mercoledì 6 aprile 2022

#Libri 'L'erede misterioso' di Georgette Heyer nella nuova traduzione proposta da Astoria

L’erede misterioso
di Georgette Heyer

Dati tecnici:
Titolo originale: The unknown Ajax
Traduttrice: Cecilia Vallardi
Casa Editrice: Astoria
Collana: Astoria Vintage
Pagine: 358
Anno: del 1959 (in Italia dal 2007, l’edizione Astoria è del 2022)
Genere: regency

Trama: Sussex, Inghilterra. 1817.
Dopo la morte improvvisa in una tragedia in mare del primogenito e del nipote di Lord Darracott, l’erede del titolo diventa Hugo Darracott, cugino sconosciuto, figlio del secondogenito di Lord Darracott, ripudiato da Sua Signoria perché si sposò con una tessitrice.
C’è grande fermento a Darracott Place e tutta la famiglia viene invitata per l’infausto incontro. Il maggiore Hugo Darracott, rendendosi conto che la famiglia lo crede un volgare bifolco decide di stare al gioco e si presenta marcando il suo accento dello Yorkshire e comportandosi da stolto.
Ma dietro allo sguardo vacuo, Hugo impara a conoscere tutta la famiglia (compresi i cugini che lo vorrebbero morto e una vigorosa cugina fin troppo indipendente) e, con il suo piglio militare, dimostrerà di essere in grado di non solo meritare il titolo di futuro Lord, ma anche di aiutare il destino di tutti…

Commento: E’ la terza volta che leggo L’erede misterioso di Georgette Heyer, cosa che raramente mi accade (ho talmente tanti libri in lista d’attesa che come faccio a rileggere per tre volte lo stesso titolo?). Ma per questo testo ho dovuto fare un’eccezione, perché dopo averlo letto con il titolo Uno scomodo erede con una traduzione molto spenta, non ho potuto esitare e buttarmi a capofitto nella nuova traduzione firmata Cecilia Vallardi per Astoria (che ringrazio per avermi fatto gentilmente dono del testo!).
Clicca qui per leggere la mia intervista in esclusiva alla Vallardi.

La nuova traduzione:
Partiamo dal principio. L’erede misterioso (The unknown Ajax, 1959) è considerato uno dei capolavori della Heyer e la precedente traduzione gli rendeva talmente poco giustizia, che la lettura era così pesante da non far comprendere il motivo per cui questo romanzo fosse così tanto amato (lo lessi due volte perché mi ero detta che forse la prima non lo avevo capito bene). Quindi quando finalmente Astoria (che sta facendo opera molto meritoria  riproponendo libri classici della Hayer con le traduzioni storiche di Anna Luisa Zazo, pubblicando libri che in precedenza erano stati tradotti solo in versione ridotta inserendo le parti mancanti e ritraducendo invece i titoli che non portavano la firma della Zazo) ha annunciato l’arrivo di questo titolo, il cuore mi è balzato nel petto per la gioia!
L’attesa non è stata delusa.
La traduzione di Cecilia Vallardi è una spanna al di sopra di quella proposta una ventina di anni fa da Sperling e Harlequin.
Unico neo: anche qui per due volte viene usata la locuzione ‘settimana prossima’ e non ‘la prossima settimana’. E se una volta questo modo di dire viene pronunciato da Hugo e glielo possiamo far passare come gergo dello Yorkshire, la seconda volta a utilizzarlo è lo zio Matthew, politico compito e abbottonato che mai si sognerebbe di essere così gergale.
Fonte di lode, viceversa, è l’utilizzo delle amatissime note che spiegano alcuni dettagli inseriti nella trama dalla Heyer (come il periodo Tutti i talenti), di difficile comprensione per i lettori italiani. Bravi!


Il maggiore Hugo Darracott con Anthea,
la cugina indipendente che gli ruberà il cuore

Un po’ di Storia. Whitelocke e Montevideo.
Tralasciando gli approfondimenti che ho già descritto nella mia precedente recensione (il successo del romanzo nel corso degli anni, i legami con Downton Abbey e una nota proprio sul periodo Tutti i talenti), scrivo qui di seguito altri dettagli che hanno acceso la mia curiosità, partendo proprio da un po’ di Storia.

