Dati tecnici:
Titolo originale: The snake, the crocodile and the dog
Traduttrice: Maria Barbara Piccioli
Casa Editrice: Nord
Collana: Narrativa n. 297
Pagine: 452
Anno: del 1992 (in Italia nel 2003, l’edizione Astoria è del 2007)
Genere: giallo period
Il Padre delle Imprecazioni è infatti nel mirino di molti cacciatori di tesori che vogliono costringerlo a disegnare la mappa su come raggiungere la città perduta e viene rapito. Amelia Peabody riesce a liberare l’amato marito con l’aiuto del fedele Abdullah, ma scopre con terrore che Emerson ha dimenticato gli ultimi anni della sua vita (da quando l’ha conosciuta) e non ricorda nulla né di lei né del figlio.
Gli scavi iniziano lo stesso (con Amelia che si finge una semplice collaboratrice), ma i nemici seguono da lontano i passi degli Emerson e tra piccoli incidenti, cani rabbiosi e tombe mozzafiato, infine accade che…
Commento: La maledizione di Nefertari (uscito anche con il titolo Amelia Peabody e il ritorno di Sethos) è il settimo libro (su 18) della saga su Amelia Peabody creata da Elizabeth Peters. Ho letto i sei precedenti ed ho anche tre successivi (la casa Editrice Nord ha poi smesso di pubblicarli). Ho letto Il mistero della città perduta (il sesto) molti anni fa e poi ho interrotto la saga perché trovavo lo stile di scrittura molto lento e pomposo e facevo fatica a seguirlo con attenzione. Ho deciso infine di riprenderla in mano perché, stando male con la gamba sinistra (distrazione dei tendini), ho pensato di poter dedicarmi maggiormente alla lettura e quindi immergermi meglio in questo mondo. E’ accaduto così che alla sua 34ma sfida infine il libro è stato scelto!
Stile lento e difficoltoso:
Nella lettura ho riscontrato i problemi di stile che ricordavo (non so se sono dovuti allo stile della Peters o alla traduzione). Fondamentalmente trovo molto pesante il fatto che, nonostante lo stile sia estremamente prolisso in molti punti, d’altro canto moltissime volte si debba lavorare molto con la mente per capire a cosa si riferisce l’autrice.
Conosco bene la tecnica del corteggiamento all’argomento, in cui si spingono i lettori a capire il non scritto ma qui se ne fa un uso eccessivo (tra l’altro il corteggiamento all’argomento dovrebbe usarsi per suscitare sentimenti di empatia o avversione verso qualcosa o qualcuno, non per far diventare degli indovini i lettori).
Grande cultura egizia:
Sull’altro piatto della bilancia c’è l’immensa cultura sulla civiltà egizia propria dell’autrice, creando quindi ambientazioni e situazioni originali e molto affascinanti.
In questo libro si tocca la figura del faraone Akhenaton, della Diciottesima Dinastia (morì intorno al 1334 a.C.).
È celebre per aver abbandonato il tradizionale politeismo egizio a favore di una nuova religione di stampo enoteistico, introdotta da lui stesso e basata sul culto del solo dio Aton.
La sua storia non perdurò dopo la sua morte e, pochi anni dopo la sua scomparsa, i suoi monumenti furono occultati o abbattuti, le sue statue spezzate o riciclate e il suo nome cancellato dalle liste reali.
La sua figura fu dimenticata per millenni, fino a quando non fu scoperta, appunto, Amarna. Gli scavi iniziarono nel 1891 dall’inglese Flinders Petrie e terminarono nel 1937 (con la parentesi del 1898-1899 degli Emerson ^^).
La Nefertiti del titolo in italiano è la misteriosa moglie di Akhenaton.
Akhenaton è anche il padre del celebre Tutankhamon.
Complessivamente si tratta di un libro molto interessante e ricco di spunti che sarebbe potuto essere scritto (o tradotto) meglio.
La parte più bella è quella dedicata ai siparietti tra Amelia e Emerson, mentre Amelia cerca in qualche modo di riconquistare il marito mentre si procede agli scavi.
Letto: 16-28 giugno 2021 (a letto con la gamba malata).
Voto: 6 ½ al libro, 4 allo stile o alla traduzione, 6 ½ alla copertina, 8 all’idea di Elizabeth Peters, 9 alle mappe.
Stelle mozzafiato: ***
Recensione in arrivo: Occhi azzurri e Occhi grigi della Baronessa Emma Orczy
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