mercoledì 18 ottobre 2017

#Libri - La ragazza della Torre di Cecilia Dart-Thorntorn

La ragazza della torre
#1 della saga Bitterbynde
di Cecilia Dart-Thornton

Dati tecnici:
Titolo originale: The Ill-Made Mute
Traduttrice: Annarita Guarnieri
Casa Editrice: Nord
Collana: Narrativa 182
Pagine: 523
Anno: 2001 (2004 in Italia)



Trama: Terre conosciute di Erith. Torre di Isse.
Dopo un lungo e difficoltoso viaggio giunge alla Torre di Isse, maniero dei Dodici Casati, una creatura deforme, muta e senza memoria. Viene subito inviata nei piani bassi, dove abita la servitù, per imparare a fare lavori di bassa manovalanza, possibilmente lontano da occhi che possano anche solo scorgere la sua orribile figura.

All’ombra e in silenzio, la creatura ascolta le notizie della terra attorno a lei e sogna la fuga, per scoprire il suo passato. Ma la strada per allontanarsi è assai difficile, anche perché non ha ancora le forze sufficienti per sfidare la sorte.
Un giorno tuttavia riesce a scappare e …
Da qui si dà il via ad un viaggio iniziatico che porterà la creatura a incrociare il suo destino con personaggi di ogni sorta, a volare con barche fatate, a trovare tesori nascosti, ad attraversare paludi mal odorose, ad incontrare amici insperati, ad inoltrarsi in cunicoli pericolosi, ed ad innamorarsi…

Commento: La ragazza della torre è il libro che ho impiegato di più a leggere da che ho memoria. Credo di averci messo sei mesi (alternando la lettura di tanto in tanto con altri romanzi perché non riuscivo ad andare avanti), ma ho insistito fino alla fine perché, pur conoscendo che tra i diritti dei lettori vi è quello di non concludere un libro e chiuderlo quando si vuole, volevo poterlo stroncare con consapevolezza.
Già dalla trama non ero riuscita a rimanere conquistata dalla storia, ma mi ero, ahimè, convinta a leggerlo perché mi era stato consigliato caldamente da due persone molto distanti tra di loro, definendomelo entrambe un fantasy ricco di pathos e di emozione.
I lati negativi sono talmente tanti che non so da dove iniziare.
Forse potrei cominciare dal titolo italiano. Ma perbacco! L’autrice si sforza per centinaia di pagine (forse sono meno, ma vi assicuro che sembrano infinite) per non farci capire che la creatura deformata e senza memoria è una donna. Anzi. Tenta di farci credere che sia un uomo (perché nella torre la trattano così) e tu titolista italiano lo chiami La ragazza della Torre? Ma sei veramente un infame! Chiamalo L’ospite della Torre o qualcosa di simile! Credo che uno sgarbo maggiore ad un’autrice non si possa fare!


L'autrice Cecilia Dart-Thornton

Ma andiamo avanti. Lo stile. Il romanzo è di una lentezza estenuante.
Per far succedere qualcosa bisogna andare avanti. E avanti. E avanti. Ma poi non accade quasi mai niente comunque. Per non parlare che l’autrice si sofferma magari per una pagina intera per descrivere come è vestito un personaggio, che poi fa morire dopo due pagine e non tornerà mai più nella storia, neppure nel ricordo della protagonista! E poi leggo che questa Dart-Thornton è stata anche un editor prima di diventare scrittrice! Non posso crederlo!
Vengo a sapere anche che questo romanzo è stato scoperto per caso su internet ed è stato quindi pubblicato negli Stati Uniti da Time Warner e rimango basita. Perché queste fortune accadono a libri del genere? Sono convinta che nella marea degli sconosciuti vi sono autori di valore ben maggiore di questo (e mi convinco che forse si tratta di una leggenda metropolitana. In fondo la Dart-Thornton era un editor, avrà avuto contatti con le case editrici, no? E quindi forse la Time Warner l’ha scovata in altro modo. Ditemi che è così, vi prego! Perché altrimenti non riuscirei proprio a capire come questo romanzo possa aver trovato uno spazio nell’editoria non solo australiana – la scrittrice è di Melbourne – ma mondiale).


La cover del libro in versione inglese

E lo dico da amante del fantasy. Anzi, proprio perché sono amante di questo genere. Reputo, infatti, un insulto che si possa amare una storia solo perché propone in ordine sparso delle creature fatate, un po’ di magia e un regno altro, che possa ricordare vagamente una brutta copia della Terra di Mezzo.
Sinceramente ho difficoltà a trovare qualcosa da salvare su questo romanzo. Anche il lessico (punteggiato di tanto in tanto con parole inventate dall’autrice relative ad un linguaggio del luogo) è difficile e snervante. E tutta la storia è tessuta con cupezza, tristezza. Quasi sporcizia.
Assolutamente NON consigliato (tanto che il romanzo è il primo di una trilogia ed io non credo che mi inoltrerò mai a leggere il proseguo dell’avventura… se devo proprio leggere un fantasy allora mi rileggo La figlia della foresta della Marillier o la saga del Giglio di Zimmer Bradley-Norton-May).

Letto: inverno – primavera 2017

Voto: 0 al romanzo, 0 a Cecilia Dart-Thornton, 0 alla traduzione, -10 al titolista italiano. 

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