martedì 15 febbraio 2022

ANTEPRIMA ESCLUSIVA - Intervista a Cecilia Vallardi, traduttrice de 'L'erede misterioso' di Georgette Heyer (Astoria), in uscita il 17 febbraio 2022

*Questo articolo è da considerarsi un omaggio al gruppo Facebook Sanditon – Italia (Sanditalians), che mi ha ispirata con i suoi post e i suoi commenti.


Il 17 febbraio esce, edito da Astoria, il libro L'erede misterioso (The unknown Ajax), uno dei regency di Georgette Heyer più amati in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Pubblicato nel 1959 ed ambientato nel 1817, infatti, il libro è considerato uno dei capolavori della scrittrice di Wimbledon, in cui la trama sentimentale si miscela con approfondimenti dei tessuti familiari, ispezioni del mondo downstair e picchi di humor incredibili, portando il protagonista Hugo Darracott ad essere un vero e proprio eroe romantico.
Ho scritto volutamente Gran Bretagna e Stati Uniti, perché in Italia il romanzo ha avuto meno fortuna. Non fu, infatti, mai tradotto dalla storica traduttrice Anna Luisa Zazo, che aveva trasportato in italiano quasi tutti i romanzi editi da Mondadori tra gli Anni Settanta e gli Anni Ottanta.
The unknown Ajax arrivò da noi solo molto più tardi (nel 2007) con il titolo Il cugino misterioso (aka Uno scomodo erede), con una traduzione zoppicante, che aveva spento tutta la verve del testo e reso spesso difficile la lettura.
Ma in effetti si tratta di un libro molto difficile da tradurre, perché Hugh Darracott per vari tratti della storia usa un linguaggio molto particolare (e marcato volontariamente) per dare quasi la sensazione di essere uno zotico "borghesuccio" (sebbene sia un militare).

Informati dell’arrivo di questa nuova traduzione da parte di Astoria, i cuori di molti fan della scrittrice inglese hanno avuto un sussulto (compreso il mio), entusiasti al pensiero di poter godere finalmente della storia in senso completo (per leggere le mie critiche alla traduzione della precedente traduzione cliccare qui).
Inoltre venire a sapere che il difficile compito è stato affidato a Cecilia Vallardi, che per Astoria aveva già ridato vita a Frederica (altro romanzo mai tradotto dalla Zazo e martoriato nel 1988 da una traduzione non all’altezza), ha reso tutti ancora più impazienti di avere il prezioso gioiello letterario tra le mani.

In attesa dell’uscita, mi attardo a chiacchierare con Cecilia in un'intervista esclusiva per venire a scoprire i segreti di questa traduzione così difficile.
Nata a Milano nel 1978 (ma da undici anni vive a Torino con il marito, il figlio e una gatta nera), Cecilia ha iniziato a lavorare in case editrici milanesi subito dopo la laurea. In una di queste le è stato chiesto di tradurre dei testi per una raccolta di racconti e da allora non ha più smesso. Sebbene abbia difficoltà a trovare un libro in particolare, tra quelli tradotti, che ha amato di più (“sono tutti un po’ come dei figli”), non può negare che che la prima Heyer sia stata una grande emozione e che un altro libro che ha molto amato sia stato Il Figlio Americano di Leah Franqui.

Fino a questo momento per Astoria Cecilia hai tradotto di Georgette Heyer Frederica (in toto) e La vedova riluttante (inserendo alla traduzione della Zazo le parti mancanti). Ora arriva L'erede misterioso. Conoscevi già Georgette Heyer? 
Da ragazzina ho trovato in casa di una prozia i romanzi di Georgette Heyer tradotti da Anna Luisa Zazo e li ho divorati uno dopo l’altro, rileggendoli tutti più volte. Li ho sempre adorati! In particolare ho sempre amato moltissimo Venetia. A distanza di trent’anni Venetia e lord Damerel sono due dei miei personaggi preferiti.

Che bello! Venetia è anche il mio preferito <3
Abbiamo una passione in comune, allora!

Torniamo al lavoro fatto per Astoria. Quali difficoltà hai incontrato nel tradurre Frederica, già uscito negli Anni Ottanta in Italia con una traduzione molto spenta? La tua versione ha ridato animo alla storia.
La principale difficoltà è costituita dalla scrittura di Georgette Heyer, la cui perfetta ricostruzione del mondo dell’Inghilterra di inizio Ottocento si estendeva anche al linguaggio, utilizzando espressioni desuete e spesso non immediate da comprendere e di conseguenza da tradurre. Direi che la ricostruzione del contesto è senza dubbio la sfida maggiore di fronte ai testi della Heyer, tanto che tradurli per me ha significato anche documentarmi e studiare la storia, il costume, la letteratura ecc del tempo. Nello scrivere i suoi romanzi Georgette Heyer non lasciava nulla al caso, ogni dettaglio è studiato.

Come è stato confrontarsi con la Zazo nel tradurre La vedova riluttante?
Le sue traduzioni eleganti e argute rendevano decisamente lo stile della Heyer. Diciamo che ho cercato di essere all’altezza, non di imitare ma di creare una traduzione che rispettasse le caratteristiche di quelle della Zazo e al contempo che fosse fedele al testo originale. 

Arriviamo a L'erede misterioso. La difficoltà più grande per questo testo è riproporre il forte accento del protagonista Hugo Darracott? Che stratagemma hai usato?
In accordo con la casa editrice ho scelto di non “forzare” la traduzione cercando un’influenza dialettale che non avrebbe comunque reso in modo credibile in italiano il dialetto dello Yorkshire. Ho preferito fargli utilizzare l’intercalare non molto elegante “Nah” e di tanto in tanto accentuare uno stile meno forbito rispetto a quello dei parenti. 

L'erede misterioso è un romanzo diverso rispetto ad altri titoli della Heyer. Molti lo annoverano tra i più belli mai scritti. Cosa hai trovato di differente nel tradurlo? 
Rispetto agli altri romanzi è meno sviluppata la parte dialogica mentre la sottile ironia della Heyer si concentra sulla costruzione psicologica dei personaggi e sul contesto. Nel complesso lo definirei un lavoro più intimo rispetto alla rutilante vivacità di altre sue opere.

Che emozioni ti regala tradurre una maestra come Georgette Heyer? 
Tradurla significa immergersi in un modo ormai scomparso e cercare di farlo rivivere per il lettore nel modo più fedele possibile, dal parlato alla descrizione della trama dei tessuti. Ma è anche farsi coinvolgere dai dialoghi brillanti, affezionarsi alle sue eroine mai banali, ai protagonisti affascinanti e ironici e a co-protagonisti spesso divertentissimi.


Cosa ami di più di questa scrittrice? 
Sicuramente l’ironia, la cultura che emerge dalle numerose citazioni presenti in tutti i romanzi, i dialoghi garbati e brillanti, che strappano con intelligenza un sorriso. 

Ci sono altre opere che ti piacerebbe tradurre della Heyer? 
Se rispondessi tutte?

Questa risposta ci piace moltissimo! Anche a noi piacerebbe molto che Astoria riportasse nelle libreria questi meravigliosi testi che le nuove generazioni non possono più godere perché da troppo tempo fuori catalogo. Se io personalmente potessi dare un suggerimento (in realtà non posso, ma nel mio blog mi permetto di avanzare una mia richiesta ^^) io voterei come prossimo titolo Friday’s Child (altro testo tradotto negli Anni Ottanta in maniera molto spenta con il titolo Una ragazza perbene).

Grazie Cecilia per la tua gentilezza e simpatia. E soprattutto grazie per la tua bravura!

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