Uno strano Natale
di Claudia Genovese
Dati tecnici:
Casa Editrice: Malipiero
Collana: Flirts n. 54
Pagine: 154
Anno: 1982
Genere: novella natalizia
Trama: Inizio Anni Ottanta, 24 dicembre. Roma – Appennini abruzzesi.
Una vigilia di Natale inattesa e avventurosa attende i fratelli Giolligiò e Gualtiero.
Rimasti a Roma per ritirare la carne ordinata dai genitori per il cenone della Vigilia, i due (assieme al pettegolo pappagallo Aristofane) dovrebbero prendere di prima mattina la corriera che passa sotto casa per raggiungere Vallebianca, negli Appennini abruzzesi, e ricongiungersi con la famiglia.
Ma come in ogni avventura che si rispetti niente, ma proprio niente, va come dovrebbe…
Tra evasi pericolosi (ma lo sono davvero così tanto?), genitori preoccupati, alberi tagliati, poliziotti mandati in missione, fidanzate innamorate e una burrasca di neve, i due giovani fratelli vivranno un Natale davvero indimenticabile…
Commento: Uno strano Natale è il quinto libro che ho recuperato su Ebay della collana ‘Flirts – Anni Brillanti’ che ha pubblicato la Malipiero tra gli Anni Settanta e Ottanta (in tutto ne ho trovati otto, quindi aspettatevi altre interessanti recensioni <3). Dopo L’isola degli inganni (mystery molto stile M&L), E domani sarà amore (ambientato nel mondo della danza), La villa dei tigli (period stile Orgoglio) e Papà cercasi (avventura nelle Highland scozzesi) ecco una storia ancora una volta completamente differente, a testimonianza di come questa collana per giovani lettrici fosse un tesoro ricco di sfumature, di penne originali e acute.
Mi sono fatta regalare questo piccolo gioiello all’inizio dell’estate con l’esatta intenzione di leggerlo durante le vacanze natalizie, ed ammetto che le aspettative non sono state tradite.
Un romanzo carinissimo, scritto per giovanissimi ma godibile per tutti e che è stato particolarmente caro al mio cuore, perché la località fittizia di Vallebianca non ha potuto non richiamare alla mia mente la neve dell’amata Rocca di Mezzo (anche se per la prima volta dopo tanti Natali, quest’anno non ho potuto goderla…).
Insomma, mentre leggevo vedevo proprio le strade, le case, le montagne che circondavano questo piccolo borgo incantato.
Il fatto poi che si svolga tutto nell’arco di una sola giornata (la Vigilia di Natale), rende la lettura ancora più avvincente e adatta a questo periodo dell’anno.
(Foto di @giosygeo)
L'Alfetta 2000 che si romperà sotto la tempesta di neve...
Dettaglio della copertina de 'Le ombre bianche' di Ennio Flaiano
Claudia Genovese:
L’autrice è Claudia Genovese, di cui su Internet non c’è memoria (questo immenso mondo mediatico dimostra tutta la sua inutilità appena si va indietro di qualche anno). Le uniche notizie che so su di lei, le traggo dalla breve biografia che compare sul retro del libro. Ci informano che è giovanissima (e questo si capisce bene leggendo – vedi il seguito della recensione), e che ha scritto per il teatro e per la RAI. Nativa di Genova, viveva a Roma (ed ora chissà).
Di lei so anche che successivamente scrisse un altro libro per la collana Flirts, che mi piacque moltissimo: Aria di primavera.
Un mondo senza cellulari – Un libro scritto da chi non ha figli!:
Ed ora torniamo al fatto che la Genovese fosse giovanissima quando ha scritto questo libro.
La mia replica d’istinto è: si vede!
L’idea stessa della storia è impensabile per una madre qualsiasi, perché nessuna madre al mondo penserebbe di far andare i suoi giovani figli da soli in montagna con la corriera da Roma (i figli sono davvero giovanissimi, 8 e 12 anni). Così come nessuna madre al mondo resterebbe tranquilla a casa ad attenderli, mentre non solo ritardano in maniera mostruosa ma si viene anche a sapere che nella loro corriera era salito probabilmente un pericoloso evaso. Andrebbero di corsa dai carabinieri o comunque in piazza per sapere se la corriera è arrivata o se qualcuno li ha visti.
Si vede che la storia è stata scritta solo con l’occhio dei giovani che cercano l’avventura, senza proprio rendersi conto delle emozioni degli adulti.
Ovviamente, questo è un dettaglio che i giovani lettori (a cui è indirizzato) non posso notare!
Detto questo, mi ha fatto impressione la descrizione di un mondo così vicino a me (ricordo, si svolge nei primi Anni Ottanta), ma così diverso da oggi. Soprattutto: l’assenza dei cellulari per comunicare (non solo genitori – figli, ma anche coppie di fidanzati, poliziotti – sede centrale…). Quando leggo un libro degli Anni Sessanta mi sembra normale. Qui è stato sorprendente, anche perché, forse, vivevo talmente tanto quei luoghi (ripeto visivamente è esattamente l’Altopiano delle Rocche!) che mi sembrava assurdo un mondo così uguale ma così diverso <3 (mio marito avrebbe notato anche l’Alfetta 2000 in dotazione alla polizia).
La strada di Campo Felice immersa nella nebbia e il maltempo.
Ecco dove immaginavo che passasse la corriera e poi le auto della polizia...
Ennio Flaiano:
In tutto questo, improvviso arriva un riferimento a Ennio Flaiano e ad un suo scritto del 1972 inserito nella sua ultima raccolta (Le ombre bianche). Si tratta di un’analisi scettica e brutale del mondo delle macchine visto tra ventimila anni da uomini che quasi non hanno memoria di questa epoca meccanizzata.
Nel romanzo viene riportato un lungo brano, e nel leggerlo ci si domanda cosa avrebbe pensato Flaiano dell’ulteriore passo avanti della tecnologia nel mondo.
Complessivamente è un romanzo molto divertente, ricco di fantasia e di trovate spiritose e accattivanti (quanto avrebbero da imparare dalla Genovese gli autori di film di Natale tutti uguali e senza spessore che ormai invadono le tv). I personaggi sono molto simpatici e godibili. Romantica la storia d’amore tra il vicebrigadiere Giroflauti (integerrimo e volitivo) e la prorompente Barbara (che non può permettere che il suo grande amore viva lontano da casa la Vigilia di Natale e lo segue assieme al poliziotto semplice Aniello).
Letto: 16-23 dicembre 2020
Voto: 7 al libro; 7 alla copertina, 8 alla collana, 8 alla fantasia di Claudia Genovese.
Stelle mozzafiato: ***½
Recensione in arrivo: La prima neve di Mary Balogh
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