La ragazza della torre
#1 della saga Bitterbynde
di Cecilia Dart-Thornton
Dati tecnici:
Titolo originale: The Ill-Made Mute
Traduttrice: Annarita Guarnieri
Casa Editrice: Nord
Collana: Narrativa 182
Pagine: 523
Anno: 2001 (2004 in Italia)
Trama: Terre conosciute di Erith. Torre di Isse.
Dopo
un lungo e difficoltoso viaggio giunge alla Torre di Isse, maniero dei Dodici
Casati, una creatura deforme, muta e senza memoria. Viene subito inviata nei
piani bassi, dove abita la servitù, per imparare a fare lavori di bassa
manovalanza, possibilmente lontano da occhi che possano anche solo scorgere la
sua orribile figura.
All’ombra
e in silenzio, la creatura ascolta le notizie della terra attorno a lei e sogna
la fuga, per scoprire il suo passato. Ma la strada per allontanarsi è assai
difficile, anche perché non ha ancora le forze sufficienti per sfidare la
sorte.
Un
giorno tuttavia riesce a scappare e …
Da
qui si dà il via ad un viaggio iniziatico che porterà la creatura a incrociare
il suo destino con personaggi di ogni sorta, a volare con barche fatate, a
trovare tesori nascosti, ad attraversare paludi mal odorose, ad incontrare
amici insperati, ad inoltrarsi in cunicoli pericolosi, ed ad innamorarsi…
Commento: La ragazza della torre è il libro che ho
impiegato di più a leggere da che ho memoria. Credo di averci messo sei mesi
(alternando la lettura di tanto in tanto con altri romanzi perché non riuscivo
ad andare avanti), ma ho insistito fino alla fine perché, pur conoscendo che
tra i diritti dei lettori vi è quello di non concludere un libro e chiuderlo
quando si vuole, volevo poterlo stroncare con consapevolezza.
Già
dalla trama non ero riuscita a rimanere conquistata dalla storia, ma mi ero, ahimè,
convinta a leggerlo perché mi era stato consigliato caldamente da due persone
molto distanti tra di loro, definendomelo entrambe un fantasy ricco di pathos e
di emozione.
I
lati negativi sono talmente tanti che non so da dove iniziare.
Forse
potrei cominciare dal titolo italiano. Ma perbacco! L’autrice si sforza per
centinaia di pagine (forse sono meno, ma vi assicuro che sembrano infinite) per
non farci capire che la creatura deformata e senza memoria è una donna. Anzi.
Tenta di farci credere che sia un uomo (perché nella torre la trattano così) e
tu titolista italiano lo chiami La
ragazza della Torre? Ma sei veramente un infame! Chiamalo L’ospite della Torre o qualcosa di
simile! Credo che uno sgarbo maggiore ad un’autrice non si possa fare!
L'autrice Cecilia Dart-Thornton
Ma
andiamo avanti. Lo stile. Il romanzo è di una lentezza estenuante.
Per
far succedere qualcosa bisogna andare avanti. E avanti. E avanti. Ma poi non
accade quasi mai niente comunque. Per non parlare che l’autrice si sofferma
magari per una pagina intera per descrivere come è vestito un personaggio, che
poi fa morire dopo due pagine e non tornerà mai più nella storia, neppure nel
ricordo della protagonista! E poi leggo che questa Dart-Thornton è stata anche
un editor prima di diventare scrittrice! Non posso crederlo!
Vengo
a sapere anche che questo romanzo è stato scoperto per caso su internet ed è
stato quindi pubblicato negli Stati Uniti da Time Warner e rimango basita.
Perché queste fortune accadono a libri del genere? Sono convinta che nella
marea degli sconosciuti vi sono autori di valore ben maggiore di questo (e mi
convinco che forse si tratta di una leggenda metropolitana. In fondo la
Dart-Thornton era un editor, avrà avuto contatti con le case editrici, no? E
quindi forse la Time Warner l’ha scovata in altro modo. Ditemi che è così, vi
prego! Perché altrimenti non riuscirei proprio a capire come questo romanzo
possa aver trovato uno spazio nell’editoria non solo australiana – la scrittrice
è di Melbourne – ma mondiale).
La cover del libro in versione inglese
E
lo dico da amante del fantasy. Anzi, proprio perché sono amante di questo
genere. Reputo, infatti, un insulto che si possa amare una storia solo perché
propone in ordine sparso delle creature fatate, un po’ di magia e un regno
altro, che possa ricordare vagamente una brutta copia della Terra di Mezzo.
Sinceramente
ho difficoltà a trovare qualcosa da salvare su questo romanzo. Anche il lessico
(punteggiato di tanto in tanto con parole inventate dall’autrice relative ad un
linguaggio del luogo) è difficile e snervante. E tutta la storia è tessuta con
cupezza, tristezza. Quasi sporcizia.
Assolutamente
NON consigliato (tanto che il romanzo è il primo di una trilogia ed io non
credo che mi inoltrerò mai a leggere il proseguo dell’avventura… se devo
proprio leggere un fantasy allora mi rileggo La figlia della foresta della Marillier o la saga del Giglio di
Zimmer Bradley-Norton-May).
Letto: inverno
– primavera 2017
Voto: 0
al romanzo, 0 a Cecilia Dart-Thornton, 0 alla traduzione, -10 al titolista
italiano.
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