martedì 8 febbraio 2022

#Libri 'Tiegelmann nel deserto' (1949), secondo spassoso capitolo dell'esilarante investigatore svedese creato da Åke Holmberg

Tiegelmann nel deserto 
di Åke Holmberg

Dati tecnici:
Titolo originale: Ture Sventon i öknen
Traduttore: Irma Back Affieri
Casa Editrice: Fratelli Fabbri Editore
Collana: Nuovi Successi Mondiali n. 13 (nella raccolta Lo strabiliante Signor Teffan)
Pagine: 74
Anno: 1949 (in Italia dal 1955)
Genere: libro giallo per ragazzi

Trama: Stoccolma, Svezia – Djof, Arabia. Seconda metà degli Anni Quaranta.
Dopo l’arresto di Vessla, Teffan Tiegelmann è diventato famosissimo, non solo nella natia Svezia, ma ovunque in Europa (e forse nel mondo).
Stanco e desideroso di ritagliarsi un attimo tutto per sé per le vacanze di Natale, accetta l’invito dell’amico Omar di recarsi a Djof, in Arabia.
Ma il lavoro è sempre dietro l’angolo, e proprio mentre sta per accingersi a partire, Tiegelmann viene contattato dall’ingegner Hjalmar Hjortron, che ha inventato un nuovo, futuristico frigorifero, il Polo Nord, che rischia di essere rubato, cosa che in effetti accade proprio poche ore dopo.
Tra cammelli rubati, scarpe a punta, travestimenti e due bambini in fuga, il celebre investigatore andrò comunque nel deserto e troverà i ladri, che ancora una volta sono guidati dal temibile Vessla…


Teffan Tiegelmann a colloquio con Hjortron

Commento: Tiegelmann nel deserto è il secondo romanzo (su dieci) scritto dallo svedese Åke Holmberg sulla figura di Teffan Tiegelman (a quanto so solo i primi tre sono arrivati in Italia nella raccolta Lo strabiliante Signor Teffan – ora sto leggendo il terzo, fantastico).
Scritto sulla scia del trascinante successo ottenuto in patria da Teffan Tiegelmann investigatore privato, anche quest’avventura brilla per una narrativa piena di umorismo e di avvenimenti assurdi, capace di attirare dalla prima pagina ed incantare i giovani lettori.


L'edizione svedese del 1949

Dove si svolge? Kaf e Djof
Come era capitato con il primo volume, anche in questo caso il luogo in cui si svolgono gli eventi (ad esclusione di Stoccolma) è indefiniti.
Sappiamo che Teffan va in Arabia, ma i due posti citati, l’oasi di Kaf e la città di Djof, non trovano una collocazione precisa sulla mappa.
Anche il viaggio con il tappeto volante dalla Svezia all’Arabia ha questa caratteristica.
Teffan e i due figli di Hjortron sorvolano le Alpi ed individuano un monte. E’ il Cervino? Il Monte Bianco? Il Monte Rosa? Non sanno dirlo. E’ una vetta delle Alpi.
Insegnante di geografia, Åke Holmberg a mio avviso usa questa tecnica per stimolare la fantasia dei giovani lettori e per far mettere loro nel romanzo l’immaginazione di tutto ciò che è collegato all’Arabia (e alla Alpi).

Fata Morgana
Ma se la geografia rimane ad un livello di immaginazione, ciò non significa che non si debba raccontare qualcosa di specifico legato al deserto. Ed ecco che per due volte si fa cenno al fenomeno ottico della Fata Morgana.
Di cosa si tratta?
Non lo sapevo, e quindi vado a fare ricerche e scopro che la Fata Morgana (in italiano anche all’estero) è una forma complessa e insolita di miraggio che si può scorgere all’interno di una stretta fascia posta sopra l’orizzonte (si usa la locuzione in italiano perché si tratta di un fenomeno frequentemente osservato nello stretto di Messina e tramandato dai Normanni. Esso fa riferimento alla fata Morgana della mitologia celtica, che induceva nei marinai visioni di fantastici castelli in aria o in terra per attirarli e quindi condurli a morte).
Tale fenomeno distorce così tanto l’oggetto (o gli oggetti) su cui agisce il miraggio, da renderli insoliti e irriconoscibili. Può riguardare qualsiasi tipo di oggetti ‘distanti’, come isole, coste o barche. Il soggetto è mostrato in evoluzione, in posizioni diverse da quelle originarie, in una visione che può passare senza soluzione di continuità dalla compressione all'allungamento.



La Fata Morgana nel deserto e sul mare

La Guerra non c’è
In ultima analisi mi piace osservare che non vi è il ricordo della guerra.
Il libro è stato scritto nel 1949 e non si fa menzione alcuna al conflitto che ha sconvolto l’Europa.
E’ evidente che l’autore voglia spingere i giovani a guardare oltre, a divertirsi e a sognare, dopo un periodo buio.


I figli di Hjortron catturati assieme al cammello Gioiello.
Riuscirà Tiegelmann a liberarli?

Complessivamente si tratta di un libro davvero divertente, scritto (e tradotto) in maniera incredibile, così lontano dalla letteratura giovanile contemporanea. Consigliatissimo per i giovani e i meno giovani, per riscoprire cosa sia la vera letteratura.

Letto: dicembre 2021 – gennaio 2022

Voto: 9 al libro, 9 a Holmberg per lo stile, 9 alla fantasia e alle idee geniali dell’autore (dalle patte alla panna all’ossequiosità di Omar), 10 alla Fabbri per aver portato in Italia dei libri impareggiabili negli Anni Cinquanta, 8 alle illustrazioni di De Gasperi, 0 a chi in Italia oggi ha dimenticato questo gioiello della letteratura internazionale (come tanti tanti altri).

Stelle mozzafiato: ****

Recensione in arrivo: Pericolo nella Valle dei Re di Elizabeth Peters (nono capitolo della saga di Amelia Peabody)

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