venerdì 24 gennaio 2025

#LibriVintage 'Il roseto sotto la neve' (1950) di J.M. Simmel, storia immortale contro la guerra e la prepotenza dei potenti in cerca della pace di Dio

Il roseto sotto la neve
di J. M. Simmel

Dati tecnici:
Titolo originale: Das geheime Brot
Casa Editrice: Sonzogno
Collana: I Romanzi Sonzogno
Pagine: 234
Anno: del 1950 (in Italia dal 1983)
Genere: romanzo d’amore e di speranza


Trama: Vienna, Austria. Subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Jakob Steiner ha perso tutto con la guerra. Famiglia, lavoro, casa. Si sente privo di speranza e incapace di vedere un futuro. Il suo unico pensiero è morire, perché altrove sicuramente la vita sarà migliore.
Determinato nella sua decisione, va a caccia di una fune per impiccarsi. Ma il destino ha altro in serbo per lui. La sua strada, infatti, si incrocia prima con quella della signora Magdalena Huber, muratore scelto, e poi con quella del signor Mamoulian, ricco imprenditore che ha perduto tutto a causa del conflitto e vive nella cantina della sua casa, ora rasa al suolo. E tutto cambia. Per tutti e tre.
L’inaspettato sodalizio porta Jacob, Magdalena e Mamoulian a vivere tutti sotto lo stesso tetto (o meglio sempre nella citata cantina), con il sogno di ricostruire l’antica villa.
Tra uova di Pasqua colorate, indagini burocratiche, un forzato arresto e un libro da tradurre dall’armeno, i tre protagonisti ritrovano la speranza e…

Commento: Ho scelto di leggere Il roseto sotto la neve convinta che si trattasse di una favola di Natale, fuorviata forse dalla copertina. Il romanzo, invece, inizia di Venerdì Santo! Tuttavia il lungo inganno si scioglie proprio sul finale, quando, sotto leggiadri fiocchi di neve i protagonisti, finalmente felici e ricchi di speranza per il futuro, si ritrovano tutti insieme per la cena della Vigilia di Natale.

Favola moderna con un afflato cristiano
Il romanzo è una sorta di favola moderna, in cui azione e speranza si miscelano con l’amore, che sana e guarisce. Sebbene la location sia ben precisa (la Vienna dell’immediato dopo guerra, divenuta immortale nel film Il terzo Uomo con Orson Wells) e le vicissitudini storiche chiare e delineate, l’autore tiene a precisare che questa storia è in realtà senza tempo e potrebbe svolgersi in qualsiasi luogo e in qualsiasi epoca. 
Si tratta fondamentalmente di un grido contro la guerra voluta dai potenti, con lo sfruttamento del dolore e delle vite degli uomini per bene. E un forte richiamo alla speranza e ai valori cristiani. Non a caso nel finale, quando ci si interroga su cosa e chi rappresenti il signor Mamoulian “con la sua tolleranza, il suo umorismo, la sua bontà e la sua ragione”, la risposta viene quasi sussurrata. Egli è “la pace di Dio”.


La Vienna occupata dopo la Seconda Guerra Modiale

J.M. Simmel
Il roseto sotto la neve è il secondo romanzo (su 27 – non tutti tradotti in italiano) scritto dall’austriaco J. M. Simmel (7 aprile 1924 – 1 gennaio 2009). Fu pubblicato nel 1950, quindi l’autore aveva solo 25 anni quando lo ha scritto ed aveva appena vissuto sulla sua pelle le violenze della guerra (uno dei tanti traumi della sua vita fu l’assistere all’omicidio degli scienziati che tentarono di salvare un microscopio elettronico dalla distruzione ordinata).
Nato a Vienna, crebbe prima in Austria e poi in Inghilterra. Iniziò a lavorare nella ricerca come ingegnere chimico dal 1943 sino al termine del secondo conflitto mondiale, per poi passare all’attività come giornalista, traduttore e interprete per il governo militare americano, responsabile del settore americano nella città di Vienna (divisa tra 4 potenze) e della zona di occupazione americana di Salisburgo e dell’Alta Austria a sud del Danubio. Dal 1950 lavorò come reporter per un giornale illustrato di Monaco di Baviera.
Dopo il successo dei suoi primi romanzi si dedicò principalmente alla scrittura trattando temi attuali di rilevanza socio-politica come il traffico di droga o la manipolazione genetica. La base era la ricerca giornalistica nei luoghi e negli ambienti in cui erano ambientati i suoi romanzi.


Tracce di Dickens
Personalmente, nell’impostazione della storia e nel modo di presentare i personaggi, lo stile di Simmel mi ha ricordato Charles Dickens. Per esempio, quando a pag. 163 si fa un lungo excursus su Tobias Lobgesang, il datore di lavoro di Magdalena Huber, per specificare le ragioni che poi porteranno il buon Tobias ad aiutare i tre protagonisti (e a ritrovare anche una serenità matrimoniale), mi ha fatto tornare alla mente le immensi reti costruite dall’autore inglese per districare le sue trame articolate e dal largo respiro, un po’ come ne La piccola Dorrit in cui il reale artefice di tutto è Mr. Merdle, ma che in definitiva compare molto poco.

Complessivamente si tratta di un romanzo interessante, che fa respirare la voglia di pace della gente comune dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, a cui si aggiungeva la paura costante che un conflitto potesse a breve riprendere. Un’istantanea dell’Europa devastata e dello spirito umano immortale. Una goccia di speranza in cui si esalta l’Umanità contro la burocrazia e la prepotenza dei potenti.
Si tratta di un romanzo lontano dai miei canoni, ma che non mi è dispiaciuto.

Letto: 14 dicembre 2024 – 2 gennaio 2025

Voto: 7 al libro, 7,5 alla penna di Simmel, 7 alla copertina anche se un po’ fuorviante, 0 alla guerra.

Stelle mozzafiato: ***

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