Il Conte di Chanteleine – Un episodio del Terrore
di Jules Verne
Dati tecnici:
Titolo originale: Le Comte de Chanteleine
Traduttore: non specificato
Casa Editrice: Solfanelli
Collana: Il Fuoco e la Croce n. 2
Pagine: 123
Anno: 1864 (in Italia dal 1876 – La mia edizione è del 2018 NB l’ultima edizione conosciuta prima di quella attuale risaliva al 1925)
Genere: romanzo storico
Trama: 1793-1794, Vandea, Francia.
La Rivoluzione Francese è nel pieno del suo fulgore.
Il Re è stato ghigliottinato. Maria Antonietta è stata giustiziata. Ma il Terrore non si ferma.
Lotti feroci si spingono soprattutto verso la zona della Vandea, dove nobili e contadini legittimisti sono in rivolta contro i giacobini che non solo vogliono annientare la monarchia ma anche il mondo in cui vivevano, a cominciare dalla religione cattolica che viene vietata e sostituita dalla religione di Stato.
Tra i combattenti anche il Conte di Chanteleine che, assieme al servo e amico fraterno Kernan, porta avanti la sua battaglia per dieci lunghi mesi.
E mentre il fiume rosso dei giacobini li insegue, i due vengono a sapere che il castello di Cantheleine era stato preso di mira da alcuni soldati del Terrore. Un viaggio tra tempeste e notti infuocate porta il Conte a raggiungere la sua dimora.
Ma è troppo tardi. Tutto è stato devastato. La moglie è stata uccisa sul posto. La figlia presa prigioniera per essere giustiziata poi in piazza.
Mentre la prima rivolta di Vandea si assopisce, per poi risvegliarsi ancora più forte, i due uomini, uniti come fratelli, incontrano il Cavaliere Henri de Trégolan, che piange con loro sulla fossa comune, per poi svelare un drammatico segreto.
Tra villaggi di pescatori, grotte segrete, isole sperdute e una Fede incrollabile, Verne ci porta a conoscere la sua terra e fa luce su uno degli episodi più violenti della Storia recente…
Il Conte con Kernan
Commento: Il Conte di Chanteleine è probabilmente il romanzo meno noto di Jules Verne. E per una ragione ben precisa.
E’ un romanzo scomodo. Scomodissimo.
Tanto che lo stesso Verne si è visto rifiutare la pubblicazione.
Ma andiamo con ordine.
Il romanzo uscì a puntate nel 1864 su un giornale, fu quindi riproposto da Verne al suo editore per essere pubblicato come libro rilegato nel 1879. Gli fu rifiutato. L’editore, repubblicano convinto, non poteva concepire la pubblicazione di questo romanzo (ancor di più perché la storia era basata su fatti veri, studiati a fondo da Verne – ricordiamo che in questo romanzo Verne parla della sua terra).
Si dovette aspettare fino al 1971 (ripeto fino al 1971) affinché in Francia venisse pubblicato (oltre cento anni dalla sua scrittura) e addirittura fino al 1994 affinché uscisse come libro singolo (nella versione precedente era un’appendice di La strabiliante avventura della missione Barsac).
Ma cosa c’è di così difficile da digerire nella Guerra di Vandea, da censurare lo stesso Verne, uno degli autori francesi più famosi al mondo?
Le Guerre di Vandea:
In primo luogo spieghiamo dove si trova la Vandea. E’ un dipartimento a nord-ovest della Francia, che copre anche parte della Bretagna e della Normandia.
Tra il 1793 e il 1799 questa terra fu infuocata da tre guerre civili sanguinosissime (il romanzo di Verne si svolge subito dopo la prima guerra, al termine del 1793 e all’inizio del 1794).
La narrativa al riguardo è lacunosa ed è difficile trovare un testo che ne parli in maniera obiettiva perché per lo più la storiografia, da sempre a favore della Rivoluzione Francese, ha voluto cancellare questa parte di storia dove il Terrore è stato ancora più feroce che altrove.
