Jane Austen. I luoghi e gli amici
di Constance Hill
Dati tecnici:
Titolo originale: Jane Austen: Her homes and Her friends
Traduzione: a cura della Jane Austen Society of Italy
(Silvia Ogier, Mara Barbuni, Gabriella Parisi, Giuseppe Ierolli)
Casa Editrice: Jo March
Collana: Atlantide – n. V
Pagine: 229
Anno: 1902 (in Italia dal 2013)
Genere: saggistica
Trama:
Constance
Hill nei primissimi anni del Novecento decide di partire per andare a visitare Austenland (è lei a coniare questo
neologismo che poi diventerà diffusissimo) e vedere con i propri occhi i luoghi
ove aveva vissuto Jane Austen cent’anni prima ed incontrare chi ancora aveva ricordi
della brillante scrittrice o di chi aveva vissuto attorno a lei.
Un viaggio che ripercorre tutti i passi
di zia Jane (altro modo di chiamare la scrittrice inglese ideato dalla Hill),
da Steventon fino a Winchester, dove la Austen morì, arricchito da bozzetti
realizzati dalla sorella Ellen G. Hill, che mostrano un mondo che era cambiato
ma che ormai non esiste più, neppure così come lo ha visto Constance ai suoi
tempi.
Un percorso agrodolce che ci fa
catapultare in un mondo perduto e che tanto aveva ispirato le opere immortali
di Jane Austen.
Edizione inglese del 1923
Commento: Questo saggio arriva in Italia solo nel
2013 (111 anni dopo la pubblicazione in Gran Bretagna) grazie a Jo March, la
casa editrice che tanto sta donando alle appassionate di letteratura di questa
epoca (suo anche il gioiello Vecchi amici
e nuovi amori di Sybil G. Brinton, che ho recensito qui). Un libro che mi è
piaciuto moltissimo, che mi ha regalato lacrime e sorrisi, immagini ed emozioni
e che mi ha arricchito mostrandomi una Jane Austen più completa e più vicina.
Una perla che dovrebbe essere nella biblioteca di ogni janeite.
Molte cose mi hanno colpito di questo
saggio e cercherò di enumerarle in maniera sintetica qui di seguito.
Stroncature
e ironia
A pag. 102 è riportata una lettera che
Jane Austen scrive a Cassandra il 25 novembre 1798 in cui parla di un romanzo
dell’epoca che avevano appena finito di leggere: Arthur Fitz-Albini. Meraviglioso il modo in cui la Austen stronca
la prosa di questo autore (Sir Egerton Brydges), che fa risollevare il mio
animo quando leggo qualcosa che mi fa stare male. La frase “ci sono molti personaggi, apparentemente introdotti solo per essere
descritti” è fantastica, punge con ironia e sagacia e rispecchia molti
pensieri che mi assalgono spesso mentre leggo (soprattutto la letteratura
moderna).
Il
teatro di Northanger Abbey
A pag. 121 Constance Hill informa che il
teatro in cui Henry Tilney e Catherine Morland si incontrano dopo la loro
incomprensione, già nel 1809 non era più un teatro. Prima era stato convertito
in una cappella cattolica e quindi in una sala riunioni della massoneria
(perbacco, cosa può esserci di peggio per una chiesa cattolica?).
Indago e cerco di scoprire ora cosa sia
diventato. Ora è un museo che ripercorre la storia dell’edificio e che ospita
ancora riunioni massoniche (è il più antico Lodge massonico d’Inghilterra),
nonché è luogo per matrimoni, party e cene formali. Nella pagina ufficiale del
museo non è scritto che Jane Austen sicuramente assistette a qualche spettacolo
e che lo utilizzò come location di un suo romanzo…
Autoproduzione
Pagina 166. Nero su bianco. Jane Austen,
la grande Jane Austen si è autoprodotta. Non credeva ne L’abbazia di Northanger e quindi lo lasciò nel cassetto. Ma credeva
in Ragione e sentimento e il 30
ottobre 1811 esso fu dato alle stampe “per
l’Autore, da C. Roworth, Bell-Yard, Temple-Bar e pubblicata da T. Egerton,
Whitehall”.
Ecco.
Grazie.
La prossima volta, se qualcuno storce il
naso, rispondete: “Ma lo sapete, voi che
fate i superiori che anche Miss Austen (sempre che sappiate chi sia, oh voi
intellettualoidi virtuosi) si autoprodusse perché credeva nei suoi scritti? E
che se non lo avesse fatto… chissà forse non li avremmo mai conosciuti? Solo
per Orgoglio e pregiudizio vendette i
diritti, ma esso uscì due anni dopo…”.
Ispirazione
per Stephanie Barron?
A pagg. 140-141 leggo che Constance Hill
si emozione mentre cammina per Lyme e ripercorre non solo le strade dove era
passata Jane Austen (e di conseguenza i suoi personaggi di Persuasione, mi sembra quasi di vedere come la Austen abbia avuto
dei flash delle scene che poi descrisse così magnificamente) ma anche perché in
quel periodo visse nel luogo pure la geologa Mary Anning.
Leggendolo ho pensato: ecco dove
Stephanie Barron ha trovato ispirazione per il suo Jane e il mistero del Reverendo, nel quale miscela la storia di
Jane Austen con quella dei fossili di Lyme. Può darsi che mi sbagli, ma mentre
leggevo le pagine della Hill sono tornate a me in mente immagini identiche a
quelle che avevo avuto leggendo il libro della Barron…
Non nascondo che al termine della lettura
ho pianto. Per la morte di Jane, che nel corso del libro avevo imparato ad
amare come un’amica, e per tutto quello che è andato perduto con la sua
scomparsa (non parlo delle lettere bruciate da Cassandra, ma di quello che
avrebbe potuto scrivere se fosse vissuta più a lungo e di tutto il dolore che
ha invaso la sua famiglia). Ed ho pianto per questo mondo perduto che Constance
Hill inseguiva, senza sapere quanto ancora fosse tangibile alla sua epoca; mi
verrebbe da chiedere: se oggi scrivessero lo stesso identico libro cosa si
incontrerebbe? La memoria, nonostante i musei e la sicura messa in salvaguardia
di alcuni mobili o suppellettili, sta scemando ed esiste sempre più solo la
Jane Austen scrittrice e non più la Jane Austen zia, sorella, amica, cognata…
E quanto mi ha emozionato la descrizione
di quello spartito da lei firmato, magari di corsa, solo per asserirne la
proprietà. Un gesto quotidiano, a cui lei neppure avrà badato, e che è arrivato
a noi…
Cosa posso dire se non grazie Constance
Hill? E grazie Jo March? E grazie anche alla Jane Austen Society of Italy che ha fatto una traduzione magistrale con note sempre interessantissime?
Libro meraviglioso. #mozzafiato
Letto: 04
– 29 giugno 2019
Voto:
10 al libro, 10 e lode a Constance
Hill per l’idea e il coraggio di intraprendere un tale viaggio accompagnata
solo dalla sorella, 10 a Ellen G. Hill per le illustrazioni, 9 a Jo March.
Stelle mozzafiato: *****
Wow!
RispondiEliminaNon conoscevo questo libro, ma mi ispira parecchio!
Sì, è davvero interessantissimo e pieno di spunti che fanno riflettere molto. Baciiii
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