giovedì 27 gennaio 2022

#Libri 'La Lega della Primula Rossa', sesto avvincente capitolo della saga ideata dalla Baronessa Orczy tra l'assassinio di Marat, l'assedio di Lione e gli ordini di Robespierre

La Lega della Primula Rossa
(La Primula Rossa #06)

della Baronessa Emma Orczy

Dati tecnici:
Titolo originale: The League of the Scarlet Pimpernel 
Traduzione: non segnalato
Casa Editrice: Salani
Collana: I romanzi della Rosa n. 139
Pagine: 320
Anno: 1919 (in Italia dal 1923, la mia edizione è del 1959
Genere: antesignano della letteratura di spionaggio; raccolta di racconti

Trama: Parigi, Francia. 1793
Il Terrore è in pieno svolgimento. La vita a Parigi è densa di angoscia e paura, di sospetto e tensione. Dietro a qualsiasi finestra può nascondersi un nemico. O un delatore. Le ville dei nobili sono saccheggiate, i denari rubati, le opere d’arte dilaniate.
Gli stessi patrioti temono di commettere anche un solo errore e venir così condannati e dimenticati. Gli aristocratici si nascondono, fuggono, vengono catturati, arrestati, uccisi.
La povertà è ovunque.
Le taverne offrono solo vino scadente e il cibo scarseggia, mentre ogni giorno la ghigliottina reclama i suoi sacrifici.
Su questo sfondo storico agghiacciante, si muovono dodici uomini coraggiosi conosciuti come la Lega della Primula Rossa, comandati da Sir Percy, che tenta di salvare il più alto numero possibile di innocenti.
Tra la morte di Marat e gli ordini di Robespierre, le intuizioni di Chauvelin e gli stratagemmi di Primula Rossa, processi e mascheramenti, piccole e grandi storie si susseguono ad un ritmo sempre più incalzante…

Commento: La Lega della Primula Rossa è il sesto capitolo della celebre saga sulla Primula Rossa, scritta dalla Baronessa Emma Orczy ad inizio Novecento e il primo ad essere una raccolta di racconti (temporalmente le 11 avventure si svolgono tutte nel 1793, tra poco prima e poco dopo de La sposa di Lord Antonio). Recuperato su ebay perché non ristampato da anni, questo libro ha avuto una fortuna insolita per entrare così velocemente nelle mie letture. Infatti era arrivato secondo nella mia consueta sfida di dieci con cui scelgo quale libro leggere, ma essendo partita per un week-end in montagna ed avendo divorato L’usignolo d’argento di Sylvia Thorpe, mi sono ritrovata a leggere La Lega della Primula Rossa senza averlo realmente scelto (chi arriva secondo non necessariamente arriva primo alla sfida successiva, acquisisce però il diritto di rientrare nella successiva sfida dei dieci ed io solitamente inserisco sempre nelle letture da lasciare sul comodino il capitolo successivo di una saga che sto seguendo e, in questo caso determinante, il diritto di partire con me – qualora io vada da qualsiasi parte per lavoro o per piacere – così da essere scelto qualora io finisca il libro in lettura fuori casa e non possa, per ovvi motivi, fare una sfida a dieci per scegliere la prossima lettura).
In effetti non so quando mi sarei realmente decisa a leggerlo, perché io preferisco sempre i romanzi alle raccolte di racconti. E devo dire che questa coincidenza è stata davvero fortunata, perché il libro mi è piaciuto moltissimo!
Ho ritrovato, infatti, lo stile straordinario della Baronessa, riscontrato in tutti i libri che ho letto finora, ed ho constatato come in definitiva si tratta sì di racconti, ma ha anche un suo filo conduttore, tratteggiando tra l’altro con vivida arguzia situazioni storiche assai note (come spessissimo fa la scrittrice, miscelando finzione e realtà con una maestria da brividi).


