lunedì 25 luglio 2022

#Libri 'Ritorno a Wildcliffe' (1981) di Constance Heaven, romance a sfondo sociale nelle Midlands degli anni Quaranta dell'Ottocento tra inganni e segreti

Ritorno a Wildcliffe
di Constance Heaven

Dati tecnici:
Titolo originale: The Wildcliffe Bird
Traduzione: Paola Forti
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar Mondadori Narrativa n. 1569
Pagine: 294
Anno: 1981 (in Italia dal 1982)
Genere: period romance a sfondo sociale 

Trama: inverno-primavera 1847 circa. Londra – Midlans, Inghilterra.
Juliet Prior, venticinque anni, dopo la morte del padre in un incidente a Parigi, è costretta a tornare a Londra, ospite della zia paterna, che, con tre figlie in età da marito, non vede di buon occhio l’arrivo della nipote, bella e orgogliosa.
Non sentendosi a suo agio, Juliet accetta il lavoro di segretaria presso Lord Chartley a Longdale, nelle Midlands, che le permetterà di ritrovare gli amati luoghi della sua infanzia.
La sua antica casa, Wildcliffe, è stata acquistata da Richard Chartley, nipote illegittimo di Lord Chartley e dirigente della fabbrica di vasellame di proprietà della famiglia.
Affascinata dal carattere forte e posato di Richard, Juliet si avvicina alla realtà della fabbrica, in un momento estremamente delicato con i malumori sindacali in crescente crescita ed operai sempre più rabbiosi.
Tra rivolte sanguinose e devastazioni dolorose, il passato dimenticato viene lentamente a galla ed inganni e segreti tenuti nascosti più di trent’anni verranno scoperti tanto da…

Commento: Ritorno a Wildcliffe mi è piaciuto moltissimo. E’ uno di quei romanzi che si è felici di avere sul comodino e che si legge non appena si ha un momento libero.
Scritto da Constance Heaven, che avevo già apprezzato in precedenti romanzi come I fuochi di Glenlochy o la duologia dedicata a Ravensley, il libro proviene (ovviamente) dall’immensa biblioteca di mia mamma e conferma la capacità dell’autrice di spaziare per gli argomenti più diversi tra loro e ancora una volta punta ad approfondire tematiche sociali importanti. In questo caso gli scioperi che a metà dell’Ottocento hanno cambiato per sempre la vita delle fabbriche della Gran Bretagna.

I grandi scioperi dell’Ottocento
Nel leggere il libro è inevitabile che tornino alla mente, a chi le conosce, le vicende narrate in Nord e Sud di Elizabeth Gaskell. Soprattutto nel finale, con la rivolta che arriva fino alla residenza dei Chartley e la minaccia di dare fuoco a tutto, si può toccare con mano non solo il malumore sociale dei lavoratori e la forza del nascente sindacato, ma anche la differenza tra i rivoltosi (quelli più violenti e quelli più aperti al dialogo).
Ci troviamo intorno al 1847-1848 (si parla di una forte carestia di grano in Inghilterra seguita alla grande carestia della patata in Irlanda), e il regno della Regina Vittoria è attraversato da movimenti politici (il cartismo) e movimenti sindacali, che chiedono il suffragio universale ed una legge più equa per i lavoratori. Il malcontento sfociò in scioperi violenti, che poi portarono con il tempo a nuovi leggi (anche se dovettero passare decenni prima che la situazione si normalizzasse).
Il romanzo si distingue per riuscire a ritrarre tutti i punti di vista, drammatizzandoli magnificamente (e con un ottimo intreccio narrativo).


Un manufatto inglese degli anni Quaranta dell'Ottocento, 
che potrebbe essere stato prodotto dalla fabbrica dei Chartley

L’incendio a Westminster Palace
A pag. 24 si legge: “Richard Chartley continuò a passeggiare, osservando con interesse la fantastica collezione di pinnacoli e torrette del nuovo parlamento che stava sorgendo sulle ceneri del precedente, distrutto dall’incendio del 1834. La costruzione, progettata da Charles Barry, con le fantasiose aggiunte gotiche di Augustus Pugin, formava un delicato disegno contro il cielo, anche se era un po’ troppo elaborata per i suoi gusti”.

Non sapevo dell’incendio che aveva distrutto il Parlamento a Westminster, e per questo vado ad indagare e scopro che:
“Il 16 ottobre 1834 solo la Westminster Hall, la Jewel Tower, la cripta della cappella di Santo Stefano e il chiostro sopravvissero al rogo. Una Commissione Reale fu istituita allo scopo di studiare la ricostruzione del palazzo. La Commissione decise che il palazzo sarebbe dovuto essere ricostruito nello stesso luogo e che lo stile architettonico avrebbe dovuto essere uno fra gotico e classico. Immediatamente si aprì un dibattito molto acceso. Coloro che preferivano lo stile classico sostenevano che lo stile gotico sarebbe stato troppo “crudo”, e quindi inappropriato per il Parlamento. Al contrario, altri (incluso Augustus Welby Northmore Pugin) affermavano che l’autentico stile architettonico cristiano era quello gotico, collegando invece il classicismo agli antichi Greci o agli antichi Romani. Oltretutto, molti sostenevano che l’architettura gotica fosse lo stile “nazionale” britannico, associando il classicismo alla Francia.
Nel 1836, dopo aver studiato 97 proposte rivali, la Commissione scelse il progetto di Charles Barry per un palazzo in stile gotico. La prima pietra fu posata nel 1840; la Camera dei lord fu completata nel 1847 e quella dei Comuni nel 1852 (Barry riceverà per questo il titolo di cavaliere). Sebbene la gran parte dei lavori fosse stata eseguita entro il 1860, la costruzione non giunse al termine che una decina di anni dopo”.

Curiosità: nel 1987 il Palazzo e l’Abbazia di Westminster con la chiesa di Santa Margherita entrano nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.


L'incendio di Westminster Palace
in un quadro di Thomas Mann Baynes (1794-1876)

Le ballate dell’irlandese Tom Moore
A pag. 27 si fa cenno alle ballate sentimentali di Tom Moore.
Non conoscendo questo musicista, ovviamente, vado ancora una volta ad indagare.
Thomas Moore (Dublino, 28 maggio 1779 – Sloperton, 25 febbraio 1852) è stato un poeta, commediografo e attore irlandese, ricordato soprattutto per la sua ballata popolare The Minstrel Boy, per la poesia The Last Rose of Summer e per la raccolta delle sue melodie.
Era amico di Lord Byron, che gli affidò le sue memorie con l’istruzione di pubblicarle solo dopo la sua morte come esecutore letterario.
Nel 1830 cantò di fronte alla futura regina Vittoria.

Curiosità: Suonata da una sola cornamusa, The Minstrel Boy fu l’aria che ha accompagnato il corteo funebre durante il funerale di Bobby Sands, nel 1981, a Belfast.

Per ascoltarla cliccare qui:

Complessivamente si tratta di un libro meraviglioso, intenso e appassionato. L’amore viene approfondito senza falsi giochetti, ma descrivendolo in maniera schietta e affascinante.
Un ritratto approfondito di un difficile periodo di transizione, in cui bisogna trovare un giusto equilibrio.

Letto: 6-18 luglio 2022

Voto: 8 ½ al libro, 9 a Constance Heaven, 8 alla copertina (un quadro di Henry Berraud, 8 alla traduzione di Paola Forti (che ha tradotto altri romanzi della Heaven, e si vede che si trova molto a suo agio con questa scrittrice).

Stelle mozzafiato: ****

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