Kati
(#02 e #03 della serie Kati)
di Astrid Lindgren
Dati tecnici:
Titolo originale: Kati på Kaptensgatan e Kati I Paris
Traduzione: Giovannella Del Panta
Casa Editrice: Vallecchi
Collana: I Lindgren
Pagine: 278
Anno: del 1952 e 1953 (in Italia dal 1976)
Genere: romanzo per giovinette 
Trama: Stoccolma, Svezia. Fine Anni Quaranta.
Kati rimane improvvisamente sola, dopo che la zia si trasferisce negli Stati Uniti per sposare un vecchio spasimante. Il ragazzo Jan le propone di sposarlo e di andare a vivere insieme, ma Kati tergiversa e preferisce prendersi un anno sabbatico “in cui tutto può succedere” prima di accettare la proposta e invita la collega Eva ad andare a vivere con lei.
Le due amiche, grazie ad una vincita ad un gioco di scommesse, organizzano una vacanza estiva in Italia, con la speranza di divertirsi e di far schiarire le idee a Kati sul suo matrimonio con Jan.
Tuttavia a Venezia, la meravigliosa Venezia, la romantica Venezia, la divina Venezia, Kati si incrocia con un connazionale, Lennart, e se ne innamora al primo istante. Ma, dopo una giornata indimenticabile, a piazza san Marco, i due vengono divisi dalla folla.
Riusciranno a rincontrarsi in terra straniera? E Lennart ha provato gli stessi sentimenti per Kati?
Commento: Lessi Kati tanti anni fa, quando ero alle media, preso alla biblioteca scolastica. Ne rimasi incantata e quando lo ritrovai tanti anni dopo in una minuscola libreria sulle Dolomiti, lo acquistai. L’ho riletto ora dopo tanti anni e l’incanto non è stato cancellato, anche se è cambiato, sostituendo i miei occhi da ragazza con quelli di oggi.
La trilogia di Kati
In primo luogo scopro che Astrid Lindgren (celebre autrice di Pippi Calzelunghe) scrisse una trilogia sulla figura di Kati e che il libro che ha pubblicato la Vallecchi nel 1976 raccoglie solo il secondo e il terzo capitolo. Manca all’appello Kati in America (la storia in cui la zia si innamora di un vecchio amico, con cui poi rimane a Chicago). Peccato, sarebbe stato bello leggere la storia nel suo completo, anche perché vengo a sapere che Kati in America era estremamente interessante per come affrontava il problema razziale negli Stati Uniti subito dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Stile all’avanguardia e traduzione ‘aggiornata’
Al riguardo, trovo estremamente interessante che questi romanzi siano stati scritti e si svolgano nell’immediato dopoguerra.
Da una parte apprezzo lo stile estremamente moderno con cui la Lindgren racconta le vicende della giovane Kati e il suo modo di osservare il mondo. Il libro è scritto in prima persona e i pensieri della protagonista sono schietti, vivaci, senza giri di parole. 
Dall’altra mi ha stupito quanto manchi totalmente la guerra in questa storia. Kati va in Italia intorno al 1947-1948 ma non si fa menzione di nulla relativo alla ricostruzione o alle ferite lasciate dal conflitto mondiale.
E’ anche vero che la versione italiana è stata sicuramente ‘modernizzata’ dalla traduzione di Giovannella Del Panta (ad un certo punto Kati ed Eva si mettono a ballare lo shake per mostrare dei movimenti più giovanili – lo shake andò in voga nella seconda metà degli Anni Sessanta) e dalle illustrazioni di Paola Troise (che mostra Lennart come un tipico ragazzo dei primi Anni Settanta).
E’ vero che la trilogia di Kati riuscì in Svezia nei primi Anni Settanta, ma non ho letto da nessuna parte che la Lindgren abbia cambiato il periodo in cui si svolgeva (anche perché sarebbe stato assurdo, specialmente per quanto riguardava Kati in America essendo fondamentale il periodo storico per affrontare la questione razziale). 
