mercoledì 29 aprile 2020

#Libri - 'Uno scomodo erede' di Georgette Heyer, regency inconsueto con un eroe fuori dal comune

Uno scomodo erede
di Georgette Heyer

Dati tecnici:
Titolo originale: The Unknown Ajax
Traduttrice: Gigliola Foglia
Casa Editrice: Sperling & Kupfer Editori
Collana: Serie Oro n. 34
Pagine: 413
Anno: 1959 (in Italia dal 2007 – la mia edizione è del 2007/2)
Genere: regency



Trama: Darracott Place, Sussex, Inghilterra,1817.
Grande fermento a Darracott Place, grande magione nel Sussex di antichissima storia, ma che sta quasi cadendo a pezzi. E’ in arrivo, infatti, Hugo, il nuovo erede dopo la morte di Mr Granville Darracott e il figlio Oliver, affogati al largo della costa della Cornovaglia a causa di una sfortunata spedizione navale.
Hugo, militare di carriera, è sconosciuto a tutta la famiglia (in molti non sapevano neppure della sua esistenza). E’ figlio, infatti, del secondogenito di Lord Darracott, ripudiato dal padre quando decise di sposare un’umile tessitrice.

L’arrivo di Hugo, quindi, è visto con grande astio da chi pensava di ereditare il titolo alla morte di Mr Granville e del figlio o da chi è convinto che egli sia solo uno zotico soldato semplice, ed anche dalla ribelle Anthea, cugina di Hugo e destinata ad andargli in sposa dal tirannico Lord Darracott.
Ma Hugo è davvero così zotico? E’ davvero un cacciatore di dote? O non è forse vero che le sue abilità militari lo renderanno un punto di riferimento per tutti, facendo nascere un sentimento inatteso nel cuore di Anthea? E il cugino Richmond come verrà influenzato dalla sua presenza? E il cugino Claud cosa sarà costretto a fare sotto alla sua imperiosa guida? Tra contrabbando, case vedovili, fantasmi e passeggiate a cavallo, Hugo riuscirà piano piano a conquistare il cuore di tutti e…


Commento: Uno scomodo erede è il 26mo romanzo storico di Georgette Heyer (se si escludono quelli di ambientazione medievale o elisabettiana o i gialli, in tal caso sarebbe il 43mo) e mi è stato caldamente consigliato da mia mamma. In effetti lo avevo già letto più di dieci anni fa (ho letto praticamente tutti i romanzi della Heyer, autrice che amo moltissimo – potete leggere qui le mie recensioni di Una donna di classe, Il gioco degli equivoci e Gli inganni del cuore) ma non ricordavo che mi avesse colpito particolarmente, quindi mi decido a riprenderlo in mano per capirlo meglio.
Tengo a precisare che mia mamma lo stava rileggendo in inglese e me ne cantava meraviglie. Io, tuttavia, non sono riuscita a rimanerne incantata. Possibile che sia per via della traduzione? Credo di sì.
Leggo, infatti, per esempio, che la scrittrice americana Sheri Cobb South (autrice di molti regency e di svariati mystery regency ma arrivati in Italia) ha detto: “Penso che Georgette Heyer sia probabilmente la mia maggiore influenza letteraria. Colleziono tutti i suoi libri (compresi i romanzi contemporanei difficili da trovare che scrisse negli anni Venti), ma se la mia casa prendesse fuoco e avessi solo il tempo di salvarne uno, prenderei Uno scomodo erede. L’umorismo è insuperabile e Hugo Darracott è un eroe così meraviglioso”.
Umorismo? Eroe meraviglioso?
Visto che sono le stesse identiche cose che diceva mia mamma, mi devo arrendere e devo ammettere che il problema è la traduzione.


L'edizione di mia mamma 

Traduzione pessima!
In effetti la lettura, solitamente così facile nei libri della Heyer, è molto pesante. Credo che il problema per Gigliola Foglia, la traduttrice, sia stato rendere per iscritto l’accento dello Yorkshire che Hugo forza per prendersi gioco dei suoi parenti pe convincerli che lui sia in realtà un mezzo zotico. Questa traduzione risulta assai pedante e brutta. Perché si dà a Hugo un modo di parlare troppo moderno e sguaiato (sono sicura che questo non accade nell’originale).
Ci sono poi delle cadute di stile IMPRESSIONANTI.
Nella traduzione per tre volte (TRE VOLTE!) i personaggi (e non Hugo, ma gli zii, se non addirittura Lord Darracott) dicono SETTIMANA PROSSIMA! Allora se una traduttrice non sa che ‘settimana prossima’ è 1) un errore grammaticale inaccettabile e 2) è un modo di dire sorto solo molto recentemente a Milano e poi diffusosi in Italia a causa di giornalisti non preparati, allora non può fare la traduttrice, e soprattutto non la traduttrice di un regency!
Per informazione avrebbe dovuto scrivere o 1) la prossima settima o 2) mercoledì prossimo o 3) tra una settimana. Settimana prossima non si può sentire.
NB Tengo a precisare inoltre che si tratta di una traduzione del 2007, quando questo modo di parlare era ancora più gergale rispetto ad ora .
Ora mi sorge il desiderio irrealizzabile di leggere questo romanzo tradotto dalla Zazo, la traduttrice ufficiale della Heyer tra gli Anni Settanta e Ottanta (magnifica davvero).


