Il ladro del tempo – Illuminazione di Peter Schock #02
di Linda Buckley-Archer
Dati tecnici:
Titolo originale: The Tar Man
Traduttrice: Roldano Romanelli
Casa Editrice: Editrice Nord
Collana: Narrativa 337
Pagine: 478
Anno: 2007 (2008 in Italia)
Genere: fantascienza period
Kate Dyer è riuscita a tornare ai giorni nostri grazie all’arrivo del padre che l’ha salvata dal suo viaggio nel tempo che l’aveva catapultata nel 1763. Solo che il suo ormai inseparabile amico Peter Schock è rimasto nell’Inghilterra settecentesca e il suo posto nella macchina del tempo è stato rubato dal terribile masnadiero l’Uomo Pece.
La giovane Kate è disperata e desidera tornare indietro e recuperare Peter, tenendo fede al suo patto di sangue (secondo il quale non sarebbero tornati a casa separati). La disperazione diventa ancora più profonda quando origlia una conversazione del padre (scienziato della NASA), che comunica alla madre che i suoi superiori hanno preso la decisione di distruggere la macchina del tempo. Senza sapere cos’altro fare, Kate convoca il padre di Peter, gli racconta tutta la verità ed organizza un viaggio nel tempo con lui per recuperare Peter. Solo che qualcosa va storto e precipitano nel 1792.
Peter, ormai adulto, entra in contatto con loro con la speranza nel cuore di poter tornare finalmente a casa. Ma, accortosi che loro sono ancora quelli che ha lasciato trent’anni prima, si finge un altro per aiutarli a fare ritorno nel 1763 e trovare il Peter bambino che cercavano… Solo che la macchina del tempo si è guastata e non funziona più…
Tra marchesi scienziati, crimini efferati, piani segreti e la violenza della Rivoluzione Francese, Kate si accorge che in realtà Joshua altri non è che il suo Peter e…
Commento: Il ladro del tempo è il secondo volume della trilogia L’Illuminazione di Peter Schock (il primo romanzo è Gideon il tagliaborse, l’ultimo è Il fantasma del tempo – che non ho ancora e che ho delegato mio fratello, che mi ha regalato i primi due, di recuperare quanto prima!). Rispetto al primo romanzo l’ho trovato molto, ma molto più bello.
La narrazione è assai più veloce e i personaggi hanno assunto una loro personalità specifica, come se finalmente agissero da soli, senza rimanere impastoiati dalla narrativa della scrittrice.
La trama è incalzante e in alcuni punti originale. Merito dell’autrice, improvvisamente cresciuta e migliorata, o della traduzione, che ha cambiato mano passando da Valentina Daniele a Roldano Romanelli? Non lo so, ma di certo questo romanzo è molto, ma molto più avvincente, mentre il primo era di difficile lettura.
La descrizione della Rivoluzione Francese mi ha assai incuriosito, perché stavo leggendo contemporaneamente La grande impresa della Primula Rossa che si svolge praticamente negli stessi anni e rivedermi qui la locanda di Dover, il traghettamento per Calais e la coccarda dei ‘cittadini’ francesi, mi ha fatto quasi scorgere tra le righe l’altezza camuffata di Sir Percy Blakeney.
Ancora una volta il romanzo è raccontato con due filoni: 1793 e giorni nostri, ma a differenza del primo libro in questo caso i due filoni sono divisi per capitoli (in un capitolo gli eventi del passato e nell’altro quelli del presenti, a loro volta suddivisi tra Uomo Pece e Mr Dyer e la Nasa), ed è così di più facile comprensione.
Vorrei al proposito a sottolineare un concetto. Non sono contraria al ping pong, come lo chiamo io, tra scene diverse. Al contrario lo trovo assai affascinante (e lo utilizzo spesso nei miei romanzi) ma se lo si vuole fare è necessario che tutto questo venga fatto con accortezza: regola numero 1, il soggetto della frase deve essere subito messo in primo piano così che quando si legge il paragrafo si sa subito a chi si riferisce; regola numero 2) se cambia scenografia, per favore mettimi immediatamente un riferimento chiaro e preciso di dove ci troviamo.
