martedì 21 gennaio 2020

#Libri 'La Primula Rossa' della Baronessa Orczy, un eroe entrato nella leggenda nella sua lotta contro la Rivoluzione Francese


La Primula Rossa
Ciclo 'La Primula Rossa' #01
della Baronessa Emma Orczy

Dati tecnici:
Titolo originale: The Scarlet Pimpernel
Traduttrice: Maria Eugenia Morin
Casa Editrice: Newton & Compton
Collana: Biblioteca Economica Newton Classici n. 110
Pagine: 217
Anno: 1905 (in Italia dal 1910, la mia edizione è del 1997)
Genere: antesignano della letteratura di spionaggio


Trama: Settembre 1792. Francia e Inghilterra.
La Francia vive le sue ore più buie. Paura, sospetto, fughe, ghigliottina. Terrore. I nobili, anche quelli più dimenticati e che da decenni vivono lontano da Versailles, sono inseguiti, falsamente processati e giustiziati, tra le grida di morbosa gioia del popolo parigino, aizzato ad arte da chi vuole distruggere molto più che una monarchia.

In questo panorama opera una figura misteriosa, nota con il nome di Primula Rossa, che, grazie ad una rete di aiutanti pronti a dare la vita per lui, trae in salvo tutti quelli che può, per farli poi sbarcare in Inghilterra e regalare loro un futuro migliore.
A Londra tutti sono ammirati dalle gesta della Primula Rossa, e le donne tutte romanticamente affascinante da questo eroe senza nome e senza volto. Tra queste, anche la francese Marguerite, moglie bellissima e conosciuta come “la donna più intelligente d’Europa” di Sir Percy Blakeney, lord ricco ma assai pigro ed indolente.
In molti si chiedono come egli abbia potuto convincere Marguerite a diventare sua moglie, anche perché è evidente che tra i due vi sia un freddo sentimento e si vocifera che sia stato il suo patrimonio a convincere la bella donna.
Ma la verità, come sempre, è ben diversa da quella che si mostra e tra Marguerite e Sir Percy il sentimento è così gelido perché…


Prima edizione inglese di 'The scarlet Pimpernel' del valore di circa 180 sterline

Commento: Avevo già letto La Primula Rossa più di vent’anni fa, dopo aver acquistato il libro con i miei risparmi (l’edizione fa parte dell’economica Newton e costava appena 3.000 lire). Avevo visto il film con Leslie Howard e Merle Oberon del 1934 e ne ero rimasta affascinata. L’ho ripreso in mano perché infine la Fazi (grazie!) ha ripubblicato il secondo volume della serie (in tutto il ciclo della Baronessa Orczy è composto da 12 volumi), da anni introvabile sul mercato, anche dell’usato. Mi sono fatta regalare Il voto di sangue (il secondo volume) per il mio compleanno, ma per assaporare al meglio la storia ho ripreso anche il primo volume e devo ammettere che la lettura mi ha conquistata oggi come allora.


Lo stile della Baronessa Orczy
La Primula Rossa non è il primo romanzo dalla Baronessa Orczy, ma è di certo il primo ad aver riscosso un notevole successo. La sua prosa è ancora lontana, a mio avviso, dai picchi che raggiungerà in seguito (ho letto per esempio lo spin-off La Primula Rossa e Rosa Maria, di una bellezza cristallina sia nella costruzione della trama che nella stesura della stessa), ma è evidente che vi sono già tutti gli elementi che l’hanno resa così famosa.
Sebbene la scrittura sia un po’ ridondante e a volte ripetitiva (quante volte viene detto nel testo che Marguerite è considerata la donna più intelligente d’Europa, quante volte viene sottolineato il grande amore di Marguerite per Lord Percy e che sarebbe disposta a morire per lui?), rendendo la lettura un po’ ridondante, la trama scorre via complessivamente molto veloce, anche per l’incalzare degli eventi.
Merito straordinario della Baronessa Orczy, inoltre, è quello di aver fatto nascere un genere letterario, che poi avrebbe spopolato non solo nella letteratura ma anche al cinema: lo spionaggio. E ancor più particolare è che a farlo sia stato una donna.
Per comprendere come sia potuto accadere bisogna riflettere su chi sia realmente la Baronessa Orczy.


Il bacio tra Sir Percy (Anthony Andrews) e Marguerite (Jane Seymour) nel film tv del 1982

Chi è la Baronessa?
Emma Orczy è nata a Tarnaörs, in Ungheria, nel 1865. Avvenimenti drammatici e sconvolgenti (la fine dell’azienda del padre in seguito ad uno spaventoso incendio, la morta dell’amata sorella) portarono lei e la sua famiglia a viaggiare per l’Europa tra Belgio, Francia ed infine Inghilterra, dove ella si trovò infine accolta come una figlia adottiva e dove trovò una seconda patria.
Profondamente credente, ha sempre sostenuto che “è stata la volontà del Signore” a darle l’ispirazione per il ciclo della Primula Rossa “e a voi moderni, che forse non credete come credo io, dirò: nella catena della mia vita ci sono stati così tanti anelli, tutti incentrati nel portare a compimento il mio destino, e nulla può essere così meraviglioso come costruire il destino di un uomo o di una donna” (dalla sua autobiografia del 1947).
In questo inanellarsi di eventi il più importante è stato l’incontro con il pittore Montague Barstow, che sposò con profondo e condiviso amore e che segnò tutta la sua esistenza. Fu proprio il marito ad esortarla a scrivere ed accompagnarla sempre in questa avventura.
Donna consapevole della sua poca avvenenza, ma dagli intensi sentimenti, la Baronessa aveva conosciuto il mondo e aveva visto con i suoi occhi come la gente, aizzata ad arte, potesse raggiungere picchi di violenza e cattiveria impensabili (l’incendio all’azienda del padre tutto fu tranne che accidentale). Ed aveva conosciuto come il rinnegare Dio portasse al dolore e allo smarrimento. Da qui il suo profondo odio verso la Rivoluzione Francese.