A pag. 68 si legge: “Mi sono arruolato non appena ho compiuto diciassette anni. Fui assegnato al Primo Battaglione giusto in tempo per salpare con Whitelock (…)”.
“Avete preso parte all’assedio di Buenos Aires?”, chiese Richmond.
“Non lo definirei assedio”, replicò Hugo.
“Un affare vergognosamente mal gestito!”, commento Matthew.
“Sì, fummo respinti in malo modo. I nostri scrissero in ogni angolo di Montevideo che il generale Whitelock era un codardo o un traditore, o entrambe le cose, ma io penso che fosse solo privo di spina dorsale”.

Come sempre mi incuriosisco e cerco di scoprire a quale campagna si riferisce Hugo.
Il generale John Whitelocke (e non Whitelock) (1757 – Beaconsfield, 23 ottobre 1833) partì nel 1807 insieme a Robert Craufurd per riprendere Buenos Aires nel corso delle invasioni britanniche del Río de la Plata; le truppe britanniche, costituite da oltre 10.000 soldati, raggiunsero Buenos Aires il 5 luglio ed entrarono nella città, ma Santiago de Liners con le sue truppe costituite dalle milizie locali e regolari spagnoli, attaccò i britannici nelle strade. Dopo violenti combattimenti nel centro abitato, il 6 luglio il generale Whitelocke decise di sospendere la battaglia e firmò una nuova convenzione di evacuazione. Il corpo di spedizione ritornò quindi sconfitto in patria dopo aver abbandonato anche Montevideo e de Liniers per le sue brillanti vittorie fu fatto conte e grande di Spagna. Tornato in patria Whitelock fu sottoposto al giudizio della corte marziale, presso il Royal Hospital Chelsea, per la condotta tenuta in Sudamerica. Riconosciuto colpevole, fu degradato e congedato dal servizio. Si ritirò a vita privata e morì nel 1833.


La sconfitta britannica a Buenos Aires

Un po’ di Moda. ‘The Mirror of fashion’ 
Nel primo capitolo veniamo a sapere che Lady Darracott (la madre di Anthea e di Richmond) è abilissima a cucire i propri abiti e che copia i modelli delle illustrazioni di The Mirror of Fashion.
Conoscendo Georgette Heyer mi dico convinta che questo magazine esistesse davvero all’epoca, e quindi cosa faccio? Indago!
Ed ecco che scopro che The Mirror of Fashion era un inserto della rivista Lady’s Monthly Museum. Il primo numero uscì nell’aprile del 1812 (era nato dalle ceneri dell’inserto Cabinet of Fashion). Si trattava di una rivista dai prezzi contenuti e che proponeva modelli già apparsi, magari nei mesi precedenti, in riviste più costose come Repository of Arts di Ackermann e La Belle Assemblée.
Scrivere quindi che Lady Darracott prendesse spunto dai modelli trovati su The Mirror of Fashion non solo indicava la sua abilità come cucitrice, ma anche la sua esigenza di risparmiare. 


Un modello comparso nel 1816 su The Mirror of Fashion

Un po’ di Geografia. Rye e la Banda di Hawkhurst
A pag. 183 e pag. 184 la conversazione si sofferma sul villaggio di Rye, poco distante da Darracott Place, nel Sussex e a tre chilometri dal mare, e la Banda di Hawkhurst, coinvolta in traffici di contrabbando dal 1735 al 1749.
I richiami sono nitidi ed, ovviamente, sono radicati in fatti storici noti per la comunità (si parla anche del Marmaid Inn, uno dei locali a cui si appoggiava la banda per poi scappare tramite dei passaggi segreti).
Viene visitata anche la Ypres Tower, l’antica prigione del luogo, risalente al XIII secolo.


Rye nel XIX secolo

Complessivamente si tratta di un regency originale, riportato a maggior fulgore grazie ad una traduzione molto più all’altezza della precedente. Consigliato vivamente agli appassionati di Georgette Heyer (e non solo), anche se dovessero avere la versione precedente.
Al temine del libro sorge naturale una domanda: quale sarà la prossima perla che ci regalerà Astoria? Io tifo per Friday’s child, uscito solo nel 1988 con il titolo Una ragazza perbene e una tetra traduzione.

Letto: 5-31 marzo 2022

Voto: 8 al libro, 8 ad Astoria per aver ritradotto questo libro, 8 a Cecilia Vallardi, 8 alla confezione del libro.

Stelle mozzafiato: ****

Recensione in arrivo: Sei ragazze sotto rete di Annamaria Ferretti

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