giovedì 4 marzo 2021

#Libri 'E' sempre aprile a Villa Rosa' (1953) della misteriosa Emma Claudia Pavesi

E’ sempre aprile a Villa Rosa

di Emma Claudia Pavesi


Dati tecnici:
Casa Editrice: Baldini & Castoldi
Collana: La Melagrana n. 3
Pagine: 211
Anno: 1953
Genere: narrativa per giovinette

Trama: Lombardia, primi Anni Cinquanta. Estate.
Villa Rosa è una residenza estiva nella campagna lombarda, dove passa l’estate la signora Rosa (ex cantante lirica) con i figli e qualche nipote.
L’ambiente è allegro e divertente, anche se sulla casa incombe un’ipoteca che deve essere pagata entro la fine di settembre, o la villa sarà perduta per sempre.
Gabriella, 16 anni, nipote di zia Rosa e affezionatissima ai cugini e alla casa, decide di sfruttare l’estate per tentare, con l’aiuto dei cugini e di alcuni inseparabili amici, di risolvere il problema.
Scrive lettere, allestisce rappresentazioni teatrali, bussa alle porte di parenti vicini e lontani, chiede consigli a tutti, ma la situazione non sembra trovare uno sbocco…
Tra serate in allegria, anziane straniere che perdono la strada, collane d’oro andate perdute e articoli ‘elzeviri’, arriva lentamente l’autunno, con la pioggia e il ritorno a casa per la scuola.
E’ tutto veramente perduto? O non ha forse ragione Gigi Tonello, il ragazzo di cui è innamorata Gabriella, che in fondo ‘è sempre aprile a Villa Rosa’?


Serate di canto a Villa Rosa
(la cugina Mimì ha una voce edenica e Gabriella le cerca una scrittura...)

Commento: E’ sempre aprile a Villa Rosa fa parte della collana ‘La Melagrana’, edita dalla Baldini & Castoldi tra gli Anni Cinquanta e Sessanta ed indirizzata ad un pubblico di giovinette. Ne ho parlato spesso in questa rubrica, perché sto recuperando molti titoli attraverso eBay o vendite online di librerie d’epoca. Si tratta, infatti, di libri straordinari, che dipingono un’epoca ormai perduta e che delineano con forza temi e problemi del tempo (al riguardo non posso non citare Starli e i frutti d’oro, sull’avvento dell’industrializzazione in California, o Stella della sera, sulla situazione degli Indiani d’America negli Anni Cinquanta, o ancora Marina e i segugi, che dipinge Milano nell’immediato secondo dopoguerra).
Le autrici che si alternano nella collana sono italiane, americane e tedesche.
In questo caso il libro è scritto da un’italiana. Ma non italiana qualunque.

Chi è Emma Claudia Pavesi
E’ sempre aprile a Villa Rosa (il terzo volume pubblicato nella collana, che nel complesso conta 57 titoli) è, infatti, scritto da Emma Claudia Pavesi, la direttrice stessa della collana.
Su di lei ben poco si sa, perché nulla viene scritto sui libri (non si sa neppure quando è nata) e poco e niente si trova su Internet, tanto che ho sguinzagliato la nostra detective letteraria Anna Maria de Majo (nostra perché fa parte come me del gruppo ‘L’angolo lettura’ di Claudia Liberatore, che cerca di riportare alla luce le autrici dimenticate del passato).
Quello che si sa è che Emma Claudia Pavesi è un’ottima traduttrice e un’abile scrittrice. Le fu affidata la direzione della collana ‘La Melagrana’ nei primi Anni Cinquanta e poco dopo fu coinvolta in un fattaccio di cronaca in cui lei non era, in realtà, in alcun modo responsabile (la Baldini & Castoldi andò sotto processo per aver tradotto in italiano nel 1954 un libro molto hot americano, Scandalo, e la Pavesi fu coinvolta in quanto traduttrice. Alla Baldini & Castoldi fu imposta una pena pecuniaria, mentre la Pavesi fu prosciolta in quanto fece la traduzione perché sotto contratto con la Baldini & Castoldi. Altri tempi davvero! Pensate ora cosa siamo costretti a leggere. Pensate anche solo ad After, porno per adolescenti… ma non addentriamoci su questo argomento).
Dopo questa brutta situazione alla Pavesi fu affidata questa collana, a cui si dedicò per oltre un decennio, scrivendo romanzi davvero interessanti (tutti, per lo più, ambientati a Milano o nei dintorni, tanto che tendo a pensare che fosse per lo meno lombarda) e selezionando – e traducendo – libri dagli Usa e dalla Germania. 


