La terra del fiore azzurro
di Frances Hodgson Burnett
Dati tecnici:
Titolo originale: The
land of the blue flower
Traduttrice: Valeria Gorla
Casa Editrice: Galaad Edizioni
Collana: La Porta Magica n. 2
Pagine: 79
Anno: 1909 (in Italia dal 2008)
Re
Mordreth, ennesimo monarca egoista e malvagio corrispondente al nome di
Mordreth, muore poco prima che il suo erede venga alla luce. La moglie, donna
buona e amorevole, prima di spirare a causa del parto affida il neonato Amor
alle cure del Vegliardo, uomo saggio che vive nel vecchio castello dei Mordreth
in cima alla collina, ora abbandonato. Il suo compito è quello di allevare il
futuro re prima che egli diventi maggiorenne ed insegnargli i valori con cui
governare con amore e giustizia il suo regno.
Quel
giorno stesso il Vegliardo porta Amor fuori dalla reggia e lo conduce nel suo
rifugio e qui insegna al giovane principe a vivere al ritmo della natura, fino
a quando non arriva il momento tanto atteso…
Commento: La terra del fiore azzurro è una favola
delicata, che nella lettura può richiamare alla mente alcune immagini de Il signore degli anelli, ma poi ci si
accorge che l’autrice Frances H. Burnett (celebre in tutto il mondo per Il giardino segreto, Il piccolo Lord e La piccola principessa) ha scritto questo racconto quasi trent’anni
prima che Tolkien pubblicasse Lo Hobbit.
Ho
ritrovato molti temi cari alla Burnett, che si riscontrano nelle sue opere più
famose.
In
primo luogo l’importanza di curare il proprio giardino, evitando che esso venga
soffocato da piante selvatiche e come questa cura costante all’aria aperta
faccia bene alla salute sia fisica che mentale (questo il tema portante de Il giardino segreto).
In
secondo luogo vedere il Re Amor che cammina tra la sua gente e si inoltra per
le vie più sporche e maleodoranti, cercando di capire come aiutare i suoi
sudditi, non può non richiamare alla mente una scena molto simile de Il piccolo Lord, in cui il giovane
protagonista perlustra le terre del nonno e si accorge della troppa povertà dei
loro fittavoli.
Una
favola che si può definire un inno alla natura e al rispetto di essa per vivere
in armonia gli uni con gli altri.
Un
invito a guardare sempre in alto, a porgere grazie al Signore per il sole e la
pioggia, il cielo e il mare, il vento e la tempesta, perché tutto fa parte di
questo mondo e tutto porta qualcosa di prezioso.
Mi
piace chiudere con un messaggio che il Vegliardo passa al principe adolescente:
“Quando un uomo guarda a lungo le stelle,
il suo animo si acquieta e dimentica le cose poco importanti. Le stelle
rispondono alle sue domande e gli fanno capire che la Terra è soltanto uno fra
milioni di mondi. Mantieni salda la tua anima e guarda spesso in alto, e
capirai il linguaggio delle stelle. Non scordarti mai delle stelle”.
Già,
non scordiamoci mai delle stelle…
Letto: 10-14
dicembre 2017
Voto: 8
al romanzo, 8 alla Burnett per tutto quello che ci ha regalato (io l’adoro; Il giardino segreto è il primo libro che
ho letto in vita mia e grazie a lei ho iniziato ad amare la lettura), 8 a Galaad
Edizioni per aver portato questo gioiello dimenticato in Italia, 8 a Ulderico
Fioretti per le splendide illustrazioni che impreziosiscono il libello…
Stelle mozzafiato: ****
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