Il grillo del focolare
di Charles Dickens
Dati tecnici:
Titolo originale: The Cricket on the Hearth, a FairyTale of Home
Traduzione: Emanuele Grazzi
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Collana: Tascabili Economici Newton n. 122
Pagine: 94
Anno: 1845 (in Italia dal 1856, la mia edizione è del 1993)
Genere: racconto di Natale (?)
Trama: Epoca Vittoriana, Inghilterra.
Il buon ed amabile procaccia John Peerybingles sta per festeggiare un anno di matrimonio con la giovane e dolce Mary, detta Dot (Puntino), amatissima dal marito e vivace tuttofare del focolare domestico. Da poco un bimbo ha allietato la coppia e la vita sembra scorrere piacevole e allegra come negli ultimi mesi, custoditi dal Grillo, una sorta di coscienza che veglia su tutti loro (vi ricorda qualcosa?).
Tutto cambia, però, quando il procaccia porta a casa un misterioso signore, che ha chiesto ospitalità per una notte nella sua abitazione.
All’improvviso tutto è destinato a cambiare; non solo la vita dei due coniugi, ma anche quella dei loro più stretti amici, da Caleb Plummer, povero fabbricante di giocattoli, a Bertha, figlia cieca di Plummer, da Mr Tackleton, burbero mercante di giocattoli, alla sognatrice May Fielding, amica di Mary e John e prossima sposa proprio di Mr Tackleton.
Cosa ha deciso il destino? Dot è realmente innamorata di John? O non è forse vero che la sua bontà è solo apparente e in realtà sta tramando qualcosa alle spalle del marito? Bertha conosce la verità sulla sua famiglia? E May è pronta a sposare un uomo come Mr Tackleton solo per i soldi?
Con maestria Dickens porta fino alle pagine finali dipingendo un quadro di un mondo ormai perduto e…
Frontespizio dell'edizione del 1846
Commento: Ho scelto di leggere Il grillo del focolare perché, come ogni Natale, avevo voglia di una storia natalizia (negli anni passati ho gustato Rover salva il Natale, L’angelo di vetro e Il sogno di Belle) ed avevo saputo che si trattava di una sorta di favola domestica scritta nel 1845 dall’uomo che inventò il Natale.
Ebbene, mi sbagliavo.
Non fatevi ingannare. Il grillo del focolare NON è una favola natalizia, ma è un vero e proprio romanzo breve ricco di colpi di scena e di personaggi incredibili.
Ma come è giusto che sia (e come lo stesso Dickens scrive nel racconto) bisogna “cominciare dal principio”. Per prima cosa, quindi, bisogna informare che Il grillo del focolare fa parte dei cosiddetti Racconti di Natale di Dickens inaugurati nel 1843 proprio con il celeberrimo Canto di Natale. In realtà la storia non si svolge a Natale, bensì a gennaio, ma ha l’impostazione di una favola domestica ed è considerata una sorta di favola natalizia.
Premettendo che la mia edizione conta su una traduzione pessima, che non mi ha permesso di capire quasi nulla della storia per quasi 20-30 pagine (su un totale di 90), devo ammettere che ho faticato ad entrare nel complesso disegno dipinto da Dickens, ma una volta districato, improvvisamente mi si è presentato davanti agli occhi ed ho goduto splendidamente della storia (so che è uscita recentemente un’edizione curata da Enrico De Luca, e conoscendo la sua abilità e serietà, direi di optare nella lettura della sua edizione piuttosto che della mia).
John e Dot davanti al focolare
La storia si presenta agli occhi di Dickens
Quello che mi ha impressionato è come la storia sia raccontata in primo persona da un narratore onnisciente, che io ho identificato nello stesso Dickens. La storia non è raccontata, però, come una storia esterna che viene esposta ad altri, ma come degli avvenimenti che si presentano alla mente e piano piano sono ‘rivelati’ allo stesso scrittore.
Mi ha colpito al riguardo molto la frase presente a pag. 19: “Io non sapevo da dove fosse venuto fuori il bambino né in che modo la signora Peerybingles abbia potuto impadronirsene in quel baleno di tempo; ma so che nelle braccia della signora Peerybingles c’era un bambino vivo ed essa sembrava provarne un considerevole orgoglio…”.
