martedì 23 febbraio 2021

#Libri Recensione di 'Intrighi al castello' regency di Georgette Heyer con screziature di giallo

Intrighi al castello
di Georgette Heyer


Dati tecnici:
Titolo originale: The quiet gentleman
Traduttrice: Anna Luisa Zazo
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar Mondadori Narrativa n. 488
Pagine: 226
Anno: 1951 (in Italia dal 1981)
Genere: regency

Trama: Inghilterra, 1816.
Ad un anno dalla morte del padre, il settimo conte di St Erth giunge al Castello di Stanyon per prendere possesso del titolo e dell’eredità. L’accoglienza non è delle migliori. La matrigna non lo vede di buon occhio e non vuole avere accanto il figliastro nella dimora che ritiene sua. Ancor più astio dimostra il fratellastro Martin, convinto che il titolo sarebbe stato molto più giusto se fosse passato a lui.
In questo clima teso, si muovono anche il cugino Theodore, amministratore delle terre, e la giudiziosa Drusilla Morville, una sorta di dama di compagnia di Lady St Erth cresciuta con idee repubblicane.
Tra donne affascinanti (non di certo Drusilla) ed idee molto sensate (queste sì, di Drusilla), cavalcate e balli primaverili, una mano misteriosa attenta alla vita del conte e la stanca quotidianità al castello precipita in una intricato dedalo di sospetti e di paura…


L'edizione del 1951

Commento: Bello, bello, bello! Intrighi al castello è uno dei quei romanzi grazie al quale provi gioia al solo pensiero di averlo sul comodino e che ti fa sorridere tutto il giorno, perché sai di poterlo leggere prima di andare a dormire. Unico difetto, dura troppo poco! (pur avendolo io centellinato come potevo, le 226 pagine sono volate troppo velocemente!).
Ma procediamo con ordine.

Primo. Perdonatemi. Ancora una volta avevo annunciato che avrei recensito Le Rane non si arrendono di Emma Claudia Pavesi, ed invece, ancora una volta, lo pospongo, perché nel frattempo ho finito questo libro e preferisco fare le recensioni appena ho terminato il libro. Proverò a inserirla nella prossima recensione. Ci riuscirò? Chissà!

Secondo. Da questo libro farò le recensioni anche on-line, quindi se avrete voglia, potete seguirmi anche sul mio canale YouTube (iscrivetevi al canale, mi farebbe molto piacere!).

Detto questo eccomi alla recensione.

Intrighi al castello è il 10mo romanzo regency di Georgette Heyer (su 26 totali), pubblicato subito dopo Sophy la grande (altro romanzo che ho adorato).
Come in Talismano d’amore, la storia assume delle screziature gialle, facendo intravedere anche la giallista Heyer (nota per le sue trame tranquille in cui il pathos e i dialoghi hanno la predominanza sull’azione).

 


St Erth incontra la bellissima Miss Marianne Bolderwood.
Ma sarà veramente lei a colpire il suo cuore?

Tagli, tagli, troppi tagli!
Sfortunatamente anche questo romanzo è stato tagliato in fase di traduzione, come troppo spesso è accaduto nei primi Anni Ottanta alla Mondadori.
La lunghezza originale del romanzo è infatti di 320 pagine, mentre in italiano è solo di 226.
Sebbene la traduzione di Anna Luisa Zazo, la regina delle traduttrici della Heyer, sia magnifica, d’altro canto si sente forte la presenza di tagli che hanno snellito la trama (e anche il giallo).
Come sempre ci affidiamo ad Astoria con la speranza che ci regali una versione integrale, come hanno fatto con Una donna di classe.


Georgette Heyer

Pantisocrazia:
Durante la prima, pungente conversazione tra St Erth e Drusilla, la giovane informa il conte che suo padre era pantisocratico e che lei è stata educata con idee egualitarie, che si opponevano alla nobiltà.
Trasvolando sulla straordinaria capacità della Heyer di scrivere dialoghi ricchi di brio, mi soffermo qui sulla pantisocrazia, che ammetto non avevo mai sentito nominare.

La pantisocrazia (‘governo egualitario o dello stesso livello per tutti’) era uno schema utopico ideato nel 1794, tra gli altri, dai poeti Samuel Taylor Coleridge e Robert Southey per una comunità egualitaria (entrambi sono citati nel libro come cari amici del signor Morville). Era un sistema di governo in cui tutti avrebbero governano allo stesso modo. Inizialmente intendevano stabilire una tale comunità negli Stati Uniti, scegliendo un sito sulle rive del fiume Susquehanna dopo aver considerato altri luoghi come il Kentucky (anche questo evento viene citato da Drusilla, che aggiunge che “fortunatamente né la signora Suthey né mia madre trovarono possibile il progetto”). Nel 1795 Southey propose di spostare la sede del futuro insediamento in Galles. I due uomini non furono in grado di mettersi d’accordo sul luogo, facendo crollare il progetto.
Svolgendosi il romanzo nel 1816, all’epoca dei fatti Drusilla doveva essere molto piccola (avrebbe dovuto avere circa due anni).


Un0immagine del mondo visto dalla pantisocrazia.

Come avrete capito il libro mi è piaciuto moltissimo (così come ho apprezzato le note della Zazo che mi hanno informato sulla pantisocrazia e su tutti i riferimenti storici che mette la Heyer – e ne mette molti).
Libro davvero consigliatissimo!

Mozzafiato.

Letto: 1°-14 febbraio 2021

Voto: 8 ½ al libro, 9 alla Heyer, 8 alla Zazo, 2 alle case editrici che tagliano i libri

Stelle mozzafiato: ****

Recensione in arrivo: Le Rane non si arrendono di Emma Claudia Pavesi (ma sarà vero? Secondo me iniziate a dubitare che io lo abbia letto veramente! :D )

Video: Per vedere la videorecensione di Intrighi al castello cliccare qui

2 commenti: