Il sogno di Belle
#02 della serie I Frazer
di Mary Balogh
Dati tecnici:
Titolo originale: Christmas Belle
Traduttrice: Barbara Murgia
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oro Super n.2 (è un Omnibus con tre romanzi dal titolo Una questione di classe)
Pagine: 196
Anno: 1994 (1995 in Italia, la mia versione è del 2011)
Genere: romance, regency
Commento: Ho deciso di leggere Il sogno di Belle perché avevo voglia di un romanzo natalizio e, pur essendo il secondo di una serie, non mi sono fatta scoraggiare e l’ho letto lo stesso (amo leggere romanzi natalizi in questo periodo), ripromettendomi di leggere il primo della serie Frazer (La prima neve) il prima possibile (cosa che poi ho fatto immediatamente dopo la lettura di questo ed ho anche già recensito – cliccare qui).
Con questa premessa mi sono buttata nella lettura e… non mi è piaciuto.
Mi dispiace perché di base la Balogh non mi dispiace e trovo alcune interessanti particolarità nella sua scrittura, ma nel leggerlo non ho trovato la consueta ispirazione, come se avesse dovuto scrivere una storia natalizia per esigenze editoriali ed avesse deciso di riprendere in mano i personaggi dei Frazer per metterla su in qualche modo (e ancora non sapevo quanta poca ispirazione c’era, perché non avevo ancora letto il primo volume!).
Volgare:
Il problema principale di questo volume, a mio avviso, è la volgarità.
L’amore non si sente. Si ha soltanto la sensazione di una descrizione distaccata, senza sentimento in cui si muovono Jack e Isabella. Per non parlare del modo in cui Jack seduce Juliana, pur essendo innamorato di Isabella, cercando di iniziarla alle schermaglie amorose.
Il grande amore tra i personaggi non si vede, non si sente.
La psicologia è praticamente inesistente e i personaggi sono costretti a comportamenti assurdi per esigenze di trama (e Jack sembra una ragazzina isterica nel modo in cui reagisce… C’è pochissimo di mascolino in questo personaggio).
Deludentissimo.
Il violino non può sembrare un pianoforte!:
La cosa più assurda in assoluto del romanzo l’ho trovata all’inizio del capitolo 7.
“Fu con un certo sollievo che oltrepassando in punta di piedi la sala di musica, (Jack) udì una melodia. Doveva essere Juliana che suonava il pianoforte. Con un po’ di fortuna l’avrebbe trovata da sola e avrebbe potuto riprendere il corteggiamento (…). Ma la melodia non proveniva dal pianoforte, si rese conto girando la maniglia e aprendo la porta. Era un violino”.
Ahaaaaaa
Ma cosa scrive???
Sente una melodia e non capisce che proviene da un violino?
Ma la Balogh ha mai sentito un violino in vita sua?
O ha mai sentito un pianoforte?
Ha idea della musica diversa che diffondono???
E Jack sarebbe anche un esperto di musica!!!
RIDICOLO!!!
Nel romanzo non c’è molto altro da commentare (a specificare la pochezza generale della trama) a testimonianza che sarebbe molto meglio pochi ma buoni che questa spazzatura. Le uniche cose buone del libro, provengono da guizzi del romanzo precedente.
Deludente. Deludente da morire.
Letto: 24 dicembre 2020 – 6 gennaio 2021
Voto: 3 al libro, 3 alla Balogh (o ai suoi ghost writers), 0 ai revisori (non è concepibile lasciare che la musica del violino venga scambiata per pianoforte!)
Stelle mozzafiato: *
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