In questa occasione sembra che il bambino si presenti agli occhi dello scrittore in quel momento. Che egli non ne avesse coscienza fino ad un attimo prima, ma che non abbia impastoiato i personaggi e li abbia fatti muovere così come si presentavano ai suoi occhi per ‘vedere’ la storia, per poi raccontarla.
Anche il finale lascia quest’impressione.
Dopo che la storia si è conclusa e tutti si buttano in sfrenate danze, la scena infine sfiorisce e svanisce e Dickens si trova nuovamente solo davanti ad un camino, con un giocattolo a terra ed un grillo che canta.
La rappresentazione è finita ed ora è pronto a raccontarla anche a noi (è stato il grillo a raccontargliela? E’ stato quel frinire a ispirarlo?).
John disperato davanti al camino
Intreccio e sorpresa
In questo scritto si presentano tutti gli elementi della letteratura di Dickens, dall’intreccio complesso di personaggi (Olivier Twist) ai colpi di scena che portano ad un lieto fine inatteso (Senza uscita), dalla cura nello descrivere le abitazioni per spiegare una situazione e un personaggio (Casa desolata) alla centralità della storia data ad un personaggio che rimane nelle retrovie (La piccola Dorrit) fino al burbero e scontroso che, grazie alla gioia e all’amore degli altri, vede il proprio cuore sciogliersi e diventare buono (Canto di Natale).
Definire questo romanzo breve solo una favola lo trovo riduttivo. E’ un piccolo colpo di genio, una trovata di un’artista di tale calibro che relega questa storia a racconto quanto qualsiasi altro scrittore vi avrebbe costruito un romanzo (con addirittura venature di giallo) che avrebbe avuto molta più corposità.
La costruzione psicologica dei personaggi è eccellente e la maestria nel camuffare la trama è da applausi.
Caleb Plummer con la figlia Bertha e il burbero Mr Tackleton
Il grillo del focolare, Dickens e Collodi
Per noi italiani la figura del grillo del focolare non può non richiamare alla mente il grillo più famoso della nostra letteratura: il Grillo Parlante del Pinocchio di Collodi. C’è un legame tra questi due personaggi? Si può presumere che Collodi (che ha pubblicato Pinocchio nel 1883) abbia letto e si sia ispirato a Il grillo del focolare (uscito nel 1845 in Gran Bretagna e tradotto in italiano nel 1856)?
Certezze non ci sono, se non il fatto che Collodi fosse un appassionato lettore e apprezzasse le opere di Dickens.
Al riguardo ho trovato uno studio molto interessante, Collodi, The Cricket in ‘Le avventure di Pinocchio’ and Charles Dickens di John G. Stoffolano Jr, in cui si sottolinea quanto Dickens amasse l’Italia, dove passò molto tempo nel 1844 (l’anno prima della pubblicazione de Il grillo del focolare). Ma dove prese l’ispirazione del grillo? A pag. 2 l’autore sottolinea: “Nel suo libro Pictures from Italy (1846), Dickens non fa cenno a grilli, sebbene parli di molto insetti. Durante la sua visita, egli passò molto tempo a Firenze, dove viveva Collodi”.
Stoffolano prosegue la sua ricerca, mettendo in evidenza come il grillo reciti un ruolo importante nella tradizione anglosassone, dove rappresenta popolarmente la saggezza del focolare ed aggiunge che tale ruolo lo si può ritrovare in Shakespeare e in John Milton e nella poesia The Cricket di William Cowper (1731-1800), portando prove sulla sicura conoscenza di Dickens del testo.
La sua teoria quindi prevede un’ispirazione che scende da Cowper a Dickens e quindi a Collodi.
Forse non sapremo mai cosa accadde veramente, ma di certo le due figure sono molto simili…
Complessivamente si tratta di un racconto che lascia il segno molto più di quando ci si sarebbe aspettati dopo aver letto le prime pagine e che fa quasi toccare con mano il modo in cui Dickens ‘vedeva’ le sue storie.
Un racconto che insegna e fa riflettere come se egli stesso fosse in realtà un grillo saggio che continua a parlare al tuo orecchio indicandoti la retta via…
Letto: 22-28 dicembre 2021
Voto: 9 al racconto, 3 alla traduzione (non avete idea di quanto sia difficile e a volte insensata), 10 a Dickens (posso davvero io dare un voto a Dickens???), 6 alla copertina, 9 allo studio di Stoffolano.
Stelle mozzafiato: *****
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