mercoledì 15 aprile 2020

#Libri 'Villa dei Tigli' di Anna Maria Mazzotta Beltrami, period romance di formazione ambientato a Firenze ai primi del Novecento

Villa dei Tigli
di Anna Maria Mazzotta Beltrami

Dati tecnici:
Casa Editrice: Malipiero
Collana: Flirts n. 62
Pagine: 154
Anno: 1984
Genere: period romance per giovani adulti


Trama: 1903-1905, Toscana.
Dora è la figlia di un fattore nella campagna toscana. Vive con i genitori e la zia (la sorella della madre) ed ha davanti a sé una vita già scritta, senza emozioni e senza palpiti d’amore. Istruita ed abile cucitrice, la giovane decide quindi di scappare di casa per costruirsi il suo futuro e dirige i suoi passi verso Firenze.
Ma la città non è come l’aveva sempre sognata. I teatri, le vetrine, i lussi… come può goderne una ragazza senza protezione che cerca disperatamente lavoro?
Con l’aiuto di Lucia, vecchia amica del villaggio ed ora servetta presso una famiglia altolocata, Dora impara molto sulla vita e sugli inganni che la città può tessere. Tra padrone ‘sciantose’, pittori menzogneri, protettori intriganti e otri da lavare, Dora troverà infine un posto di lavoro in cui potrà mettere in mostra la sua cultura, attirando anche l’attenzione di un Lord inglese, che sembra invaghirsi di lei. Tutto cambia, però, quando il vero amore viene a bussare alla porta. Saprà Dora scegliere con il cuore? O si lascerà sedurre dalle lusinghe della nobiltà?



Come appariva la campagna nei dintorni di Firenze ad Inizio Novecento

Commento: Villa dei Tigli è il primo libro che ho letto interamente durante la quarantena forzata per il Coronavirus, quindi anche solo sfogliarlo mi riporta in mente i momenti di lettura, sul balcone, mentre Emanuele giocava con il pongo e fuori si sentivano i gorgheggi della soprano che si esercita ad una finestra, del diciassettenne che giocava a tennis contro il muro della rampa del garage, della famigliola che, sempre nella rampa del garage, giocava a badminton, del corriere che portava pacchi quotidianamente al palazzo vicino, citofonava e chiedeva al quale piano deve consegnare ed avvertiva che avrebbe lasciato il tutto nell’ascensore. E al contempo accadeva il contrario. Quando uscivo sul balcone e sentito tutte queste cose mi sentivo nuovamente catapultata in questo mondo antico dell’Italia di inizio Novecento…


Moda in Italia nel 1905 circa

Anna Maria Mazzotta Beltrami e Flirts:
Cerco notizie su internet su Anna Maria Mazzotta Beltrami ma nulla trovo su di lei. La mia conoscenza quindi si affida solo alle poche righe nella biografia del libro che mi dice solo che all’epoca era molto giovane, viveva a Bologna ed era in continuo contatto con gli adolescenti grazie alle attività didattiche di cui si occupava.
Di sicuro si tratta di una penna molto abile, capace di arricchire con poche parole una descrizione ed una trama avvincente.
Conoscevo già la sua bravura, perché per la collana Flirts (serie per giovinette che la Malipiero pubblicò tra gli Anni Settanta e gli Anni Ottanta e che io ho amato moltissimo – recentemente ho riscoperto grazie ad Ebay L’isola degli inganni e E domani sarà amore) aveva scritto due libri che per me rimangono due pietre miliari della collezione Chicchi d’uva matura e I giorni dell’uva fragola.
Peccato. Mi avrebbe fatto piacere contattarla a tanti anni di distanza per sapere come era nata l’idea di questo romanzo period (assai insolito per questa collana), a metà strada tra romance e romanzo di formazione.

Un po’ Oliver Twist, un po’ Elisa di Rivombrosa
Il romanzo si svolge nei primi anni del Novecento, ma richiama molto lo stile in voga nell’Ottocento, con giovani protagonisti che dalla campagna arrivano in città e vengono travolti dagli eventi e da personaggi smaliziati ed abituati ad intrigare.
La narrazione è molto veloce dovendo l’autrice contenere tutta la sua fantasia in 154 pagine (lunghezza obbligatoria per TUTTI i romanzi della collana), ma il percorso di crescita di Dora è ben descritto, anche se di sicuro sarebbe stato bellissimo se il romanzo fosse durato almeno il doppio e si fossero vissute approfonditamente tutte le fasi delle disavventura di Dora. In special modo la parte a teatro, dove viene scelta come ballerina della seconda fila (Dora non sa affatto ballare) solo per cercare di ottenere favori da parte sua e il fatuo innamoramento nei confronti di un pittore che la sceglie come volto della sua Afrodite (ma in realtà il ‘sognatore’ è tutt’altro che l’uomo innocente che vuole apparire).
Tutte le vicende sono narrate in pochissime pagine con capovolgimenti di fronte e nuovi set da aprire.
Fino all’arrivo alla Villa dei Tigli dove Dora imparerà ad essere se stessa.




Firenze nel 1904

Giustiniano e Teodora
Il libro si apre con una lettura ‘scandalosa’ che Doretta fa nel cuore della notte in cui segue le gesta dell’imperatore Giustiniano e della sua peccatrice moglie Teodora, accusata di averlo tradito con uno schiavo. Curiosa per questo richiamo storico che non conoscevo, vado alla ricerca di maggiori informazioni e scopro così che Teodora visse tra il 497 e il 548. Di umili origini, ella fece il mestiere più antico del mondo (avviata dalla madre) nonché la ballerina, prima di incontrare Giustiniano che la sposò (e la rese imperatrice) nonostante il forte parere avverso da parte della famiglia.
La sua storia ci è tramandata fondamentalmente da Procopio di Cesarea, suo contemporaneo, che di sicuro non fu amorevole nei suoi confronti. Il testo, per stessa ammissione di Procopio, fu tenuto nascosto per anni, per paura dei sicari di Giustiniano e Teodora, perché al suo interno vi erano scritte tutte le crudeltà che l’imperatore e la volgare consorte perpetravano nei confronti dei sudditi.
Si dice che l’opera sia poco attendibile perché dettata dall’odio di Procopio… ma di sicuro l’odio dello scrittore da qualcosa doveva essere stato suscitato.
Quale sia il libro scandaloso che sta leggendo Doretta, viceversa, non si sa (e chissà come è venuto in mente all’autrice di rievocare questo aneddoto storico proprio nella prima pagina del libro!).



Giustiniano e Teodora in un mosaico del sesto secolo nella Basilica si San Vitale a Ravenna (Patrimonio Unesco dal 1996)

                       

Teodora in un quadro di Jean-Joseph Benjamin-Constant del XIX secolo (a sinistra) e interpretata da Sarah Bernhardt nel 1884 (a destra)

Complessivamente Villa dei Tigli è un romanzo adorabile, che ci mostra una Firenze di inizio Novecento, che tanto ha in me rievocato dei ricordi tramandati dai nonni sulla campagna romana dell’epoca. Una storia che diverte e fa sognare, fa riflettere e al tempo stesso fa viaggiare nel tempo. Una piccola chicca dimenticata.

Letto: 25 marzo – 06 aprile 2020

Voto: 8 al libro; 8 a Anna Maia Mazzotta Beltrami, 8 alla Malipiero per questa splendida collana in cui donava gioielli preziosi alle adolescenti dell’epoca (così diverso dai libri spazzatura che riempiono le librerie oggigiorno), 7 ½ alla copertina, 8 al titolo evocativo.

Stelle mozzafiato: ****

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