La rappresentazione femminile
Mi ha colpito il modo in cui vengono rappresentate le due protagoniste, Kati e Eva. Anche in questo caso è interessante notare l’intraprendenza delle due ragazze (ad un certo punto Kati rischierà addirittura la vita per entrare in casa attraverso il cornicione avendo perduto la chiave del suo appartamento, per salvare delle cotolette che erano sul fuoco), l’allegria del loro lavoro (sono dattilografe presso uno studio legale) e il modo in cui viaggiano da sole (affrontando tutto senza l’aiuto di nessuno, dall’organizzazione alle gite a cui partecipare, aggiungendovi un po’ di shopping, ovviamente).
Figure femminili a tutto tondo, emancipate e indipendenti, ma anche desiderose di creare un proprio nido familiare.
Un bellissimo spaccato.
Diario di viaggio, un #UnescoBook affascinante 
Come ho notato per altri romanzi di inizio Novecento (come per esempio la trilogia di Un birichino di papà) questi romanzi di viaggio, sono anche un modo per far conoscere ai lettori luoghi che all’epoca erano molto più lontani di oggi. 
Sia l’Italia che Parigi sono descritti in maniera dettagliata, attraverso non solo i monumenti ma anche le tradizioni e le leggende. Mi è piaciuto riconoscere Milano, Venezia e Roma tramite gli occhi di una svedese. Ed è stato interessante rivivere Parigi.
Complessivamente Kati si può definire un affascinante #UnescoBook ricco di location entrate nel Patrimonio nel corso degli anni.
Finale indimenticabile (spoiler)
Il finale è indimenticabile. 
Dopo varie disavventure non solo Kati ritrova Lennart, ma i due si sposano ed hanno un bambino.
Il romanzo si chiude con Kati che tiene tra le braccia il piccolo appena nato e gli dedica parole intramontabili. Tutto l’amore di una madre, tutte le speranze e le paure, le certezze e le preoccupazioni, i desideri e le consapevolezze di come quella piccola creatura, in quel momento totalmente dipendente da lei piano piano crescerà e si allontanerà… 
Uno spaccato di letteratura eterna, che coinvolge e commuove.
Intramontabile.
Spiccioli di cultura – Il poeta Bellman
A pag. 38 Kati (e Eva) si commuovono nel sentire delle canzoni del poeta connazionale Bellman.
Non conoscevo questo autore e, come sempre, sono andata a indagare.
Scopro così che Carl Michael Bellman (Stoccolma, 4 febbraio 1740 – Stoccolma, 11 febbraio 1795) è stato un poeta e compositore svedese, figura centrale delle canzoni tradizionali e della letteratura del suo paese e scandinava.
Le sue poesie furono musicate dallo stesso Bellman che utilizzò temi folk in voga, frammenti di opere e di temi di compositori del suo tempo, tra i quali Gluck e Haydn, e continuano ad essere intonate da autori svedesi contemporanei.
Esse sono ritenute tra le più all’avanguardia dell’epoca e furono tradotte in moltissime lingue, incluso il danese da Hans Christian Andersen.
Complessivamente si tratta di un libro interessantissimo, molto moderno e scritto in uno stille rapido, ironico, indipendente. Dispiace che in Italia non sia mai arrivato Kati in Amrica. Sarebbe bello che venisse riproposta l’intera trilogia senza modernizzazioni.
Consigliatissimo.
Letto: 31 luglio – 6 agosto 2025
Voto: 8,5 al romanzo; 9 a Astrid Lindgren per lo stile moderno, 5 alla modernizzazione della traduzione e delle illustrazioni (che comunque sono evocative, sebbene molto originali), 3 al fatto che la Vallecchi non abbia pubblicato il primo capitolo della serie.
Stelle mozzafiato: **** 
Recensioni in arrivo: 
Julia Somerford di Karen Aminadra
Il tesoro di Cipro di André Chosalland
Un nuovo mattino di Katie Fforde
La figlia del capitano di Aleksandr Puškin
Incantesimo del cuore di Johanna Lindsey
Il birichino di papà – Piccola nonna di Henny Koch
Un “fiore” difficile di Rosa Lia Carini Alimandi
Il nemico sconosciuto di Mary Roberts Rinehart
Il violino rubato di Enid Blyton
Magic Ballerina 15 – Il diadema incantato di Darcey Bussell
La grotta del mistero di Enid Blyton
Lei di Henry Rider Haggard
Per questo mi chiamo Giovanni di Luigi Garlando
In lettura:
Eclipse di Stephenie Meyer








 
Nessun commento:
Posta un commento