Laura Leander e l’Oracolo della Sfinge d’Argento
#3 della saga di Laura Leander
di Peter Freund
Dati tecnici:
Titolo originale: Laura
und das Orakel der Silbernen Sphinx
Traduttrice: Francesca Ferrando. Revisione di Nicola
Morgantini
Pagine: 407
Anno: 2004 in Germania (2005 in Italia)
Casa editrice: Edizioni Il Punto d’Incontro
Marius
Leander, padre di Laura, è ancora prigioniero di Borboron nel regno di
Aventerra. Per salvarlo Laura deve ritrovare una leggendaria spada magica che
in tempi che si perdono nel mito fu fatta uscire da Aventerra con l’inganno
tramite il portale magico e poi spezzata in tre pezzi.
Dove
potrà trovare l’antica arma e come potrà rifonderla nel suo aspetto originale?
Solo la Sfinge d’Argento può darle la risposta a quest’ultima domanda (sempre
che gli oscuri nemici non la uccidano prima), ma non si ha memoria che qualcuno
sia sopravvissuto al suo incontro.
La
strada è lunga e tutto parte forse da alcuni documenti che la prozia Martha…
Riuscirà Laura ad arrivare a parlare con la Sfinge d'Argento?
Commento: Ancora
una volta la storia di Laura Leander è un misto di storie e leggende tedesche
(in questo caso il drago e il cavaliere Sigbert – Sigfrido dei Nibelunghi) e
una contemporaneità quasi spiazzante, tra cellulari, computer e i film di Peter
Jackson su Il signore degli Anelli
(Laura ha in camera il poster de La
compagnia dell’anello) (qui potete leggere le recensioni di Laura Leander e il segreto di Aventerra e di Laura Leander e il Sigillo delle Sette Lune).
Il poster de 'La compagnia dell'anello' in camera di Laura
E
ancora una volta la tredicenne si ritrova a dover affrontare le sue missioni
con ben poco aiuto da parte degli insegnanti che la dovrebbero guidare verso
l’età adulta, ma con solo il fratello dodicenne Lukas, l’amica Kaja e la
new-entry (almeno tra i personaggi importanti) di Philipp, alias Mister
Fighetto (quest’ultimo non sa nulla delle potenzialità magiche di Laura, ma si
fida di lei ed è disposto a tutto per aiutarla pur non capendo i motivi della
sua missione).
Questo
è l’elemento più spiazzante, perché nella lettura il comportamento degli adulti
è decisamente fastidioso. Da qualche parte si dice anche che gli adulti lo
fanno per lei, perché deve crescere ed imparare. Questo, tuttavia, varrebbe se
Laura stesse compiendo un corso di addestramento, una scuola di vita (al
riguardo mi sovviene alla mente il magnifico Il sentiero dei ciclamini). Ma in questo caso Laura sta affrontando
le forze malvagie di Borboron e deve salvare Marius Leander, suo padre, ma
anche collega e alleato della Luce degli altri insegnanti di Rovenstein. Quindi
il comportamento di Percy, Miss Mary e gli altri è altamente dissonante.
Detto
questo, la storia è scritta ancora una volta con stile semplice e scorrevole.
Trovo ottima l’idea di scrivere con caratteri diversi i due mondi paralleli per
comprendere subito dove il lettore si trovi. Inoltre questa volta, infine, nel
libro è inserita la mappa di Aventerra, indispensabile per ogni libro fantasy che si rispetti.
Molto
bella la scena dello scontro con il drago, mentre nel finale perde un po’ di
tensione, forse perché in questo caso è evidente che la storia non è
autoconclusiva ma si aspetta il seguito per conoscere il destino di Laura,
Marius e tutta Aventerra.
La lotta con il drago la notte prima della recita che rievoca il mito di Sigfrido
Con
il passare della saga si inizia a notare una mancanza di approfondimento
psicologico dei personaggi. Il fatto di non svelare troppo dell’animo dei
protagonisti per costruire colpi di scena, alla fine stanca un po’ e non fa
assaporare il ‘gruppo’ dei buoni perché non si concentra sui legami che tessono
i loro rapporti, le loro speranze e le loro paure.
Complessivamente
mi sento di consigliare il libro, soprattutto ai più giovani (anche per i forti
valori cristiani che si trovano all’interno), con la speranza che nella vita
reale trovino degli adulti più presenti (ma sarà possibile?).
Nota
alla traduzione: come per il secondo capitolo ho trovato delle imprecisioni
nella traduzione e degli errori di battitura.
Letto: giugno
2017 – 03 luglio 2017
Voto: 6,5
al romanzo, 7 alla copertina (che è uguale a quella tedesca), 9 all’idea (credo
sempre tedesca) di mettere dei disegni dei draghi a due teste a marcare ogni
pagina.
Stelle mozzafiato: ***
Recensione in arrivo: Nove volte nove
di Anthony Boucher
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