martedì 8 marzo 2022

#Libri 'Pericolo nella Valle dei Re' di Elizabeth Peters, nona avventura di Amelia Peabody tra le rovine dell'antico Egitto

Pericolo nella Valle dei Re
#09 della serie di Amelia Peabody

di Elizabeth Peters

Dati tecnici:
Titolo originale: Seeing a large Cat
Traduttrice: Maria Barbara Piccioli
Casa Editrice: Nord
Collana: Narrativa n. 339
Pagine: 445
Anno: del 1998 (in Italia nel 2004, l’edizione Nord è del 2008)
Genere: poliziesco period

Trama: 1903. Egitto.
Nuova stagione di scavi per la famiglia Emerson al gran completo (al gruppo si unisce, oltre al figlio Ramses ormai sedicenne, e la figlia adottiva Nefret, anche l’egiziano David, adottato da Walter ed Evelyn, fratello e cognata del Padre delle Imprecazioni).
La famiglia viene in qualche modo spinta a cercare una tomba inesistente, la 20-A, nella Valle dei Re. Dopo un’iniziale (e prevedibile) ostruzione da parte dello stesso Emerson, la squadra al gran completo si spinge fino al luogo misterioso, dove in effetti viene localizzata un’apertura tombale.
Quello che viene scoperto all’interno, tuttavia, non è atteso.
Infatti proprio all’entrata è nascosta una mummia. Ma non una mummia egizia, bensì un corpo mummificato di una donna inglese, la moglie rapita anni addietro del Capitano Bellingham…
Tra spiriti di antiche regine, medium avventurose, ragazze sdolcinate, gatti in cerca di attenzione, due fratelli che fratelli non sono e tentati omicidi, molti segreti vengono piano piano alla luce spingendo Ramses infine a…

Commento: Pericolo nella Valle dei Re (uscito in precedenza con il titolo Amelia Peabody e il sepolcro inesistente) è il nono libro (su 18, ma solo 13 sono arrivati in Italia) della saga su Amelia Peabody creata da Elizabeth Peters. Ho letto tutti gli otto precedenti (cliccare sui titoli per leggere la recensione de La maledizione di Nefertiti e Il segreto della tomba d’oro) e il giudizio non cambia. Non amo come scrive questa scrittrice. Lascia sempre tutto in sospeso, senza far capire mai nulla su quello che accade realmente. Utilizza uno stile sensazionalistico, pur non creando la giusta enfasi e di fatto fallendo nel suo intento.
Mi spiego: un colpo di scena va bene. Spingere il lettore a pensare qualcosa, che invece è il contrario, pure. Ma qui è differente. Qui, in definitiva, la realtà non viene mai veramente spiegata. Non c’è il momento della rivelazione. Molto rimane solo sottinteso, dando davvero molta difficoltà al lettore a comprendere bene anche solo come nasce un’avventura.
Le regole per un romanzo non dovrebbero essere molto diverse da un articolo. Fin dal principio devi dire al lettore chi, come, dove, quando. Qui no. Qui quasi non si comprende neppure come nascono gli scavi di Emerson.
L’unica cosa veramente interessante sono alcuni dettagli dell’epoca e seguire la storia personale dei personaggi, come per esempio il sentimento nascente tra Ramses e Nefret (il giallo lasciamolo stare, perché chi è morto, perché e come, in fondo a noi non interessa).


La Valle dei Re, dove si svolge la storia

Il pizzo di Cluny:
A pag. 55 si legge: “La carnagione dorata di Nefret era enfatizzata dall’abito di chiffon bianco abbondantemente ornato di pizzo di Cluny…”.
Non conoscevo il pizzo di Cluny quindi mi documento, e scopro che si tratta di materiale di artigianato prodotto dalla Cluny Lace Company Limited, un’azienda familiare attiva fin dal Settecento con sede nel Derbyshire, ancora in mano alla famiglia Mason (alla nona generazione).
I suoi merletti sono considerati pregiatissimi, tanto che tutti noi li conosciamo anche se non lo sappiamo. Perché? Perché hanno realizzato i merletti per l’abito da sposa sia di Lady Diana che di Kate Middleton…


