martedì 11 ottobre 2022

#Libri 'Scarpette in palcoscenico' di Constance M. White tra danza, Cornovaglia e un pizzico di mistero

Scarpette in palcoscenico
Abbey of Tregarth #02
di Constance M. White

Dati tecnici:
Titolo originale: Dancer’s Daughter
Traduzione: Maria Mangia
Casa Editrice: Baldini & Castoldi
Collana: La Melagrana n. 17
Pagine: 223
Anno: 1955 (in Italia dal 1957)
Genere: romanzo per giovinette con tinte di giallo 


Trama: Anni Cinquanta, Cornovaglia.
Cherry Deane, figlia dell’étoile Fabia Delaine, tredici anni, entra nella scuola di ballo di Madame Vassar, dove, anni prima, la madre aveva mosso i primi passi di danza.
Insicura ed incerta, Cherry stenta a far vedere il suo talento nascosto, schiacciata dal continuo paragone con la madre, e mese dopo mese si irrigidisce sempre di più.
Con l’aiuto della licenzianda Lesley e della coetanea Lydia, Cherry, al contempo, si accorge che quella scuola è esattamente quello che ha sempre sognato.
Tra gite per le meravigliose spiagge della Cornovaglia, un uomo misteriosamente scomparso in mare e un’appendicite improvvisa, Cherry riuscirà a trovare piano piano il suo posto nel mondo.


Commento: Scarpette in palcoscenico fa parte della meravigliosa collana La Melagrana, edita dalla Baldini & Castoldi negli Anni Cinquanta e Sessanta ed è l’unico titolo, che io sappia, scritto dall’inglese Constance M. White (più unico che raro che in questa collana ci sia una firma britannica; di solito, se le autrici non sono italiane, si annoveravano romanzi americani o tedeschi).
Il libro è una delizia e si legge con gioia, diventando presto familiari con tutte le innumerevoli protagoniste che compongono le alunne della scuola di ballo (siano esse ‘anziane’ o ‘matricole’). I paesaggi sono magnifici. E gli approfondimenti sulla danza molto interessanti.
Ma procediamo con ordine e andiamo a scoprire chi è Constance M. White.


Le ragazze sulla spiaggia adiacente alla scuola di ballo
(illustrazione del libro italiano)

Constance M. White e la danza
Constance Mary Lockett è nata a Croydon, Londra, il 2 novembre 1902 e a 22 anni si è sposata con l’agente immobiliare Henry Victor White, con cui ha avuto una bambina, Jeanette.
E’ stata proprio sua figlia a farle riscoprire l’amore per la scrittura, portandola a mettere per iscritto le storie che le raccontava per la buonanotte.
Il suo primo romanzo uscì nel 1939 con il titolo The Adventurous Three. Ma era il 1939, appunto, e sopraggiunse la guerra che cambiò la vita di tutti.
Constance dovette aspettare il 1947 per pubblicare un nuovo titolo: A Sprite at School, romanzo che però venne duramente criticato perché parlava di danza ma sembrava che la scrittrice non ne conoscesse abbastanza.
Dopo essersi allontanata dal tema del balletto ed essersi dedicata a romanzi sempre su studenti alle prese, questa volta, con i cavalli, Constance tornò al suo primo amore grazie all’incontro avvenuto in una sera del 1950 con Mme Nicolaevna-Legat, una nota insegnante di ballo.
L’istruttrice invitò Constance ad unirsi alla sua scuola e ad osservare tutto, con la richiesta che poi scrivesse una biografia autorizzata. Constance si mise di grande impegno e scrisse la biografia, che però non fu mai acquistata da nessun editore. 
Ma ci furono altri risultati.
La quotidianità di Constance con una scuola di ballo la portò a creare la quadrilogia dell’Abbazia di Tegarth… 


Le ragazze provano il passo Attitude
(illustrazione del libro italiano)

La quadrilogia dell’Abbazia di Tegarth
Il primo libro della quadrilogia fu The Ballet School Mystery, uscito nel 1951, ed ottenne un immediato successo, seguito poi da molte ristampe. 
Arrivarono quindi Scarpette in palcoscenico (1954), New Girl at Ballet School (1957) e Ballet School Rivals (1958).
La bellezza della storia, sempre tinta un po’ di giallo, è costituita dalla crescita delle ballerine, diventando romanzo dopo romanzo, adulte e pronte ad accogliere le nuove arrivate come erano state a loro volta accolte.
Dispiace moltissimo che in italiano sia stato tradotto solo il secondo titolo (e chissà poi perché il secondo… perché non iniziare con The Ballet School Mystery? Anche perché molti dettagli tornano in Scarpette in palcoscenico e sarebbe stato bello poterli assaporare meglio).


Una lezione presso l'Abbazia di Tegarth
(illustrazione del libro italiano)

Anna Pavlova
A pag. 141 si legge: “Mi è sempre piaciuto assistere ai balletti. Ho visto la grande Anna Pavlova nei suoi anni migliori. E sono stata anche a una serata commemorativa data dalla Compagnia Carmargo subito dopo la sua morte. L’orchestra suonava La morte del cigno, il balletto che lei danzava sempre, e il palcoscenico era vuoto e scuro, c’era soltanto il riflettore che faceva un disco di luce dove avrebbe dovuto esserci la danzatrice”.
Ho trovato questa descrizione molto toccante e sono andata a cercare maggiori informazioni sulla Pavlova (che non conoscevo).
Anna Pavlova nacque a San Pietroburgo il 12 febbraio 1881 e morì a L'Aia il 23 gennaio 1931.
Fu una delle ballerine più famose degli inizi del XX secolo, diventata celebre per la sua grande leggerezza e la grazia delle sue interpretazioni.
Nei primi anni dei Balletti russi lavorò per Sergej Djagilev danzando con Vaclav Nižinskij, prima di fondare la sua compagnia ed esibirsi in tutto il mondo. La Pavlova può essere considerata una specie di ambasciatrice della danza, poiché fino ai 50 anni ha danzato nei principali teatri del mondo, portando la danza in posti nei quali non era mai arrivata.
Cambiò per sempre l’ideale della ballerina. Alla fine dell’Ottocento, le ballerine al Mariinskij dovevano essere forti tecnicamente e questo in genere significava avere un corpo compatto, muscoloso e forte. La Pavlova era magra, di aspetto delicato ed eterea, perfetta per ruoli romantici come quello di Giselle. E fu sempre lei ad ideare le scarpette da ballo come le conosciamo oggi.
Il suo cavallo di battaglia era, come detto nel libro, La morte del cigno, coreografato proprio per lei da Michel Fokine, su musica tratta da Il carnevale degli animali di Camille Saint-Saëns.


Anna Pavlova ne La morte del cigno

Complessivamente si tratta di un romanzo molto appassionante, scritto con penna vivace e ricca di dettagli e minuziosi profili psicologici, anche di personaggi secondari.
La danza si respira ad ogni pagina, così come l’aria della Cornovaglia.

Letto: 28 luglio – 03 agosto 2022

Voto: 8 al libro, 8 a Constance M. White, 4 alla Melagrana che non ci ha regalato anche gli altri libri della saga (no, non si fa!), 8 alla traduzione di Maria Mangia

Stelle mozzafiato: ****

Recensione in arrivo: La danzatrice di Atlantide di Poul Anderson

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