi si incontrano di notte e, con torce accese, si avvicinano al castello, assalendo la carrozza dove si trova l’unica figlia del duca.
Tra colpi di pistola, cavalli al galoppo e minacce gridate a gran voce, i rivoltosi vengono fermati, ma la giovane Yvonne rimane sconvolta dall’accaduto, e il duca, per punire i rivoltosi, decide di fare una punizione esemplare condannando a morte il padre di Pietro Adet (la mente della rivolta), per stanare il figlio e metterlo in prigione. Pietro Adet non si presenta e il padre (unico veramente innocente della storia) viene ucciso.Si tratta di una magra vittoria. La Rivoluzione Francese è alle porte ormai e il duca è costretto a scappare in Inghilterra per sfuggire alla ghigliottina. Ma non potrà fuggire al suo destino. Pietro Adet, infatti, sta organizzando la peggiore delle vendette, che coinvolgerà proprio l’amata figlia Yvonne.
I Kernogan, intanto, in Inghilterra entrano in contatto con Sir Percy Blakeney e soprattutto con Lord Antony Dewhurst, amico intimo della Primula Rossa e innamorato della giovane. Avvertito da Sir Percy che un pericolo imminente sta per abbattersi proprio su Yvonne, Lord Tony fugge con la giovane per un matrimonio segreto, ma la nemesi non si fermerà, afferrerà per la gola Yvonne e…

Commento: La sposa di Lord Antonio è il quinto capitolo della celebre saga sulla Primula Rossa, scritta dalla Baronessa Emma Orczy ad inizio Novecento. Lo stavo cercando da anni, perché in Italia è praticamente introvabile (l’ultima ristampa risale credo agli Anni Sessanta, ma non sono sicura). Trovato infine online in una libreria di libri usati, l’ho finalmente potuto leggere e gustare in ogni sua pagina (aprendomi anche la strada al sesto capitolo, che ho da vari anni, ma che attendevo di leggere per andare in ordine di come sono stati scritti - l'ordine cronologico, infatti, è un altro).

Romanzo più politico che d’amore
Ancora una volta la Baronessa mi sorprende per la sua capacità di nascondere dietro a delle intense storie d’amore, un romanzo decisamente storico-politico, in cui descrive con precisione gli eventi succedutesi in Francia nel corso della Rivoluzione Francese. In questo caso, si occupa della questione della Vandea e delle dure repressioni che venivano perpetrate nei confronti dei dissidenti (con particolare attenzione agli eccidi portati avanti contro i sacerdoti che non vollero giurare fedeltà alla nuova Dea Ragione, martirizzati facendoli affondare nella Loira imprigionati in delle barche lasciate andare a fondo). Un elemento, questo, molto trascurato dalla letteratura contemporanea (e dalla storiografia), e che avevo ritrovato solo ne Il conte di Cantheleine di Jules Verne.


Gli affondamenti nella Loira ordinati da Jean-Baptiste Carrier,
spietato personaggio storico che compare ne La sposa di Lord Antonio 

Il Terrore e i Marat
La penna della Orczy si concentra maggiormente nella descrizione del Terrore e delle sue dinamiche, che in qualsiasi altra cosa, una denuncia concreta e pesante contro quello che accadde nei lunghi anni dopo la presa della Bastiglia (è forse questo il motivo per cui non viene più ristampata?). E mostra una profonda conoscenza delle dinamiche psicologiche e sociali, con largo anticipo rispetto a quando vennero studiate e approfondite dagli accademici.
Tra i passaggi che più mi hanno colpito, cito i seguenti.
“La Francia intera era seminata da spie in quei giorni (i cosiddetti ‘Marat’, ndr), tutti erano sospettati, tutti dovevano stare in guardia. Ogni parola veniva udita, ogni sguardo veduto, ogni gesto notato”. (pag. 197)
“Fuori della porta monumentale dovettero attendere qualche minuto finché l’impiegato ebbe esaminato il loro lasciapassare”. (pag. 197)
“L’uomo che ha paura non potrà mai aver vittoria sull’uomo che non teme nulla”. (pag, 58)

In particolar modo quest’ultima mi ha segnato.
Il Terrore ha l’obiettivo di instillare la paura per dominare sulla gente. E chi muove le fila non teme nulla e riesce nella sua impresa, fino a quando un gruppo di uomini senza paura (la Lega della Primula Rossa) non interverrà a salvare gli innocenti.

Chauvelin vs Primula Rossa
Trovo particolare che, come sempre, la narrazione si concentri più sulle macchinazioni malvagie del cittadino Chauvelin che sulle imprese della Primula Rossa.
Sir Percy compare pochissimo e la preparazione del piano per salvare Yvonne non viene mostrato, per sorprendere il lettore come viene sorpreso Chauvelin. Questo fa sì che l’eroe venga descritto pochissimo e rimanga avvolto dalla nebbia, un po’ come è la sua iconica figura leggendaria…


Il cittdino Chauvelin interpretato da Ian McKellen nel 1982.

Peter Adolf Hall
A pagina 99 leggo: “Sulla scrivania accanto a lui era poggiata una miniatura di Yvonne di Kernogan dipinta da Hall tre anni prima e incorniciata in un cerchietto di brillanti”.
Questo Hall viene citato come se tutti dovessero conoscerlo, ma io non avevo idea di chi fosse e quindi faccio delle ricerche e vado a scoprire che si tratta di Peter Adolf Hall (1739-1793) pittore miniaturista svedese che operò moltissimo in Francia (gli fu commissionata anche la miniatura del Delfino di Francia) e che portò l’arte della miniatura ai suoi massimi livelli. Fu lui ad introdurre l’avorio come supporto alle miniature.
Con lo scoppio della Rivoluzione Francese perse tutta la sua clientela e si trasferì in Belgio, ove morì.

Una miniatura di Peter Adolf Hall che potrebbe rappresentare Yvonne

#UnescoBook, da Bath alla Loira
La sposa di Lord Antonio si può includere anche tra gli #UnescoBook, perché al suo interno vi è un lungo capitolo che si svolge a Bath dove alcuni personaggi si sono ritirati per trarre beneficio dalle acque termali (è qui che si svolge l’azione in Inghilterra prima della fuga d’amore di Yvonne e Lord Tony).
Una volta che la scena si trasferisce a Nantes, viene citata spesso anche la Loira (dove commettere gli omicidi dei nobili e dei consacrati), ma il tratto del fiume interessato è vicino a Nantes e non raggiunge la proprietà Unesco, che si trova più a est.


Bath nel 1793 in un'acquatinta colorata di J. Hassell (1767-1825) e JC Ibbetson (1759-1817)

Complessivamente si tratta di un romanzo molto interessante, a volte illuminante.
Come mi era stato detto da una cara amica anni or sono, è proprio vero che più si va avanti con la saga, più le storie diventano accattivanti e coinvolgenti.
Consigliato a tutti coloro che amano i romanzi d’avventura period, con forti tinte d’amore (e anche una morale finale non trascurabile).

Letto: 5-29 novembre 2021

Voto: 8 al libro, 9 alla Baronessa Orczy per il coraggio e l’arguzia, 0 alla copertina (orribile! Capisco che rappresenta la Primula Rossa in una delle poche scene in cui compare, ma rimane orribile!), 0 alle moderne case editrici che dimenticano questa autrice straordinaria (anche se la Fazi aveva provato a ripubblicarla, ma si è fermata al secondo capitolo della saga).

Stelle mozzafiato: ****

Recensione in arrivo:  La macchna del tempo di H. G. Wells

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