Le avventure di Holly Hobbie
di Richard Dubelman
Dati tecnici:
Titolo originale: The adventures of Holly Hobbie
Traduzione: Adriana dell’Orto
Casa Editrice: Mondadori
Collana: -
Pagine: 216
Anno: 1980 (in Italia dal 1980)
Genere: fantasy archeologico
Liz Dutton, adolescente di New York, si
reca nella vecchia tenuta dei nonni a Sturbridge assieme al fratellino Danny
per le vacanze della Festa del Ringraziamento. E’ la prima volta che i due
ragazzi ci vanno da soli, perché molto è cambiato negli ultimi dodici mesi. Il
padre, infatti, famoso archeologo, è disperso dal luglio precedente nella
giungla maya in Guatemala; la madre, dirigente di un'importante casa editrice,
ha affari di lavoro che non può rimandare.
Liz non crede nella morte del padre,
purtuttavia tutti sembrano aver rinunciato anche a cercarlo, e si sente
disperata anche perché nessuno, convinti così di non alimentare il suo stato
d’animo particolarmente delicato, parlano di lui. Anche i nonni, una volta
accolti i nipoti, non fanno cenno al figlio perduto…
Una notte, avvinta dalla malinconia e
dalla voglia di fare qualcosa per ritrovarlo, raggiunge la soffitta che ospita
ancora lo studio del padre di quando era un ragazzo. Qui trova carteggi,
relazioni, attrezzi del lavoro ed una vecchia fotografia di un’ava vissuta
nell’Ottocento in quella stessa magione. Senza rendersene conto si addormenta
sul vecchio letto impolverato, e al suo risveglio si ritrova ai piedi del letto
la sua pro-pro-prozia adolescente che dice di chiamarsi Holly Hobbie.
Inizia così per Liz un viaggio
incredibile tra musei, labirinti, aerei e capanne sperdute, in cui troppi
misteri sembrano intrecciarsi, ma tutti all’apparenza legati ad un’incisione
con la testa di un giaguaro…
Tikal, città maya dove si svolgono scene cruciali del romanzo
Commento: Le
avventure di Holly Hobbie è, a quanto so, l’unico romanzo scritto da
Richard S. Dubelman (1930-1999), produttore televisivo e regista di spot
commerciali dal carattere amabile e da sempre vicino ai bambini. L’Holly Hobbie
del titolo è un personaggio fittizio che negli Anni Settanta andava molto di
moda e che portava il nome della sua creatrice, che aveva realizzato decine di
cartoline, biglietti e acquarelli con questa ragazza della vecchia America, con
un grande cappello blu che ne copriva i lineamenti (chiunque quindi poteva identificarsi in lei).
Il libro ebbe un discreto successo
all’epoca e fu tradotto in varie lingue. Oggigiorno, viceversa, è possibile
trovare delle copie solo nei mercatini (siano essi virtuali o reali) e non si
vedono ristampe all’orizzonte.
Il libro è confezionato molto bene (e
anche quello conta!). Un cartonato con una copertina meravigliosa, capitoli
ricchi di disegni Maya e mappe (ed anche pagine come se fossero vergate a mano,
quando si riportano le lettere del padre di Liz). La storia scorre via
abbastanza velocemente (anche se a volte ci si intreccia un po’ con i nomi – io
avrei messo un elenco personaggi nella prima pagina).
Linguaggio
desueto:
Per tutto il corso della storia Holly
Hobbie parla con un linguaggio desueto, che a volte sembra troppo marcato.
D’altro canto viene raccontato poco di quello che era la sua vita ai primi
dell’Ottocento. Una delle parti più belle è proprio quando Holly invita Liz a
vedere il suo mondo e Liz lo osserva attraverso una finestra illuminata da una
candela. Peccato che duri appena poco più di una pagina…
La raffigurazione del quadro da cui salta fuori Holly Hobbie
(presente solo nella versione americana)
(presente solo nella versione americana)
McDonald’s:
Ho trovato assai singolare un richiamo
che nel libro viene fatto a McDonld’s.
“Il
tassì passò davanti a un ristorante McDonald’s. Guardando dal finestrone un
Ronald McDonald dai capelli rossi che sorrideva bonariamente tendendo un hambuger,
Holly rammentò la figura benevola di…”
(pag. 63).
Nel 1980 McDonald’s non era ancora
arrivato in Italia, quindi questa frase, di così semplice comprensione adesso,
lo era assai di meno per i lettori di allora!
Una noticina, forse, non avrebbe
guastato…
Mayflower:
Un’altra nota che non avrebbe fatto male
a nessuno è quando a pag. 23 si parla della Mayflower, senza spiegare assolutamente
niente. Ovviamente per i lettori americani è di facile comprensione, ma per un
lettore medio italiano, ancor più se di giovane età?
La Mayflower è la prima nave che arrivò
in America e dire che “stando alla
documentazione più degna di fede, gli antenati della madre di Holly Hobbie
erano arrivati col Mayflower” significa dare un’impronta ben precisa al
personaggio e assegnarle una sorta di ‘nobiltà’. Ancor di più dicendo che è
un’eredità che viene dalla madre (negli Usa vi è una sorta di titolo tramandato
per via femminile dalla madre alla prima figlia femmina fino ai giorni nostri
per coloro che discendono dai primi colonizzatori arrivati dalla Mayflower).
Nella stessa pagina di fa cenno che il
dipinto di Holly Hobbie (da cui uscirà poi il ‘fantasma’) sia stato realizzato
da un certo Nigel Kirkwood, seguace di Gilbert Stuart. Non trovo informazioni
su questo Kirkwood ed anche il modo in cui è scritto mi ha fatto pensare che
sia un riferimento magari a qualche avo della vera Holly Hobbie, forse
realmente artista, per dare un legame al personaggio…
La Mayflower in un dipinto di William Halsall
Quello
che non viene spiegato:
Se l’intreccio archeologico è piuttosto
interessante e spinge ad andare in Guatemala per conoscere queste località
descritte (per scoprire anche quanto di vero e quanto di fittizio vi sia nella
trama), a mio avviso manca qualcosa legato proprio a Holly Hobbie. Come fa
questa ava ad uscire da un acquarello? Chi è? E la fine (che non svelo) che
significato ha?
Un fantasy archeologico piuttosto
originale che appassiona e diverte, consigliato ai lettori di tutte le età, in
special modo a chi ama le rovine Maya.
(Ri)Letto: 17
marzo – 4 aprile 2019
Voto:
7 al romanzo, 10 alla copertina
Stelle mozzafiato: ***
½
Io pensavo che Holly Hobbie fossero solo delle belle stampe su quaderni, vedi te!
RispondiEliminaBel libro.
Ti abbraccio.
Grazie! CIAO!
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