mercoledì 24 luglio 2024

#Libri 'La pista Caravaggio' (1996), sesto capitolo della serie 'Jonathan Argyll' creata da Iain Pears, tra icone, giochi di potere e richiami all'Impero Romano d'Oriente

La pista Caravaggio
(#06 della serie di Jonathan Argyll)
di Iain Pears

Dati tecnici:
Titolo originale: Death and Restoration
Traduzione: Donatella Cerruti Pini
Casa Editrice: Longanesi
Collana: La gaja scienza n. 931
Pagine: 263
Anno: 1996 (in Italia dal 2009)
Genere: giallo nel mondo dell’arte 


Trama: Anni Novanta. Roma.
In un piccolo monastero nel cuore di Roma sparisce un’icona amatissima dalla gente (ma all’apparenza di poco valore) e al tempo stesso Padre Xavier, priore dell’Ordine di San Giovanni il Pietista, viene colpito alla testa quasi mortalmente.
L’intervento del Nucleo investigativo per la tutela del patrimonio artistico è immediato e lentamente emergono molti elementi che mescolano passato e presente.
Cosa sa l’ex priore padre Charles? Cosa ha visto il restauratore Dan Menzies? Perché in quei giorni è arrivata a Roma Mary Varney, ladra di opere d’arte ormai in pensione? E come si possono collegare gli eventi di oggi con la caduta dell’Impero Romano d’Oriente?
Tra indagini, pedinamenti, sicari e intrighi di potere, Flavia Di Stefano, a capo dell’indagine mentre il generale Bottardi è alle prese con delle burocratiche direttive europee, si affida alle ricerche del fidanzato Jonathan Argyll per scoprire che…


Commento: La pista Caravaggio è il sesto (su 7) romanzo della serie incentrata sull’inglese Jonathan Argyll, ex mercante d’arte ed ora insegnante di arte barocca in un’Università romana. 
Ho letto negli anni passati i primi cinque della serie (mi piacque moltissimo il primo, Il caso Raffaello) ma ho tardato molto a iniziare questo perché l’incipit non riusciva a coinvolgermi (il libro ha partecipato a 69 sfide ufficiali prima di essere scelto). Ed in effetti il testo è molto lento e poco empatico.


Iain Pears

Altro che Roma segreta… Roma inesistente
Partiamo dal fatto che io non amo (questo ormai lo sapete) i libri ambientati in luoghi reali, ma con posti inventati. Figuriamoci se posso tollerare un falso storico ambientato nella mia città! 
Il piccolo monastero al centro della storia si trova sull’Aventino, ma è inesistente. 
Il quadro di Caravaggio è ovviamente un’opera di fantasia. 
Così come lo è l’Ordine di San Giovanni il Pietista.
Quest’ultimo escamotage è stato sicuramente utilizzato da Iain Pears, scrittore e storico d’arte inglese, per potersi muovere agevolmente nella trama senza incorrere in rappresaglie da parte del Vaticano (o dell’Ordine descritto). Perché, ammettiamolo, la realtà che il nativo di Coventry rappresenta nel romanzo è davvero disturbante: l’ex priore affetto da demenza senile, l’attuale priore che sperpera tutto il patrimonio dell’Ordine in avventati giochi di borsa, ottusità da parte di tutti i membri nel gestire i fedeli, e molto, molto altro (incluso il collegamento con l’Impero Romano d’Oriente che non approfondisco per non fare spoiler).
Insomma, il contesto è davvero fastidioso.


Il Collegio di Sant'Anselmo sull'Aventino,
vicino a dove si trova l'inesistente monastero raccontato nel romanzo

Alchimia tra Jonathan Argyll e Flavia Di Stefano assente.
Passiamo oltre e arriviamo alla storia d’amore tra Jonathan Argyll (ufficialmente il protagonista della serie) e Flavia Di Stefano. I due sono ormai fidanzati e prossimi alle nozze.
Tuttavia non vi è un minimo di tensione sentimentale tra i due.
Sarebbero più coinvolgenti un gambo di sedano e una carota.
Credo che sia la coppia meno interessante dell’intero mondo letterario.
Lasciano talmente poco che se si dovessero lasciare non ce ne si accorgerebbe neppure (e non ci si rammaricherebbe neppure se uno dei due dovesse morire).


Queste due spremute di carota  sedano sono più romantiche di Jonathan e Flavia!

Tracce di “Ce lo chiede l’Europa”
Quello che più mi ha colpito è come, in un romanzo scritto nel 1996, si vedano già i prodromi dell’ormai tradizionale ‘Ce lo chiede l’Europa’.
A pag. 15 si legge: “C’è l’Europa. Stiamo per entrare in una nuova era. Dobbiamo farci trovare preparati (…). Verrà creato un comitato interministeriale che coordini tutti i criteri esecutivi adottati dalle varie forze di polizia. Inizierà ad operare partendo da un certo settore, per controllare procedure e operazioni”. 
E a pag. 16: “Il nuovo organismo internazionale (…) si occuperà della salvaguardia delle opere d’arte. (…) Un’organizzazione europea finanziata interamente da Bruxelles ma che, grazie all’efficace intervento del nostro ministro, sarà diretto da un italiano”.
Questo italiano altri non è che il Generale Bottardi, motivo per cui si allontana dalla scena e lascia le redini della ricerca a Flavia.


Plot stanco e… ripetitivo.
Il romanzo ha pochi sbalzi. La narrativa di Pears è molto particolare, di conseguenza, conoscendo i libri precedenti dell’autore, è facile anticipare quali saranno i ‘colpi di scena’ (anche qui non li scrivo per non fare spoiler). 
Lo stile è piuttosto pesante, atto più a sciorinare la propria cultura di Roma sia a livello artistico che a livello social-culturale (ma Pears, no, non è possibile andare dall’ospedale Gemelli all’Aventino a piedi in una mezzoretta. Non lo farebbe nessuno!) e la lettura risulta pressoché noiosa.
Il finale non entusiasma.


Costantino XI Paleologo, ultimo imperatore dell'Impero Romano d'Oriente,
venerato come santo e martire
nella chiesa ortodossa e qui quasi ridicolizzato.

Complessivamente si tratta di un’opera dedicata solo agli appassionati della serie, anche se non vi è nessuna empatia verso i personaggi. Il ciclo si chiude con La donna che collezionava segreti. Non ce l’ho. E’ attualmente fuori catalogo. Se dovessi trovarlo tramite qualche vendita di occasione forse potrei recuperarlo. #staytuned

Letto: 3-20 luglio 2024

Voto: 5 al libro; 6 a Iain Pears, 6 alla copertina.

Stelle mozzafiato: **½  

Recensione in arrivo: 
Hank Zipzer e il giorno dell’iguana di Henry Winkler e Lin Oliver

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