Concludo questa disanima generale segnalando che l’Uomo Pece (il Tar Man del titolo originale dell’opera), personaggio amatissimo dall’autrice, è per me viceversa assai poco interessante. Tutta la sua storia a Londra moderna era se non inutile (servirà per la conclusione), sicuramente un po’ pedante e poco stimolante.
Ma andiamo invece avanti con i dettagli curiosi.
Splendido video realizzato da Thespideykid come trailer alla trilogia.
Da vedere.
I canguri di Kew:
Rispetto a Gideon il tagliaborse ho trovato Il ladro del tempo assai più approfondito dal punto di vista storico con moltissimi cenni e curiosità che hanno arricchito la lettura. In particolare mi è piaciuta molto la descrizione della Regina Carlotta e dei giardini di Kew. In particolare mi ha affascinato la storia di come nel giardino siano stati introdotti dei canguri, portati dall’Australia appositamente per la regina, che si sono accasati liberamente tra i prati verdi ed hanno fatto amicizia con l’uomo (nel romanzo compaiono allungando il muso in una finestra e sbirciando una conversazione privata tra Peter Schock/Joshua e la Regina).
Per me è ulteriormente interessante, perché i Kew Gardens dal 2003 sono entrati nel Patrimonio Unesco perché “ospitano collezioni botaniche (piante conservate, piante viventi e documenti) che si sono notevolmente arricchite nel corso dei secoli. Dalla loro creazione nel 1759, i giardini hanno dato un contributo significativo e ininterrotto allo studio della diversità delle piante e della botanica economica”.
Quindi un #UnescoBook a tutti gli effetti!
Il cottage della Regina Carlotta, teatro di moltissime scene
I lumi di William Parker:
Nella storia si fa cenno anche a dei preziosissimi lumi realizzati da “William Parker in persona!” (pag. 196). I due lumi gemelli si trovano uno a Londra e l’altro in Francia e nel difficilissimo viaggio tra le due Nazioni si troverà il modo anche di impacchettare il lume francese per portarlo accanto all’altro.
Ma chi è William Parker?
Curiosa vado a cercare… e cosa scopro?
Che William Parker è uno dei nomi più luminosi nella storia della produzione di lampadari inglesi e che gli viene attribuita l’introduzione di elementi neoclassici nel design dei lampadari. Il suo primo lavoro attribuibile fu commissionato dal Comitato di arredamento delle sale delle New Assembly rooms a Bath, nel 1771 (e questo mi collega a Jane Austen! Lei sicuramente ha ammirato questi capolavori!)
Da allora la fama di Parker non fece altro che crescere: gli fu commissionato di fornire lampadari per la Guildhall a Bath nel 1778; nel 1782 fornì una coppia di dodici lampadari leggeri al 5 ° Duke del Devonshire per Chatsworth; dal 1783 al 1787 arredò la Carlton House per il Principe di Galles e le sue creazioni adornavano anche il White Drawing Room di Houghton Hall e la casa di William Beckford durante il suo esilio a Lisbona.
Insomma un maestro assoluto e scintillante.
Ci credo che i due lumi gemelli dovevano essere salvati ad ogni costo!
I magnifici lumi di William Parker a Bath.
Complessivamente si tratta di un romanzo assai interessante, soprattutto per i sentimenti che vengono descritti e per vedere come Peter Schock adulto si sia trasformato in un uomo profondo e appassionato e come il legame fortissimo che lo lega a Kate continui nel corso dei secoli.
Consigliato.
Letto: 07 aprile – 02 maggio 2020
Voto: 8 al libro, 8 alla traduzione, 6 a Linda Buckley-Archer per la scrittura, 6 alla copertina
Stelle mozzafiato: ****
Recensione in arrivo: La grande impresa della Primula Rossa della Baronessa Emma Orczy
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