Tracce di Downton Abbey
Nella lettura ho trovato alcune tracce di quello che anni dopo sarebbe diventato una serie period cult: Downton Abbey. Non solo, infatti, arriva nella grande magione di famiglia un erede assai scomodo, figlio di un figlio cadetto ripudiato per matrimonio, ma qui viene descritta con dovizia di particolari la servitù.
Già l’inizio della storia è visto attraverso l’occhio di un cameriere che ci presenta tutti gli svariati personaggi (e sono davvero tanti i cugini e gli zii!), ma poi, nel proseguo della storia, i valletti personali diventano protagonisti indiscussi, così come è sottolineata con maestria la lotta interna tra i vari valletti, per assumere un ruolo prominente in seguito all’importanza dei propri padroni.


Note: cos’è il periodo ‘Tutti i talenti’?
Ancora una volta devo rimpiangere la Zazo, perché nel romanzo sono totalmente assenti le note, che invece la Zazo disseminava con arguzia e precisione maniacale, arricchendo il lettore di molti interessanti aneddoti dell’epoca.
Nel testo (a pag. 35) ci si imbatte, per esempio, in Matthew (il terzo genito di Lord Darracott, quello che avrebbe dovuto ereditare se non fosse arrivato Hugo), impegnato in politica. Nel testo è scritto: “benché apparisse improbabile il raggiungimento da parte sua dei gradini più alti della scala, fu solo durante il breve regno di “Tutti i talenti” che fu disoccupato”.
Tutti i Talenti? Che periodo è? Ce lo vuoi spiegare?
Ovviamente no.
Beh, me lo cerco da sola ed ecco cosa scopro: Il Ministero di tutti gli Ingegni o, meno diffusamente, il Ministero di Tutti i Talenti, (Ministry of All the Talents in inglese) fu formato per iniziativa di William Wyndham Grenville, I barone Grenville, nominato Primo Ministro del Regno Unito l’11 febbraio del 1806, a seguito della morte di William Pitt il Giovane. A fronte della situazione di conflitto in cui la nazione versava in quel momento, Grenville cercò di formare una vasta coalizione governativa il più salda possibile, accogliendo personalità politiche di spicco provenienti da quasi tutti i raggruppamenti politici, sebbene i seguaci di Pitt, guidati da George Canning, rifiutarono di aderire. L’ingresso di Charles James Fox fu accolto non senza perplessità, avendo più volte re Giorgio III manifestato un’accesa ostilità verso questi; tuttavia dinanzi alla ferma intenzione di soprassedere alle passate rivalità politiche mostrata dal re, numerosi altri esponenti politici si convinsero della necessità di supportare il governo.
Il Ministero così costituito tuttavia non riuscì pienamente nei suoi intenti, fallendo l’obiettivo di una pacificazione con la Francia. Ciononostante la sua azione condusse all’abolizione, nel 1807, della tratta degli schiavi nelle colonie britanniche. Cadde quindi, sempre nel 1807, per l’opposizione manifestata da Giorgio III contro un importante progetto di riforma, vale a dire il Catholic Relief Bill.


William Wyndham Grenville

Complessivamente devo ammettere che il romanzo soffre moltissimo della pessima traduzione. Per il resto è sicuramente un libro originale e diverso dal solito, in cui la storia d’amore passa in secondo piano rispetto alle dinamiche familiari tra i personaggi, con particolare interesse verso le relazioni tra cugini e il modo in cui Hugo Darracott ottiene sempre maggiore valore agli occhi di tutti.

Letto: 25 marzo – 22 aprile 2020

Voto: 7 al libro, 2 alla traduzione, 7 alla copertina, 0 alla mancanza di note.

Stelle mozzafiato: ***

Recensione in arrivo: Il ladro del tempo di Linda Buckley-Archer

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