* Questo articolo è un approfondimento del mio saggio 'Storie e leggende di Scozia - Isle of Skye' (M&L)
Nel
settembre del 2018 è stata resa nota la notizia che nell’isola di Skye, nelle
Ebridi Interne in Scozia, nel 2017 è stata fatta una scoperta straordinaria. Di
più: rivoluzionaria.
Due
professori, il dottor Simon Drake da Bimbeck, University of London, e il
collega Andy Beard, mentre esploravano delle rocce vulcaniche non distanti da
Broadford hanno trovato delle pietre contenenti dei minerali alieni. In particolar
modo si tratta del cristallo marrone Niobium Rich Osbornite (TiNbVN), mai
registrato prima, e del Vanadium Rich Osbornite (TiVN), precedentemente
raccolto solo nel 2004 (e studiato nel 2006) dalla missione Stardust della NASA tra le particelle
sulla scia della cometa Wild-2 (così chiamata dall’astronomo svizzero che l’ha
scoperta nel 1978 – si pronuncia Vilt 2) e che viaggia tra Marte e Giove (il
nucleo è di appena 5 chilometri di diametro).
La cometa Vilt-2
Si
tratta di particelle minuscole, più piccole del diametro di un capello, ma che
fanno dedurre che in questa zona, più di 60 milioni di anni fa, ci sia stato un
impatto tremendo con un meteorite.
Per
approfondire l’argomento abbiamo contattato direttamente il professor Simon
Drake (quando lo abbiamo raggiunto si trovava a Tenerife), che con gentilezza
ed entusiasmo ha colmato la nostra sete di conoscenza e ci ha concesso un
incontro multimediale attraverso YouTube (la video intervista in inglese è
visionabile a questo link).
Come tutto ebbe inizio - 2011:
Veniamo
così a sapere che tutto ebbe inizio, in realtà, nel 2011, quando Simon Drake si
recò a Skye per il suo Dottorato di Ricerca (PhD) per studiarne effettivamente le
rocce vulcaniche (con la complicità di un altro simbolo di Skye: il Talisker). “Stavo cercando le rocce vulcaniche di Skye
più antiche. Ma sotto al basalto di queste rocce, abbiamo trovato uno strato… e
questo strato era legato all’impatto del meteorite. E pensare che tutto nacque
quasi per caso”, sorride al ricordo. “La
sera prima l’avevamo passata a riscaldarci bevendo una gran quantità di whisky
scozzese e la mattina seguente abbiamo deciso, giusto per superare i postumi
della sbornia, di andare di sotto allo strato delle rocce vulcaniche ed invece…
abbiamo scoperto l’impatto”.
Il luogo in cui sono state fatte le prime ricerche
Ovviamente
il tempo dello studio per trovare le risposte su questo strato inatteso e
sconosciuto non sono arrivate subito ma sono la conseguenza di moltissimi studi
e confronti accademici. Il più importante avvenne con il dottor Adrian Jones
dell’University College di Londra. Trascinato dall’entusiasmo del collega che
avvalorava la sua ipotesi, Drake tornò a Skye nel 2015 per dei nuovi studi.
Ma
cosa aveva portato a credere che quello strato fosse stato creato dall’impatto
di un meteorite? La scoperta di ferri nativi (o ferri tellurici), rarissimi
sulla Terra e presenti fondamentalmente in siti colpiti da meteoriti (l’unico
fino a quel momento scoperto si trovava in Groenlandia a Disko Island), e
tracce di barringerite, mai rinvenuto prima a Skye, e scoperto per la prima
volta da Daniel Barringer (1860-1929) nel cratere di Meteor in Arizona.
Nuove ricerche - 2015:
Ai
primi due siti indagati (il primo ad An Carnach vicino a Torrin sulla strada
che da Broadford porta ad Elgol e il secondo a sud di Broadford vicino al sito
funerario neolitico noto come Chambéry), si aggiunge prima un terzo sito
(vicino a Loch Coruisk e un po’ scomodo da studiare perché raggiungibile solo
con un’imbarcazione) ed infine un quarto (in un luogo misterioso nella parte
settentrionale dei Cuillins – leggete fino alla fine per scoprire di più).