Il libro 'Scandalo' che fece... scandalo!

Lo stile
Lo stile del romanzo è decisamente moderno, con la Pavesi che cerca di mettere nero su bianco il modo di parlare dei giovani in ogni loro sfumatura (faccia di tolla, fare il bidone, ripartire con il treno dei mariti, solo per fare alcuni esempi).
Ma questo non faccia pensare che il libro non sia pregno di interessanti richiami culturali o di approfondimenti.
Sulla scia della frase “L’arte non si fa per uno scopo: è fine a se stessa” (che molti scrittori dovrebbero fare propria, ormai essendo quasi tutti genuflessi al ‘marketing’ e pronti a sacrificare tutto per assecondare quello che viene loro imposto, ma ancora una volta sto divagando), la Pavesi ci racconta la messa in scena del Cyrano de Bergerac con richiami, parallelismi, introspezioni.


Gabriella (regista) e Gigi Tonello (Cyrano) durante le prove

Non dire QUATTRO!
Tra i vari modi di dire che pronuncia la protagonista Gabriella, ci si imbatte in “Non dire QUATTRO se non l’hai nel sacco” (pag. 58).
Ecco com’è il vero proverbio!
Non ‘Non dire gatto’, ma non dire ‘QUATTRO’!
Ed ora il proverbio ha molto più senso.
Di origine contadina, il proverbio induce a non contare come soldi già ottenuti qualcosa che non si è ancora guadagnato (quello che il mio amico Poldo tradurrebbe in ‘money in the bank’).
STUPENDO!

Annovazzi e Lorenzi (e Coppi)
Particolarmente interessante anche il richiamo a pag. 63 ai calciatori Annovazzi e Lorenzi.
Ne parla a tavola Laura (la cugina altezzosa), come se fossero nomi talmente noti che anche una ragazza concentrata su pizzi e mocassini possa conoscerli (nel libro sono messi sullo stesso piano di notorietà di Coppi).
Oggi, invece, sono andati molto nell’oblio (e lo dico io che comunque il calcio lo seguo).
Per la cronaca Carlo Annovazzi (1925-1980) giocò nel Milan dal 1945 al 1953 ed è considerato l’anticipatore del mediano moderno. Conta 17 presenze nell’Italia, di cui è stato anche capitano. Divenuto in seguito allenatore per le giovanili del Milan, fu lui a selezionare Franco Baresi e farlo arrivare giovanissimo in maglia rossonera…
Benito Lorenzi (1925-2007), soprannominato Veleno, giocò nell’Inter dal 1947 al 1958. Attaccante, conta 4 presenze e 4 gol con la maglia azzurra. Anche lui divenne allenatore, del settore giovanile dell’Inter. Fu lui a scoprir e Sandro Mazzola e Giacinto Facchetti.



Carlo Annovazzi (sinistra) e Benito Lorenzi (destra).

Nota all’illustratore
Come tutti i libri de La Melagrana, anche questo è impreziosito da una serie di illustrazioni realizzate da un certo (o una certa) Gobbi (almeno questo io riesco a capire dalla firma, ma potrebbe essere anche Golli o Golbi). Ma anche in questo caso le informazioni si concludono qui. Chi è? Nome vero o nome d’arte? Quanti anni aveva? Un mistero…


Al termine di una rappresentazione teatrale

Complessivamente si tratta di un libro molto interessante e assai divertente. Per tuffarsi in un’Italia dei primi Anni Cinquanta, in cui la guerra non veniva neppure nominata (forse per permettere alla mente ad andare avanti…).

Letto: 15-28 febbraio 2021

Voto: 8 al libro, 9 a Emma Claudia Pavesi per quello che ha fatto per la letteratura giovanile dell’epoca, 10 alla collana La Melagrana, 8 a Gobbi (o come si chiama), 0 alla Baldini & Castoldi di oggi, che contattata dalla nostra investigatrice letteraria ha saputo rispondere che più indietro del 1999 loro non sanno niente…

Stelle mozzafiato: *** ½ 

Recensione in arrivo: Le Rane non si arrendono sempre di Emma Claudia Pavesi ! Lo annuncio per la quarta volta! Ci riuscirò? Non lo so! Magari finisco prima il libro che sto leggendo e lo faccio slittare ancora :o !

Video: Per vedere la videorecensione di E' sempre aprile a Villa Rosa cliccare qui

Nessun commento:

Posta un commento