giovedì 11 luglio 2019

#Libri 'Jane Austen. I luoghi e gli amici', saggio meraviglioso del 1902 di Constance Hill sul mondo della scrittrice inglese


Jane Austen. I luoghi e gli amici
di Constance Hill

Dati tecnici:
Titolo originale: Jane Austen: Her homes and Her friends
Traduzione: a cura della Jane Austen Society of Italy (Silvia Ogier, Mara Barbuni, Gabriella Parisi, Giuseppe Ierolli)
Casa Editrice: Jo March
Collana: Atlantide – n. V
Pagine: 229
Anno: 1902 (in Italia dal 2013)
Genere: saggistica


Trama: Constance Hill nei primissimi anni del Novecento decide di partire per andare a visitare Austenland (è lei a coniare questo neologismo che poi diventerà diffusissimo) e vedere con i propri occhi i luoghi ove aveva vissuto Jane Austen cent’anni prima ed incontrare chi ancora aveva ricordi della brillante scrittrice o di chi aveva vissuto attorno a lei.
Un viaggio che ripercorre tutti i passi di zia Jane (altro modo di chiamare la scrittrice inglese ideato dalla Hill), da Steventon fino a Winchester, dove la Austen morì, arricchito da bozzetti realizzati dalla sorella Ellen G. Hill, che mostrano un mondo che era cambiato ma che ormai non esiste più, neppure così come lo ha visto Constance ai suoi tempi.
Un percorso agrodolce che ci fa catapultare in un mondo perduto e che tanto aveva ispirato le opere immortali di Jane Austen.


Edizione inglese del 1923

Commento: Questo saggio arriva in Italia solo nel 2013 (111 anni dopo la pubblicazione in Gran Bretagna) grazie a Jo March, la casa editrice che tanto sta donando alle appassionate di letteratura di questa epoca (suo anche il gioiello Vecchi amici e nuovi amori di Sybil G. Brinton, che ho recensito qui). Un libro che mi è piaciuto moltissimo, che mi ha regalato lacrime e sorrisi, immagini ed emozioni e che mi ha arricchito mostrandomi una Jane Austen più completa e più vicina. Una perla che dovrebbe essere nella biblioteca di ogni janeite.

Molte cose mi hanno colpito di questo saggio e cercherò di enumerarle in maniera sintetica qui di seguito.

Stroncature e ironia
A pag. 102 è riportata una lettera che Jane Austen scrive a Cassandra il 25 novembre 1798 in cui parla di un romanzo dell’epoca che avevano appena finito di leggere: Arthur Fitz-Albini. Meraviglioso il modo in cui la Austen stronca la prosa di questo autore (Sir Egerton Brydges), che fa risollevare il mio animo quando leggo qualcosa che mi fa stare male. La frase “ci sono molti personaggi, apparentemente introdotti solo per essere descritti” è fantastica, punge con ironia e sagacia e rispecchia molti pensieri che mi assalgono spesso mentre leggo (soprattutto la letteratura moderna).


Il teatro di Northanger Abbey
A pag. 121 Constance Hill informa che il teatro in cui Henry Tilney e Catherine Morland si incontrano dopo la loro incomprensione, già nel 1809 non era più un teatro. Prima era stato convertito in una cappella cattolica e quindi in una sala riunioni della massoneria (perbacco, cosa può esserci di peggio per una chiesa cattolica?).
Indago e cerco di scoprire ora cosa sia diventato. Ora è un museo che ripercorre la storia dell’edificio e che ospita ancora riunioni massoniche (è il più antico Lodge massonico d’Inghilterra), nonché è luogo per matrimoni, party e cene formali. Nella pagina ufficiale del museo non è scritto che Jane Austen sicuramente assistette a qualche spettacolo e che lo utilizzò come location di un suo romanzo…


L'interno del teatro

Autoproduzione
Pagina 166. Nero su bianco. Jane Austen, la grande Jane Austen si è autoprodotta. Non credeva ne L’abbazia di Northanger e quindi lo lasciò nel cassetto. Ma credeva in Ragione e sentimento e il 30 ottobre 1811 esso fu dato alle stampe “per l’Autore, da C. Roworth, Bell-Yard, Temple-Bar e pubblicata da T. Egerton, Whitehall”.
Ecco.
Grazie.
La prossima volta, se qualcuno storce il naso, rispondete: “Ma lo sapete, voi che fate i superiori che anche Miss Austen (sempre che sappiate chi sia, oh voi intellettualoidi virtuosi) si autoprodusse perché credeva nei suoi scritti? E che se non lo avesse fatto… chissà forse non li avremmo mai conosciuti? Solo per Orgoglio e pregiudizio vendette i diritti, ma esso uscì due anni dopo…”.

Ispirazione per Stephanie Barron?
A pagg. 140-141 leggo che Constance Hill si emozione mentre cammina per Lyme e ripercorre non solo le strade dove era passata Jane Austen (e di conseguenza i suoi personaggi di Persuasione, mi sembra quasi di vedere come la Austen abbia avuto dei flash delle scene che poi descrisse così magnificamente) ma anche perché in quel periodo visse nel luogo pure la geologa Mary Anning.
Leggendolo ho pensato: ecco dove Stephanie Barron ha trovato ispirazione per il suo Jane e il mistero del Reverendo, nel quale miscela la storia di Jane Austen con quella dei fossili di Lyme. Può darsi che mi sbagli, ma mentre leggevo le pagine della Hill sono tornate a me in mente immagini identiche a quelle che avevo avuto leggendo il libro della Barron…


Mary Anning a Lyme

Non nascondo che al termine della lettura ho pianto. Per la morte di Jane, che nel corso del libro avevo imparato ad amare come un’amica, e per tutto quello che è andato perduto con la sua scomparsa (non parlo delle lettere bruciate da Cassandra, ma di quello che avrebbe potuto scrivere se fosse vissuta più a lungo e di tutto il dolore che ha invaso la sua famiglia). Ed ho pianto per questo mondo perduto che Constance Hill inseguiva, senza sapere quanto ancora fosse tangibile alla sua epoca; mi verrebbe da chiedere: se oggi scrivessero lo stesso identico libro cosa si incontrerebbe? La memoria, nonostante i musei e la sicura messa in salvaguardia di alcuni mobili o suppellettili, sta scemando ed esiste sempre più solo la Jane Austen scrittrice e non più la Jane Austen zia, sorella, amica, cognata…
E quanto mi ha emozionato la descrizione di quello spartito da lei firmato, magari di corsa, solo per asserirne la proprietà. Un gesto quotidiano, a cui lei neppure avrà badato, e che è arrivato a noi…


L'edificio dove Jane Austen visse prima di morire n una delle illustrazioni della Hill

Cosa posso dire se non grazie Constance Hill? E grazie Jo March? E grazie anche alla Jane Austen Society of Italy che ha fatto una traduzione magistrale con note sempre interessantissime?
Libro meraviglioso. #mozzafiato

Letto: 04  – 29 giugno 2019

Voto: 10 al libro, 10 e lode a Constance Hill per l’idea e il coraggio di intraprendere un tale viaggio accompagnata solo dalla sorella, 10 a Ellen G. Hill per le illustrazioni, 9 a Jo March.

Stelle mozzafiato: *****

Recensione in arrivo: Lo scialle cinese, giallo del 1943 di Patricia Wentworth

2 commenti:

  1. Wow!
    Non conoscevo questo libro, ma mi ispira parecchio!

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    Risposte
    1. Sì, è davvero interessantissimo e pieno di spunti che fanno riflettere molto. Baciiii

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