Il Professor Simon Drake ci mostra i quattro siti su cui lavora a Skye
Fu questa
seconda ricerca, più scandagliata e più focalizzata sul cosa cercare, che ha
portato alla scoperta dei minerali sopracitati di origine extraterrestre,
raggiungendo un risultato più unico che raro. “Generalmente, quando un meteorite si scontra con la Terra, si
analizzano le rocce che sono state colpite e si studia come hanno reagito i
minerali a questo impatto. Studiare, viceversa, come il meteorite stesso abbia
reagito all’impatto è incredibilmente raro. Noi abbiamo avuto la fortuna di
trovare dei frammenti di rocce e tracce di minerali minuscoli (si parla di
circa 5 micron di diametro) del
meteorite stesso, che hanno un valore straordinario per gli studiosi e che non
lasciano alcun dubbio su quella che era stata la nostra ipotesi: Skye fu
colpita da un meteorite”.
All’inizio
dell’articolo ho definito questa scoperta rivoluzionaria, perché non rimane
chiusa in se stessa, ma potrebbe modificare notevolmente le conoscenze sulla
storia geologica di Skye e del Nord Europa. “Skye
appartiene ad una grande regione vulcanica atlantica che tocca la Groenlandia, l’Islanda,
Svalbard… Gli episodi vulcanici che hanno dato vita a questa regione iniziarono
circa 60 milioni di anni fa e furono di una durata molto breve, forse 6 o 7
milioni di anni. Si pensava che essi fossero stati prodotti da un grosso corpo
magmatico che di fatto sciolse la crosta terrestre di Skye. Con la nostra
scoperta, con evidenze che l’impatto sia avvenuto immediatamente prima di
questa data dal momento che il Sito 1 era subito al di sotto della base di lave,
noi suggeriamo che l’impatto con l’isola di Skye innescò questa attività
vulcanica e la rese più potente”.
Educare ed istruire:
Da quando
sono stati ufficializzati questi ritrovamenti è iniziata altresì una serie di
conferenze da parte si Simon Drake in giro per la Scozia e la Gran Bretagna. “Negli ultimi dodici mesi abbiamo
organizzato almeno 20 incontri con scuole, associazioni geologiche, planetari.
Credo inoltre che ci sia un interesse da parte di una televisione britannica di
realizzare un documentario televisivo. Inoltre stiamo conducendo delle
ulteriori ricerche su altri aspetti legati a questo impatto, che saranno
pubblicati nei prossimi due o tre anni”.
Tra
queste lezioni, le più affascinanti sono stati sicuramente quelle svoltisi a
Skye, dove vi era la possibilità per i ragazzi di visitare di persona i luoghi
delle scoperte e che hanno avviato anche “una
raccolta fondi per lo Skye Mountain Rescue Team (un gruppo di 35 volontari che porta assistenza agli alpinisti a Skye,
specialmente nei Cuillins, ndr)”.
L'arrivo degli sciacalli:
Ma
c’è sempre un rovescio della medaglia. Questa straordinaria scoperta a cielo
aperto ha avuto, infatti, anche delle conseguenze assai spiacevoli, con
l’arrivo degli immancabili sciacalli. “Dopo
che è stata pubblicata la notizia, forse inevitabilmente, i collezionisti di
meteoriti hanno iniziato a concentrare il loro interesse su questa zona.
Sfortunatamente il sito è stato commercialmente sfruttato, con vendite delle
sue pietre tramite internet a prezzi bassissimi per il loro reale valore
scientifico”.
Il sito prima e dopo
Le immagini che Simon Drake mostra su come il sito è cambiato tra il 2015 e il 2019 sono impressionanti. Le pietre rimaste in loco sono ormai pochissime. “Siamo davvero turbati per quello che è accaduto, perché noi volevamo conservare questi siti per le future generazioni Ora dei rappresentati del Governo Scozzese nell’isola, scelti appositamente per curare la zona e proteggere i siti della scoperta, posizioneranno dei vetri sopra ai luoghi di scavo per evitare ulteriori saccheggi, sia nel sito 2, il più facile da raggiungere perché è ad un passo dalla strada e la gente poteva scendere dalla macchina e prendere le rocce in maniera troppo semplice, che nel sito 1, situato in un luogo molto più remoto sui Cuillins”.
La squadra chiamata a proteggere il sito
Quale futuro?
In
più di un’occasione nel corso dell’intervista Simon Drake ha detto che ci si
trova solo all’inizio e che queste scoperte portano ad altre ricerche. Ma quale
è il futuro di tutto queste nuove conoscenze? “Mi auguro che ci sia un futuro radioso”, risponde Drake
illuminandosi. “Spero che noi si riesca a
scoprire dove si trovi il cratere. Sempre che ci sia un cratere, perché in
quest’area a Skye, in alcuni punti, lo strato basaltico della lava è spesso
anche più di un chilometro ed è possibile che il cratere sia andato distrutto
dal vulcanismo che è scaturito dall’impatto. Quindi non sappiamo ancora cosa
andremo a scoprire, ma continuiamo a cercare ed abbiamo, in effetti, alcune
idee al momento e stanno andando bene”.
