E’ sempre aprile a Villa Rosa
di Emma Claudia Pavesi
Dati tecnici:
Casa Editrice: Baldini & Castoldi
Collana: La Melagrana n. 3
Pagine: 211
Anno: 1953
Genere: narrativa per giovinette
(la cugina Mimì ha una voce edenica e Gabriella le cerca una scrittura...)
Chi è Emma Claudia Pavesi
E’ sempre aprile a Villa Rosa (il terzo volume pubblicato nella collana, che nel complesso conta 57 titoli) è, infatti, scritto da Emma Claudia Pavesi, la direttrice stessa della collana.
Su di lei ben poco si sa, perché nulla viene scritto sui libri (non si sa neppure quando è nata) e poco e niente si trova su Internet, tanto che ho sguinzagliato la nostra detective letteraria Anna Maria de Majo (nostra perché fa parte come me del gruppo ‘L’angolo lettura’ di Claudia Liberatore, che cerca di riportare alla luce le autrici dimenticate del passato).
Quello che si sa è che Emma Claudia Pavesi è un’ottima traduttrice e un’abile scrittrice. Le fu affidata la direzione della collana ‘La Melagrana’ nei primi Anni Cinquanta e poco dopo fu coinvolta in un fattaccio di cronaca in cui lei non era, in realtà, in alcun modo responsabile (la Baldini & Castoldi andò sotto processo per aver tradotto in italiano nel 1954 un libro molto hot americano, Scandalo, e la Pavesi fu coinvolta in quanto traduttrice. Alla Baldini & Castoldi fu imposta una pena pecuniaria, mentre la Pavesi fu prosciolta in quanto fece la traduzione perché sotto contratto con la Baldini & Castoldi. Altri tempi davvero! Pensate ora cosa siamo costretti a leggere. Pensate anche solo ad After, porno per adolescenti… ma non addentriamoci su questo argomento).
Dopo questa brutta situazione alla Pavesi fu affidata questa collana, a cui si dedicò per oltre un decennio, scrivendo romanzi davvero interessanti (tutti, per lo più, ambientati a Milano o nei dintorni, tanto che tendo a pensare che fosse per lo meno lombarda) e selezionando – e traducendo – libri dagli Usa e dalla Germania.
Lo stile
Lo stile del romanzo è decisamente moderno, con la Pavesi che cerca di mettere nero su bianco il modo di parlare dei giovani in ogni loro sfumatura (faccia di tolla, fare il bidone, ripartire con il treno dei mariti, solo per fare alcuni esempi).
Ma questo non faccia pensare che il libro non sia pregno di interessanti richiami culturali o di approfondimenti.
Sulla scia della frase “L’arte non si fa per uno scopo: è fine a se stessa” (che molti scrittori dovrebbero fare propria, ormai essendo quasi tutti genuflessi al ‘marketing’ e pronti a sacrificare tutto per assecondare quello che viene loro imposto, ma ancora una volta sto divagando), la Pavesi ci racconta la messa in scena del Cyrano de Bergerac con richiami, parallelismi, introspezioni.
Non dire QUATTRO!
Tra i vari modi di dire che pronuncia la protagonista Gabriella, ci si imbatte in “Non dire QUATTRO se non l’hai nel sacco” (pag. 58).
Ecco com’è il vero proverbio!
Non ‘Non dire gatto’, ma non dire ‘QUATTRO’!
Ed ora il proverbio ha molto più senso.
Di origine contadina, il proverbio induce a non contare come soldi già ottenuti qualcosa che non si è ancora guadagnato (quello che il mio amico Poldo tradurrebbe in ‘money in the bank’).
STUPENDO!
Annovazzi e Lorenzi (e Coppi)
Particolarmente interessante anche il richiamo a pag. 63 ai calciatori Annovazzi e Lorenzi.
Ne parla a tavola Laura (la cugina altezzosa), come se fossero nomi talmente noti che anche una ragazza concentrata su pizzi e mocassini possa conoscerli (nel libro sono messi sullo stesso piano di notorietà di Coppi).
Oggi, invece, sono andati molto nell’oblio (e lo dico io che comunque il calcio lo seguo).
Per la cronaca Carlo Annovazzi (1925-1980) giocò nel Milan dal 1945 al 1953 ed è considerato l’anticipatore del mediano moderno. Conta 17 presenze nell’Italia, di cui è stato anche capitano. Divenuto in seguito allenatore per le giovanili del Milan, fu lui a selezionare Franco Baresi e farlo arrivare giovanissimo in maglia rossonera…
Benito Lorenzi (1925-2007), soprannominato Veleno, giocò nell’Inter dal 1947 al 1958. Attaccante, conta 4 presenze e 4 gol con la maglia azzurra. Anche lui divenne allenatore, del settore giovanile dell’Inter. Fu lui a scoprir e Sandro Mazzola e Giacinto Facchetti.
Nota all’illustratore
Come tutti i libri de La Melagrana, anche questo è impreziosito da una serie di illustrazioni realizzate da un certo (o una certa) Gobbi (almeno questo io riesco a capire dalla firma, ma potrebbe essere anche Golli o Golbi). Ma anche in questo caso le informazioni si concludono qui. Chi è? Nome vero o nome d’arte? Quanti anni aveva? Un mistero…
Complessivamente si tratta di un libro molto interessante e assai divertente. Per tuffarsi in un’Italia dei primi Anni Cinquanta, in cui la guerra non veniva neppure nominata (forse per permettere alla mente ad andare avanti…).
Letto: 15-28 febbraio 2021
Voto: 8 al libro, 9 a Emma Claudia Pavesi per quello che ha fatto per la letteratura giovanile dell’epoca, 10 alla collana La Melagrana, 8 a Gobbi (o come si chiama), 0 alla Baldini & Castoldi di oggi, che contattata dalla nostra investigatrice letteraria ha saputo rispondere che più indietro del 1999 loro non sanno niente…
Stelle mozzafiato: *** ½
Recensione in arrivo: Le Rane non si arrendono sempre di Emma Claudia Pavesi ! Lo annuncio per la quarta volta! Ci riuscirò? Non lo so! Magari finisco prima il libro che sto leggendo e lo faccio slittare ancora :o !
Video: Per vedere la videorecensione di E' sempre aprile a Villa Rosa cliccare qui
Nessun commento:
Posta un commento