La Baronessa Emma Orczy

Il profondo odio verso la Rivoluzione Francese
I sostenitori a spada tratta della Rivoluzione Francese (come Bianca Pitzorno che in un suo orribile libro la giustificava così tanto, da accettare ogni atrocità commessa), si astengano dalla lettura perché qui si fa un ritratto davvero crudo e senza sfumature di quello che fu il Terrore per la Francia.
“Una tumultuosa, rumoreggiante folla di creature che di umano avevano soltanto il nome, giacché all’occhio e all’orecchio apparivano nient’altro che selvaggi, animati da abiette passioni e dalla sete di vendetta e di odio”. Questo l’incipit della storia, che anticipa l’imprinting generale di tutto il ciclo della Primula Rossa, perché di certo la Baronessa non teme di parlare de “l’orrido strumento di tortura”, del fatto che per i giacobini anche i bambini fossero “buoni per la ghigliottina”, o di quanto “la sete di sangue della folla non si saziasse mai”.
Si leggono appena due pagine e ci si sente immersi nel Terrore, impauriti della propria ombra, per un gesto sospetto di un parente fatto più di cento anni prima o per un’opinione scritta in una lettera intercettata prima che uscisse da Parigi. Il tutto in contrasto con la tranquilla Inghilterra, che ode solo i tamburi lontani di questa Rivoluzione e disserta quasi pigramente sull’identità di questo eroe misterioso che salva delle vite per portarle a Londra…


Madame Guillotine

Dialogo Marguerite – Lord Percy
Tra le pagine più belle del romanzo, vi sono sicuramente quelle dedicate ad un dialogo notturno tra Sir Percy e Marguerite nel giardino della loro abitazione appena fuori Londra. In questo incontro-scontro si legge tutta la sensibilità emotiva della Baronessa Orczy, che riesce a ritrarre perfettamente come un uomo e una donna non riescano a comprendersi e quanto gli essere umani si autoproteggano per paura di essere ulteriormente feriti, ottenendo, però, solo altre ferite e altre incomprensioni.
E’ questa capacità di narrare una grande avventura, con personaggi vividi e intensi, forti e passionali, ricchi di mille sfaccettature, ad aver reso grande questo ciclo. Scoprire l’uomo dietro la maschera. Addentrarsi nel suo animo. E vedere come tutto questo venga sempre tenuto nascosto per portare a compimento il suo dovere è di una profondità quasi vertiginosa.


Sir Percy (Leslie Howard) e Marguerite (Marle Oberon)

Parola data
Se da una parte nei romanzi si rispecchia una durissima critica alla Rivoluzione Francese, è palpabile invece un elogio al tempo antico, ad un codice etico ormai quasi dimenticato o forse divenuto fuori moda (ma quanto è moderna questa analisi oggi? E dire che il libro è stato scritto oltre 100 anni fa!).
Al riguardo trovo estremamente interessante il dialogo tra Marguerite e Sir Andrew (uno dei 20 membri della Lega della Primula Rossa), fermi a Dover in attesa di prendere una barca che li porti a Calais appena cala la tempesta. Se da una parte Marguerite vorrebbe salvare il marito (da lei stessa messo in pericolo involontariamente), dall’altra Sir Andrew mette un severo altolà alla donna tormentata, perché un conto è avvertire la Primula Rossa dei piani diabolici di Chauvelin, un conto è indurre la Primula Rossa ad abbandonare la partita. “Sir Percy Blakeney non sarebbe il fidato e rispettato capo di venti gentiluomini inglesi se abbandonasse coloro che ripongono in lui la loro fiducia. Quanto a mancare alla parola data, la sola idea è assurda!”. (pag. 159).
In un mondo in cui i ‘furbi’ sono elogiati e in cui comportarsi scorrettamente è diventato non solo di moda ma anche auspicabile, questo elogio alla correttezza e al rispetto delle proprie promesse è talmente forte ed accecante da richiamare al nostro cuore gli ideali dell’inconscio collettivo, che si stanno cercando di cancellare.


Sir Percy (Leslie Howard) con Chauvelin (Raymond Massey)

Complessivamente l’ho trovato un libro molto interessante, brillante e stimolante.
Una grande storia d’amore, narrata con uno stile forse un po’ ridondante, ma sicuramente intensa, pura, fiera.
Ed un personaggio non solo entrato di diritto nell’immaginario collettivo, ma anche prodromo e anticipatore di molti altri personaggi che senza di lui non sarebbe mai neppure nati.

Letto: 23 ottobre – 12 novembre 2019

Voto: 9 al libro, 10 alla Baronessa Orczy, 6 alla copertina, 8 alla Newton per avermi permesso molti anni fa di scoprire questo libro meraviglioso, 8 alla Fazi per aver rispolverato questo ciclo ancora così attuale.

Stelle mozzafiato: **** ½

Recensione in arrivo: L’isola degli inganni di Daniela Faccenda

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