La Lega della Primula Rossa (foto tratta dal film La Primula Rossa, 1982)

Marat
Nel primo racconto, La danzatrice di strada, Primula Rossa diventa membro attivo in uno degli avvenimenti più noti della storia del Terrore: l’uccisione di Marat nella sua vasca da bagno (13 luglio 1793).
Sebbene non sia egli l’artefice dell’assassinio, Sir Percy è presente sulla scena del delitto per raccogliere un anello determinante per salvare dagli artigli della Repubblica un bambino innocente, sottratto alla madre, Maddalena Lannoy (ovvero la danzatrice di strada), perché spesso i fanciulli durante il Terrore venivano presi sotto la custodia statale perché “non dovevano essere allevati con quelle idee di egoismo borghese e di amore del lusso che avevano rovinato la nazione per secoli e secoli. No, dovevano crescere in mezzo a uomini che hanno compreso il vero valore della fraternità e dell’eguaglianza, e l’ideale di una completa libertà per ogni individuo di vivere a suo piacere, senza ostacoli di stupidi pregiudizi e di antiquata educazione (…). Cose simili avvengono ogni giorno durante questa nostra gloriosa rivoluzione, compiuta nel nome sacro della Francia e della Libertà!” (pag. 12).
Ovviamente la Primula Rossa, grazie all’anello rubato, riesce a salvare il figlio di Maddalena Lannoy e portare entrambi in salvo.


La morte di Marat nel quadro di Jacques-Louis David (1793)

L’assedio di Lione
In Come Gian Pietro incontrò la Primula Rossa si prende spunto da un altro evento storico importante del Terrore: l’Assedio di Lione, avvenuto tra il 9 agosto e il 9 ottobre del 1793.
Lione, infatti, si era ribellata ai repubblicani a favore dei realisti e fu assediata e conquistata dall’esercito repubblicano, con la distruzione delle mura delle città e con la cancellazione del suo nome, venendo battezzata Ville-Affranchie (Città liberata), con l’esecuzione successiva di circa 2.000 ribelli e la distruzione delle abitazioni dei nobili.
Tra i realisti che hanno preso parte alla difesa di Lione vi era anche, nel racconto, il marchese di Mortaine, che riuscì a scappare in Svizzera. La moglie e il figlio erano rimasti intrappolati a Parigi in una vita di stenti, con la speranza di trovare un aiuto per raggiungere il marchese all’estero (aiuto che arrivò, ovviamente, grazie a Sir Percy).

Leggi e decreti, lasciapassare e delazioni
In tutti i racconti si evidenziano i lasciapassare necessari per entrare o uscire da Parigi, le delazioni fatte per principio o per paura, le restrizioni di giorno in giorno sempre più stringendo, toccando piano piano tutti, anche coloro che in principio si credevano al sicuro.
Una frase mi ha colpito molto, inserita nel racconto Una lotta di astuzia: “Nessuno osava protestare contro quei soprusi, ai quali dei pacifici cittadini dovevano sottostare in seguito alla semplice denunzia di un modestissimo agente di polizia. In quei giorni, ogni decreto, ogni ordine, doveva essere accettato senza lamenti”. (pag. 295)
La Storia che dovrebbe insegnare, ma che viene dimentica.

Primula Rossa precursore di Ethan Hunt
L’ho sempre pensato, ma in questa raccolta ne ho avuto la conferma. La Primula Rossa ha una capacità di mascherarsi uguale se non migliore di Ethan Hunt, il protagonista di Mission: Impossible.
Nelle undici avventure che lo vedono coinvolto nel corso delle pagine, infatti, non solo si maschera in continuazione ma passa sempre, sempre inosservato, sapendo che a volte si trova anche a quattr’occhi con Chauvelin, il suo acerrimo nemico che lo conosce bene!
Tra l’altro è bene ricordare che Sir Percy è anche notevolmente alto, quindi questo elemento da solo dovrebbe far accendere una lampadina nella mente dei patrioti.
Ma niente, la Primula Rossa li gioca sempre…

Complessivamente si tratta di una raccolta molto interessante, che avrei letto anche più velocemente, ma di cui ho rallentato la lettura per gustare non più di un racconto a sera. Consigliato vivamente a tutti gli appassionati della saga (tra i personaggi che tornano ci sono Lord Antony Dewhurst, protagonista de La sposa di Lord Antonio, e Sir Andrew Ffoulkes, il miglior amico di Sir Percy e tra i protagonisti, tra gli altri, proprio di La Primula Rossa).

Letto: 04-24 gennaio 2022

Voto: 8 al libro, 9 alla Baronessa Orczy per l’approfondimento storico e la capacità narrativa, 5 alla copertina, 0 alle moderne case editrici che dimenticano questa autrice straordinaria (anche se la Fazi aveva provato a ripubblicarla, ma si è fermata al secondo capitolo della saga).

Stelle mozzafiato: ****

Recensione in arrivo: Una questione di classe di Mary Balogh

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