Un abito del 1914 realizzato con il pizzo di Cluny


Il pizzo di Cluny usato per l'abito da sposa di Kate Middleton

Gli abiti di Mr Worth:
Altro dettaglio relativo alla moda.
Amelia comprende immediatamente che la mummia trovata nella tomba 20-A è un corpo moderno, perché ha “riconosciuto il motivo. Mr Worth, il celebre sarto, lo utilizzò per un abito da sera (…) otto anni fa”. (pagg. 149-150).
Chi era Mr Worth?
Ancora una volta vado a fare ricerche. E ancora una volta scopro che anche qui tutti conoscono almeno uno dei suoi abiti.
Charles Frederick Worth (13 ottobre 1825 – 10 marzo 1895) era uno stilista britannico che lavorava a Parigi. I suoi abiti, innovativi e personalizzati, attirarono presto i reali non solo di Francia ma di tutta Europa (il suo atelier, la House of Worth era diventato un punto d’incontro della società).
La sua cliente più prestigiosa è stata l’imperatrice Eugenia (moglie di Napoleone III). E fu proprio Eugenia che lo presentò ad Elisabetta imperatrice d’Austria, che indossa un abito di Worth nel suo quadro probabilmente più famoso…

 

L'Imperatrice Eugenia (a sinistra) e Elisabetta Imperatrice d'Austria (a destra)
con abiti realizzati da Mr Worth.

Un altro ritorno:
Una nota alla trama.
Se nel romanzo precedente, Il segreto della tomba d’oro, si era assistito al ritorno di Walter ed Evelyn, che avevano dato nuovo brio alla trama, divenendo praticamente i veri protagonisti della storia, in questo il ritorno deciso dalla Peters è molto meno entusiasmante.
Si tratta di Donald Fraser ed Enid Debenham, ora sposati, che abbiamo conosciuto ne L’enigma della piramide nera (il quarto della saga). Se la loro storia d’amore nel romanzo precedente era intensa ed affascinante (con Enid che si finge archeologa per trovare le tracce dell’uomo che ama scomparso in Egitto), qui il rapporto si è svilito e Donald è a caccia dello spirito di un’antica imperatrice egizia di cui è convinto di essere innamorato.
Deludente ed inutile.

Thriller?:
Una nota alla traduzione.
Per due volte nel testo si parla di libri ‘thriller’, invitando Mrs Jones (la medium) a scrivere questo genere di romanzi per la sua abilità nel raccontare storie.
Non ho idea di quale parola sia usata nel testo originale, ma in una traduzione in italiano di una storia che si svolge nel 1903 stride moltissimo. Nessuno l’avrebbe usata.
Il lemma thriller nel vocabolario italiano per designare un genere narrativo entra solo nel 1957 (quindi più di 50 anni dopo lo svolgersi dei fatti).
Il genere all’epoca, il cui fondatore è considerato Wilkie Collins (1824-1889), era ancora agli albori (la stessa La primula rossa non era ancora uscito, e Agatha Christie era di là da venire) e veniva chiamato poliziesco.


Amelia Peabody con il suo inseparabile ombrellino, usato spesso come arma

Complessivamente si tratta di un libro di livello inferiore rispetto al precedente e dalla trama poco interessante. Vale solo per osservare come cresce il sentimento tra Nefret e Ramses e per la solida amicizia tra Ramses e David (ma resisterà o si innamorerà anche David di Nefret?).
Buona la caratterizzazione di Amelia e Radcliffe (che ormai si scrivono da soli), meno quella degli altri.

Letto: 30 gennaio – 4 marzo 2022

Voto: 5 al libro, 4 allo stile o alla traduzione, 6 ½ alla copertina, 9 agli approfondimenti sulla moda dell’epoca, 0 alle case editrici che comunque, se iniziate una saga, finitela!

Stelle mozzafiato: **

Recensione in arrivo: Tiegelmann a Londra di Åke Holmberg

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