Ricordo che a sostegno delle guerre di Vandea partecipò anche, sebbene in minima parte, una forza militare britannica (io ne parlo nei miei romanzi, perché qui combatté e morì Alisdair Darcy, antenato di Fitz dal passato misterioso - se ne parlerà anche nell'imminente Attacco a Parigi).
Lo scontro fu violentissimo perché i vandeani non erano solo fedeli alla monarchia, ma, fondamentalmente al mondo che la Rivoluzione voleva cancellare ed erano uomini profondamente cattolici, che videro la loro fede distrutta e violentata.
La situazione della Vandea era piuttosto particolare anche a livello ‘feudale’, in quanto gli abitanti si riferivano più ai nobili del territorio che ai reali che risiedevano a Versailles e il Conte di Chanteleine (figura fittizia ispirata quasi in toto a Pierre-Suzanne Lucas de La Championnière, i cui figli Verne aveva conosciuto molto bene). Non sorprende quindi che da una parte Verne sia minuziosissimo su come operò il Terrore da queste parti (raccolse testimonianze scritte ed orali) e come, dall’altra, non si poteva permettere che questa voce uscisse in maniera così eclatante (il mainstream esisteva anche allora).
Lo sterminio violento e massiccio da parte del Terrore contro la gente della Vandea è descritto minuziosamente nel romanzo, mettendo tutte le tecniche adoperate dai Giacobini, così simili a quelle utilizzate dal nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale...
Verne e la sua terra – Descrizioni incredibili:
La bellezza di questo romanzo è dovuta anche alle meravigliose descrizioni che Verne ci regala della sua terra (ricordo che questo è l’unico romanzo in cui l’autore francese gioca in casa).
In particolare, si rimane incantati dalle “magnifiche grotte di Morgat”, che diventano teatro di alcune delle scene più intense della storia (qui si riuniscono i cattolici per messe clandestine).
La geografia complessivamente è molto presente nel testo (in maniera quasi maniacale, come se Verne volesse mostrare ogni singolo granello di sabbia) e una mappa all’inizio del romanzo non avrebbe fatto alcun danno, per permettere ai lettori non abituati alla zona di seguire le orme del conte e i suoi uomini.
Messa clandestina
Stile veloce e suggestivo:
Chi mi legge lo sa. Di Verne ho letto solo Avventure di un ragazzo (incredibile, vero? Altro romanzo misconosciuto, ambientato in Irlanda). Rispetto a quello trovo qui una narrativa molto più svelta e priva di fronzoli. Molto semplice da leggere anche se ricca di riferimenti storici (un po’ di note avrebbero fatto comodo, così come quando si fa riferimento al matrimonio tra Luigi XII e Anna di Bretagna, figura di spicco nella storia bretone del Quattrocento – e non solo - che avrebbe meritato un approfondimento per chi, come noi, non ne conosce la storia).
Probabilmente Verne lo avrebbe reso più corposo se il suo editore avesse accettato la pubblicazione.
Rimane anche la domanda, ma se l’editore avesse accettato di pubblicarlo, Verne avrebbe scritto altri romanzi del genere? Fu quel rifiuto a portarlo a scrivere quasi esclusivamente dei mondi fantastici? (ricordiamo che nel 1864, quando scrisse Il conte di Chanteleine, Verne aveva pubblicato solo Cinque settimane in pallone).
Anna di Bretagna
Complessivamente si tratta di un romanzo interessantissimo che non solo getta una luce su un periodo storico dimenticato, ma che fa conoscere molto meglio uno scrittore noto in tutto il mondo. Consigliato a tutti coloro che non si vogliono fermare alla superficie e vogliono conoscere cosa c’è dietro…
Letto: 1°-10 ottobre 2020
Voto: 8 al libro, 9 a Verne per la ricerca e il coraggio, 0 alle case editrici che lo censurarono, 10 alla Solfanelli che lo ha portato in Italia, 9 alla traduzione (di chiunque sia, perché nel libro non c’è scritto).
Stelle mozzafiato: ****
Recensione in arrivo: Le disavventure di Mister Twiddle di Enid Blyton (l’autrice de La banda dei cinque)
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