Papà cercasi
di Gladys Engely
Dati tecnici:
Casa Editrice: Malipiero
Collana: Flirts n. 58
Pagine: 154
Anno: 1983
Genere: romanzo per bambini e giovani adulti
Bob, Judy e Fred Munro, tre gemelli di 12 anni, vivono nel Villaggio Nuovo nelle Highlands scozzesi non lontano da Inverness. Hanno perduto il padre da molti anni e vorrebbero trovare un marito per la mamma (e un nuovo papà per loro). Con l’aiuto dei loro amici-amici Terry e George (che hanno ottenuto questo nome onorifico dopo una cerimonia solenne), partano a caccia del fortunato. La ricerca, tuttavia non è facile, perché al villaggio non ci sono uomini celibi in età da marito.
I cinque quindi vanno in ispezione per tutta la zona, spingendosi fino al villaggio sulle palafitte. Qui incontrano un simpatico pescatore con un vivace cane peloso. Potrebbe essere lui l’uomo giusto per la mamma? Ma chi è? Cosa fa? Ama i bambini? Ma soprattutto… è libero?
Inizia così per i co-gemelli una lenta indagine, durante la quale conosceranno sempre meglio la loro ‘preda’. Ma non tutto va come spererebbero e…
Tra mille deliziosi personaggi, i paesaggi incantevoli delle Highlands, antiche tradizioni, zingari loquaci ed un pizzico di sorpresa nel finale, i co-gemelli vivranno dei mesi indimenticabili…
Sebbene il nome non venga mai fatto, l'unico fiume vicino ad Inverness è il River Ness, famoso per le sue acque ricche di pesci.
Commento: Papà cercasi è il quarto libro che ho recuperato su Ebay (me lo sono fatta regalare dal mio Bonnie per Pasqua) della collana ‘Flirts – Anni Brillanti’ che ha pubblicato la Malipiero tra gli Anni Settanta e Ottanta e che aveva incantato le mie letture da adolescente (quanti numeri mi mancano e su quanti titoli ho ricamato sopra storie in questi anni in attesa di averli infine tra le mani – come avrete capito sono una collezionista). Dopo L’isola degli inganni, E domani sarà amore e La villa dei tigli ecco una storia ancora una volta completamente differente, a testimonianza di come questa collana per giovani lettrici fosse un tesoro ricco di sfumature di penne originali e acute (l’unico limite imposto dalla casa editrice era che il libro doveva essere lungo 154 pagine).
Gladys Engely:
Il libro è scritto in italiano dall’autrice inglese Gladys Engely, di cui avevo letto, sempre in questa collana Ciglia d’oro (che non ricordo bene, se non che avevo amato la copertina e che mi era piaciuto). Per la collana è una particolarità assai originale che ci si affidi ad autrici straniere (la stragrande maggioranza delle scrittrici sono italiane, solo un paio francesi) ed è bello trovarsi catapultati in una realtà così differente rispetto alla quotidianità nostrana dell’epoca.
Per quanto la Engely si fosse trasferita in Italia da tempo quando ha pubblicato il libro, denunciando una padronanza della lingua notevole (aveva realizzato anche programmi radiofonici per la RAI), la meraviglia delle Highlands scozzesi risalta agli occhi fin dalla prima pagina.
Scozia:
La Scozia, infatti, è, con i suoi paesaggi e le sue tradizioni, quasi la vera protagonista della storia. Gli stessi personaggi di contorno, molto ben delineati, servono per descrivere la comunità scozzese di un piccolo paese nelle Highlands e fanno crescere dentro al cuore la voglia di partire.
Tra le tradizioni che mi hanno colpito di più vi è quella degli Oaf, bambini cambiati nella culla dalle fate (l’amico George viene soprannominato Oaf) e il revival delle antiche scorrerie dei pirati/corsari.
I paesaggi sono di una bellezza mozzafiato e non è difficile immaginarsi il fiume, il villaggio palafitta, la brughiera, i campi dove i cinque ragazzi corrono, indagano, giocano, vanno in bicicletta.
Lo scambio nella culla di un Oaf in un quadro dello svizzero Henry Fuseli
Il gaelico:
Un’altra cosa che mi ha colpito molto è l’enfasi sulla lingua gaelica. La madre dei tre cogemelli, infatti, è nativa di Barra, isola delle Ebridi Esterne dove la lingua è ancora bene radicata nella popolazione, e di lavoro fa la traduttrice. Tra i suoi progetti vi è quello di tradurre Don Chichotte in gaelico anche se è titubante perché “il gaelico interessa a ben poche persone. Soltanto gli irlandesi e qualche gruppo di noi scozzesi delle Highlands e qualche studioso amiamo, parliamo e tramandiamo questa lingua. (…) Credi veramente che ci sia un editore disposto a stampare il Don Chisciotte?” (pag. 17).
Le cose dagli Anni Ottanta sono un po’ cambiate. Nell’isola di Skye è sorto nel 1973 il Sabhal Mòr Ostaig, college universitario affiliato all’Università di Inverness con corsi di studi unicamente in gaelico, che nel corso degli anni ha ingrandito moltissimo il suo corpo studenti ed oggi ospita concerti, recite, gigs e molte altre attività culturali aperte anche al pubblico esterno. La sua importanza è diventata così notevole che nel 2004 è stato visitato dal Principe Carlo, il quale nell’occasione ha dichiarato che “la vita scozzese è notevolmente arricchita dalla dimensione gaelica” e che “se fiorisce qui, invia un messaggio di ispirazione e ottimismo”.
Personalmente ho visitato due volte il Sabhal Mòr Ostaig e sono rimasta incantata dall’anfiteatro all’aperto, dalle serre, dalla vista mozzafiato sul Sound of Sleat…
La meravigliosa università gaelica a Skye
Complessivamente è un romanzo carino, adatto ad un pubblico giovane (i bambini si divertiranno molto a leggere delle pazze idee che hanno i cinque piccoli protagonisti per trovare un marito a Cinzia!). La storia d’amore è appena accennata, anche se profonda. Consigliato a chi ama la Scozia e vuol far conoscere questa terra ai propri figli e a chi vuole fare quattro passi nelle ‘Terre Alte’.
Letto: 16-27 maggio 2020
Voto: 6 ½ al libro; 6 ½ alla copertina, 8 alla collana, 8 alla padronanza dell’italiano di Gladys Engely.
Stelle mozzafiato: ***
Recensione in arrivo: Il signore di Ravensley di Constance Heaven
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