Il misterioso sito numero 4 e la sua leggenda...
E
come è giusto che sia per una terra come Skye, ecco che queste ricerche si
legano a doppio filo con una storia leggendaria. E per sapere come bisogna
tornare al misterioso sito 4. “Il quarto
sito su cui stiamo lavorando al momento è Coire na Creiche, alle Fairy
Polls, una meta turistica molto inflazionata a Skye. Si tratta del campo
dell’ultima battaglia sul terreno di Skye tra i clan MacDonald e MacLeod
avvenuta nel 1601. La sorella del capo clan MacLeod fu data in sposa al capo
clan MacDonald, con un contratto matrimoniale tipico dell’epoca: se la donna
non rimaneva incinta nei primi dodici mesi il marito aveva il diritto di
annullare il matrimonio. Non solo la lady non rimase incinta, ma perdette anche
l’uso di un occhio. I MacDonald, quindi, rispedirono la donna ai MacLeod su un
cavallo con un solo occhio, una cameriera con un solo occhio e un cane con un
solo occhio. I MacLeod rimasero estremamente disturbati da questo comportamento
e lo scontro culminò in una battaglia proprio su questo terreno. Ebbene, ancora
oggi si sente l’eco di quegli scontri e ogni volta che ci avviciniamo sentiamo
i sentimenti negativi che sono rimasti impregnati nell’aria…”.
Il luogo dove si svolse la sanguinosa battaglia tra i MacDonalds e i MacLeods
Nonostante
questi influssi negativi, le ricerche continuano e, sebbene nulla possa essere
ancora rivelato, nuove risposte sono all’orizzonte.
Complimenti Diletta, articolo estremamente interessante, brava!!!
RispondiEliminaGrazie carissima Diana Maria <3,
Eliminaè un articolo che ho amato moltissimo scrivere, perché mi ha arricchito tanto.
Il professor Simon Drake è stato molto gentile e coinvolgente e mi ha permesso di capire molto meglio la sua scoperta.
Mi ha permesso davvero di fare un viaggio indietro nel tempo per scoprire e conoscere.
E' stato molto, molto bello!
Bellissimo articolo!
RispondiEliminaÈ straordinario pensare che dallo spazio provengono tantissime cose di cui noi godiamo qui sulla terra.
Baci.
Grazie! E' un articolo che mi ha appassionato moltissimo. Skye la amo e la vivo (mi sono sposata lì nel 2007) e mi piace conoscere il più possibile di questa terra al di là dell'immaginazione. Un grande grazie all disponibilità del professor Simon Drake, che è stato davvero illuminante...
EliminaGrazie ancora <3
Finalmente ho trovato il tempo di leggerlo ! Mi aggiungo al coro di apprezza menti per l'articolo, assolutamente interessante e ricco di dettagli, carina ( inquietante forse era un aggettivo più giusto, ma si sa noi sognatori romantici ci nutriamo anche di questo... ) anche la leggenda che accompagna il sito n. 4!
RispondiEliminaCome sempre complimenti Diletta, sei la NUMERO 1 ! :-)
Grazie carissima Tiziana per leggermi e commentarmi sempre. Adoro i tuoi commenti !!! <3 <3 <3
EliminaSkye è terra anche di dure, aspre battaglie tra i MacDonalds e i MacLeods che hanno dato vita a scontri davvero cruenti e snaguinosi... davvero terribili...
E ancora oggi, davvero, sembra sentire l'eco di quel tempo lontano.
Un giorno mi piacerebbe mostrarti questa terra meravigliosa che incanta e seduce e che sembra una porta aperta verso il passato...
Ciao Diletta, quante cose conosci sulla Scozia!
RispondiEliminaIo trovo sia un paese stupendo ma non l'ho mai visitato e ogni volta che qualcuno scrive qualcosa su di esso mi emoziono sempre.
Se ti va, pubblica altri post così belli :-)
Ti abbraccio.
Grazie Francesca, sono davvero felice che ti sia piaciuto. Amo la Scozia e soprattuto amo Skye (mi sono sposata proprio lì), isola che conosco profondamente e che mi piace continuare a studiare e approfondire... Quindi sicuramente pubblicherò altri articoli sull'argomento!
EliminaIntanto se ti piace così questa terra, ti segnalo il mio 'Storie e leggende di Scozia - Isle of Skye', di cui questo articolo è un approfondimento. <3
E ancora un grazie grandissimo a voi lettori e al professor Simon Drake per la sua disponibilità e gentilezza...