martedì 11 gennaio 2022

#L'ibri 'L'usignolo d'argento', splendido regency di Sylvia Thorpe a metà strada tra Georgette Heyer e Aghata Christie

L’usignolo d’argento
di Sylvia Thorpe

Dati tecnici:
Titolo originale: The silver nightingale
Traduzione: non segnalato
Casa Editrice: Industri Grafiche Cino del Duca
Collana: Collezione Intimità n. 157
Pagine: 135
Anno: 1974 (in Italia dal 1976)
Genere: period romance con screziature di giallo

Trama: Epoca regency, Inghilterra.
Lord Justin Chayle deve prendere moglie. Il titolo e l’età gli impongono di non continuare a temporeggiare. Tra le numerosissime pretendenti tra cui potrebbe scegliere, il lord fa la sua proposta a Sarah Lorymer, di certo né la più bella né la più ricca. Alla sua prima stagione a Londra, Sarah sembrava, infatti, destinata a passare inosservata, sperando di ottenere un matrimonio accettabile per permettere alle sorelle (molto più belle) di entrare in società gli anni successivi.
Segretamente innamorata di Chayle, Sarah, sorretta ovviamente dalla famiglia, accetta la proposta ed inizia a vestire i panni della futura moglie ubbidiente e discreta, nascondendo i suoi reali sentimenti.
Tutto crolla quando ad una festa Sarah incontra l’ex amante del futuro marito, che tenterà di metterla a disagio e a cui Sarah risponderà con orgoglio e carattere. Troppo carattere, tanto da cadere nelle ire di Chayle.
Furiosa e disincantata, Sarah fugge quindi da Londra per chiedere aiuto alla nonna per cancellare la promessa di matrimonio.
Ma il destino non è mai come uno se lo aspetta ed una tempesta di neve sconvolge i piani della giovane eroina.
Obbligata a fermarsi senza soldi e solo con una giovanissima cameriera al seguito in una minuscola locanda, Sarah viene raggiunta dal futuro marito poco prima che tutte le strade vengano bloccate per giorni.
Tra attrici maliziose, ragazzi gioiosi e uomini misteriosi, Sarah e Chayle iniziano a parlare e conoscersi, fino a quando un omicidio non sconvolge il piccolo gruppo di sconosciuti e…

Commento: Bello, bello, bello!
L’ho finito il 3 gennaio e L’usignolo d’argento già si candida ed essere uno dei libri più belli letti nel 2022!
Avevo già letto di questa autrice altri tre libri: L’erede di Tarrington, Quadriglia e Scambio di dame, tutti tradotti in italiano tra il 1977 e il 1978 da Mondadori e quando ho visto questo piccolo gioiello su eBay me lo sono fatto regalare per Natale, scoprendo che questa traduzione proposta da Cino del Duca è precedente a quello della Zazo per Mondadori. Ahimé, però, è sicuramente una versione molto ridotta.
Sebbene la traduzione sia comunque scorrevole e fatta con garbo, è evidente, infatti, che molte pagine sono state tagliate (in italiano sono 135 pagine – tra l’altro in formato ridotto – contro le oltre 250 della versione in inglese) e questo mi dispiace moltissimo, perché si tratta di un vero e proprio gioiello.

Chi è Sylvia Thorpe
Partiamo con il presentare questa autrice straordinaria, sfortunatamente dimenticata dall’editoria italiana.
Sylvia Thorpe è lo pseudonimo usato da June Sylvia Thimblethorpe (nata il 2 aprile 1926 a Londra) tra il 1950 il 1983 per scrivere romanzi regency ed è stata la terza presidente di commissione (1965–1967) della Romantic Novelists’ Association (nominata poi membro d’onore a vita).
Come Sylvia Thorpe, ha scritto 28 romanzi regency ed un’antologia con Jessica Eliot e Nancy MacDougall Kennedy. Nel 1971 Quadriglia (edito da Mondadori nel 1977) ha vinto l’Elizabeth Goudge Historical Award.
E’ attualmente fiduciaria per il Goodrich Village Hall Trust. Goodrich è un villaggio, nel sud dell’Herefordshire, molto vicino al Gloucestershire e alla Foresta di Dean, situato vicino al fiume Wye ed è famoso per il suo antico castello normanno e medievale in arenaria rossa.


Il castello di Goodrich

A metà strada tra Georgette Heyer e Agatha Christie
Da sempre considerata una sorta di Georgette Heyer, ma un pochino più avventurosa (i suoi romanzi sono sulla scia di Talismano d’amore o di Una vedova riluttante), ne L’usignolo d’argento si supera e presenta una storia che ha tracce di Agatha Christie. Questa locanda resa inaccessibile dalla neve, con tutti i personaggi che non si possono allontanare e che iniziano a conoscersi (e a rivelare poco a poco i loro segreti), non può non ricordare due opere celeberrime della giallista inglese: Dieci piccoli indiani e Trappola per topi.
Il delitto compiuto è piuttosto violento ed è raro trovare trame del genere in romanzi regency. 


Sarah e Lord Chayle in un'illustrazione

La Hookam’s Library di Londra
Sylvia Thorpe, come tutte le scrittrici della sua generazione (in maniera molto, ma molto differente dalle sciacquette contemporanee), era molto scrupolosa ed approfondiva con dovizia di particolari i periodi storici di cui parlava (la Thorpe è stata anche insegnante, e credo che fosse per lei impossibile scrivere qualcosa di falso o non vero in un romanzo).
Motivo per cui quando a pag. 19 mi imbatto in questa frase: “Dopo una passeggiata in carrozza, avevano fatto una sosta all’Hookham’s Library di Bond Street: là si dava convegno, tutti i pomeriggi, una fitta schiera di dame e gentiluomini, poiché, oltre a cercarvi i libri da poco pubblicati, il bel mondo usava le sale come luogo di ritrovo” mi convinco che si tratta di una biblioteca realmente esistente all’epoca.
E non mi sbagliavo.
Thomas Hookham (1739–1819 circa) fu un libraio ed editore di Londra che pubblicò opere, tra l’altro di Ann Radcliffe e Clara Reeve. Fondò una biblioteca circolante nel 1764, che nel 1800 era diventata una delle “due più grandi di Londra”. La biblioteca continuò su Bond Street fino a quando non fu acquistata da Mudie’s intorno al 1871.
Le biblioteche pubbliche gratuite come le conosciamo oggi non esistevano nella Reggenza. Le biblioteche facevano parte delle librerie e per ritirare i libri era richiesta una quota. La quota annuale di Hookham per prendere in prestito dodici libri era di quarantadue scellini (due ghinee, o due sterline, due scellini), circa 150 dollari attuali.

Complessivamente si tratta di libro avvincente ed emozionante, che ho avuto la fortuna di leggere, tra l’altro, mentre mi trovavo in montagna d’inverno senza riscaldamento, quindi ho potuto immergermi nell’atmosfera della locanda in maniera completa.
Un libro prezioso e assolutamente da riscoprire.
MOZZAFIATO

Letto: 29 dicembre 2021 – 03 gennaio 2022

Voto: 9 al libro, 9 a Sylvia Thorpe per l’atmosfera e la trama, 9 a Cino del Luca per aver portato per primo la Thorpe in Italia, 8 alla copertina, 0 alle moderne case editrici che si sono dimenticate di quest’autrice meravigliosa.

Stelle mozzafiato: *****

Recensione in arrivo: La Lega della Primula Rossa della Baronessa Emma Orczy

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